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29.3.12

La zitella acida e i centri sociali

Qui a Lubiana vivo di fronte a una specie di centro sociale.
Si chiama Rog, è questa  casermone mezzo diroccato.




Aperto dopo la II Guerra Mondiale come fabbrica di biciclette, oggi è uno spazio usato da artisti per dipingere, suonare, ballare e simili.
Proiettano film, fanno dibattiti, ci sono i soliti cani e i soliti hippy.
In cortile in questi giorni hanno ammassato una pila di roba vecchia:
divani, cuscini, gomma piuma, materassi, tappeti.
Spero non abbiano intenzione di fare un falò il primo maggio.

Ovviamente ci bazzicano pure gli erasmus alla ricerca di un ambiente economico e rilassato.

Ci fanno pure dei concerti, dentro, ma fortunatamente finora non sono stati molto rumorosi,
o il locale deve essere davvero ben insonorizzato.

Io a dir la verità non ci sono mai entrata.


Però uno degli abitanti in particolare lo conosco.

Un tipo con i pantaloni bragaloni,  i braccialetti, i capelli in un turbante, la casacca smanicata.
Vestito di rosso o di arancione.
La faccia sempre incavolata-sofferente, come se gli fosse andato il caffè bollente di traverso.
A volte (nezzo) nudo.

Suona una specie di corno d'elefante e quando lo fa, sale sul tetto più alto di Rog,
quasi nudo come mamma l'ha fatto e invia i suoi richiami sonori al cielo.

Io lo riconosco quando lo vedo per strada, lui non mi riconosce quasi mai.
Eppure, come lui, sono abbastanza monocromatica nel vestire.
Magari è un po' ciecato.
Però dalla torre su cui lui soffia nel corno alla mia finestra non c'è 'sta gran distanza in linea d'aria.

Oggi però ha sostituito il corno con un tamburo ipnotico.
Suona da circa 2 ore.
Non si sopporta.
Non che il volume sia particolarmente alto.

Solo che 'sto tamburo è uno di quegli strumenti musicali che credo si possano tollerare solo se sei strafatto! Di quelli che non ti lasciano il cervello in pace. Di quelli che ti mandano in trance.

Ma è mai possibile, caro il mio hippy, che con tanti giorni dell'anno, proprio oggi che io c'ho un sacco di cose da fare hai scelto per tamburellare?

Avevo pensato di scendere a dirglielo:

oh, senti, non è che potresti suonare il corno oggi, che non è che mi faccia impazzire, però non mi fa andare i neuroni in sciopero?
Sai com'è, devo guardare della roba del Master, iscrivermi a un corso, capire quando possiamo andare a fare rafting, pensare alla dichiarazione dei redditi, decidere cosa voglio fare nel futuro.
Tradurre una roba, preparare lezioni.
Insomma, oggi il cervello mi serve.

Avevo pure pensato di vestirmi un po' da hippy pure io, b
uttarmi alla cieca negli armadi e nei cassetti
e mettermi addoso a casaccio quello che pescavo. Al dritto e al rovescio.
Per creare un po' di empatia con il tipo.
Un look sbarazzino così.



Insomma, sto guardando dalla finestra per decidermi sul da farsi quando vedo
mister Tamburelloipnotico litigare con una tipa vestita di fuxia e dargli un bel cazzotto!
Così, da un momento all'altro.
E vedo la tipa allontanarsi correndo con il naso insanguinato.

Forse ci ho visto male perché non portavo gli occhiali.

Mi aspettavo arrivasse la polizia da un momento all'altro, ma 'sto centro sociale deve essere una sorta di feudo protetto, perché non ho mai visto controlli, polizia, rappresentanti dell'ufficio di igiene.

E allora ho pensato che lo lascio suonare il tamburello quanto vuole e nel frattempo faccio la danza della pioggia sulle note ipnotiche di 'sto supplizio, e vediamo un po' se si scatena il temporale che già due nuvolette in cielo ci stanno.

Per quelli a cui piacessero i posti alternativi, a Lubiana c'è un altro centro sociale molto più grande,
un mini-isolato fatto di baretti e accrocchi di cose alla rinfusa, dove - ahimé - si può ancora fumare anche dentro i localini, perché neppure lì la polizia ci arriva.

Si chiama Metelkova

ed è nato negli edifici dei vecchi baracconi militari socialisti.

Eccovene un assaggino:
 









Io credo di esserci stata da giovane, quando venivo in Slovenia ancora ventenne, però ora sinceramente non fa più per me. Dato che non bevo e non fumo e la mia pazienza è forse più limitata, ci porto gli amici in visita di giorno affinché facciano foto di tutto quest'ammasso di graffiti e cianfrusaglie, ma di sera no.

La conclusione di tutto questo è una sola:

sto diventando vecchia!

6 commenti:

  1. thehehe "non è che potresti suonare il corno oggi" mi è piaciuta un sacco come frase!

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    1. Però chissà, se gliel'avessi detta magari mi avrebbe fracassato la mandibola con un pugno!

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  2. a me è piaciuto "feuro protetto". Sai che odio i tamburi, anzi: i bonghi.
    Anche qui centri sociali a manetta. Pieni di sti gutter punks che mi stanno proprio sul gargarozzo, loro e i loro lontani parenti hipsters. E' piovuto alla fine?

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    1. Non hai scritto nessuna parolaccia nel tuo commento perché hai scoperto che la mia mamma ha letto un tuo post e ha detto che dovevi essere proprio tanto inalberata perché usavi tante parolacce? Hehe .. Non è piovuto purtroppo e dopo il tamburo è passato al tamburello ... Al che sono uscita! Domani tappi per le orecchie!

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  3. Lol non no sapevo della lettura della Mamma...Signora, che le dico, sta vita da emigrante tira fuori il camallo da porto che è in me...
    Ogni tanto mi limito e uso termini come "gargarozzo" e "cavolo"... ma solo ogni tanto :)

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    1. A casa mia non si dicono parolacce, mai, cioè già stupido o cretino sembra troppo ... Se qualcuno mi fasalvolare trovo una manera creativa di insultarlo perché da piccole io e mia sorella facevamo così e quindi ci dicevamo: ma guarda che sei proprio una squarantola! E tu sei una quaqquadrotta!
      Tu che sei così brava ad inventare nomi per i personaggi della tua soap opera potresti pure brevettare nuove parolacce!

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