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18.3.12

Frontiere


Da quando sono qua non faccio altro che andare in Croazia.
Ci sono stata un mese sì e un mese no.

E ciò che mi sorprende è il comportamento della Polizia di frontiera.
Dal nome che vi aspettereste?


Sì, sì, avete letto bene, la dogana in croato e sloveno si chiama CARINA.
(* si pronuncia zarina però)

Ora mi immagino già i maschietti lettori, che fra carina e zarina si sono fatti un'idea di doganiera in reggicalze e wonderbra, ... niente di più lontano dalla realtà.

Dalla parte slovena tutto ok, siamo europei e agli sloveni non interessa che noi vogliamo lasciare i confini e neppure tanto quando vogliamo rientrarci.

I croati invece, tutta un'altra storia.

Sono stata in Croazia 4 volte:
1) ci hanno fermato, perquisito la macchina, interrogato solo 1 di noi
2) hanno fatto ampi sorrisoni al nostro passaggio
3) quasi non ci volevano fermare e si sono scocciati quando gli abbiamo chiesto di metterci un timbro sul passaporto (così, per ricordo)
4) ci hanno fermato, preso i documenti, controllati, chiesto i documenti della macchina, ci hanno fatto accostare, ci hanno fatto aspettare 20 minuti, hanno controllato la macchina e gli zaini, hanno interrogato uno di noi nel gabbiotto, ci hanno interrogati uno a uno di nuovo, ci hanno controllato gli zaini facendoci aprire anche il portafoglio e le bottiglie d'acqua ecc.

Vi metto le foto dei partecipanti a ciascuna avventura, poi mi direte secondo voi cosa ha provocato reazioni così diverse!


1) Io, Eva (francese), Kuj (kossovaro con nazionalità tedesca), Florian (tedesco)


2) Io, Magdalena (polacca), Agata (polacca), Heather (americana), Ezster (romena)


3) Aurelia (romena), Agata (polacca), Hristo (bulgaro), io


Io, Stavros (greco), Chiara (italiana), Gesche (tedesca), Eva (francese)

Quest'ultima volta (domenica scorsa) siamo stati trattenuti alla frontiera la bellezza di 45 minuti, non ci hanno fatto muovere (volevamo andare al bagno ma niente), e hanno perquisito tutto ciò che avevamo.
A me personalmente hanno chiesto nell'ordine:

- Hai droghe?
- No. (e se ce le avessi avute te lo stavo proprio a dì!)
- Ti droghi?
- No. (e questa faccia ce l'ho di natura, non è il risultato di nessun bombone)
- Hai alcol? Apri la bottiglia d'acqua.
- No, non ho alcol. (e poi mica è illegale portarsi una boccia di vodka in giro, no?)
- Che c'è nella bottiglia?
- Acqua. Fra l'altro io non bevo.
- Apri il portafoglio.
- Ok. (tiè, beccate la foto mia della comunione!)
Cos'è questo?
- è una medicina per le emicranie.
- Hai l'emicrania perché hai bevuto?
- (Ma mica ti ho detto che ho l'emicrania ...)

Poi, oltre al mio passaporto che aveva lui in mano, nel mio portafoglio c'era pure la carta di identità e il permesso di soggiorno in Slovenia. Al che si è davvero insospettito.
Manco fossi una trafficante di documenti falsi.
Quando poi gli ho detto che facevo la maestra/prof. in Slovenia mi ha praticamente riso in faccia.
E mi ha detto:

Avanti il prossimo.
Anzi, mandamene due.

Agli altri più o meno hanno chiesto le stesse cose e gli hanno fatto aprire tutti gli anfratti possibili di zaini, portafogli, buste, bustine.
Che poi se davvero avessimo avuto delle droghe in tasca, mica le avrebbero viste.

Cosa li avrà fatti insospettire tanto?

I documenti della macchina in greco?
Lo strano mix di nazionalità?
Le pupille dilatate di Eva?
(per motivi naturali, non si era drogata)
Il portafoglio di Gesche?
(riccona tedescona?)
L'avergli io detto che andavamo all'isola di Krk a nuotare in inverno
(e suuu, carino, un po' di senso dell'umorismo)
Il fatto che la macchina di Stavros sia bianca con il cofano nero?
L'essere 4 femminucce e 1 solo maschietto in macchina?
(che invidiosi, 'sti carini)


L'unica cosa per cui ho temuto era una bustina in cui avevamo della menta in foglioline.
Infatti avevamo portato con noi gli ingedienti per fare un'insalata di cous cous, fra cui appunto la menta. Che, messa nella bustina di plastica, sembrava decisamente qualcosa di illegale.

Menomale che nel portabagagli caotico, fra peperoni e cetrioli, fra uva e mais, fra biscotti e bottiglie d'acqua, piatti, bicchieri, posate, i doganieri della Carina hanno deciso di non rovistare più di tanto, e così arrivati in Croazia ci siamo potuti godere il nostro pic-nic sul molo!









1 commento:

  1. Croatia is the place for sensational adventures, certainly: I've never been as much suspected of delinquency as at the Croatian borders, as vegetarian as during the pot-picnic on the island of Krk, and as jumping around (at the wrong time) as when photographed at the seashore...

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