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27.9.11

IN GITA CON LA II ELEMENTARE

L'ho detto e ridetto. Gli sloveni sono davvero sportivi. Loro non se ne rendono neppure conto.

Giusto per gradire 4-5 giorni all'anno a scuola vengono organizzate delle giornate dello sport e aria aperta.
I grandi vengono portati nel bosco e devono fare vari percorsi e orientarsi ecc.
I piccoletti però non sono da meno.
Ed è così che mi hanno coinvolto nella gita a Madgalenska Gora.

A sentire il nome io all'inizio pensavo andassimo a visitare una chiesa. La chiesa effettivamente c'è, ma sta in cima a una bella collinetta.



Oggi in un'altra classe ho detto che ero stata in montagna. Poi ho detto che era a Magdalenska gora. Praticamente mi hanno riso in faccia. Per uno sloveno le montagne credo siano solo quelle che superano gli 8000m.

Vabbè, lo riconosco, era una collina. Non mi è neppure venuto il fiatone che quasi mi stronca quando ho risalito la collina del castello di Bled. Mi starò trasformando anche io? Starò diventando un po' ginnica?

Con i miei compagni di II mi sono molto divertita. Mi hanno fatto 3000 domande (e io ne ho capite una decina, ma loro non si perdono d'animo), mi hanno fatto parlare in tutte le lingue che so, mi hanno tenuta per mano, insomma, ormai sono proprio integrata!

Menomale che a me non è toccata la parte 'sportiva' della giornata. La passeggiata/scalata infatti era solo per gradire. Poi è arrivato il divertimento vero e proprio. Praticamente due ore di varie attività di corsa a squadre: staffetta, staffetta su una gamba sola, staffetta all'indietro, staffetta portando un compagno in braccio, acchiapparella e simili.
Nessuno si è tirato indietro. Nessuno ha fatto finta di avere un'improvviso mal di pancia. Nessuno si è messo a piangere. Neppure Vesna (la bimba che mi ha tenuto la mano per tutta la passeggiata di ritorno) che ha un problema alla colonna vertebrale e deve portare il busto. Neppure un altro ragazzino che ha un problema alla vescica e deve portare ancora il pannolino. Niente sconti per loro, niente trattamenti di favore.

E che vi devo dire? Secondo me è un bene. E se non ne siete convinti, beh, guardate le foto!






25.9.11

ALTRO CHE TANGO!

Tutti quelli che mi conoscono lo sanno.

C'è un Paese che amo più di tutti, più della Slovenia, e decisamente più delle due repubbliche delle banane in cui ho vissuto più a lungo (Italia e Spagna) : la Scozia.

L'ho scoperta tardi, e non me ne sono innamorata subito, anzi l'ho odiata anche un po' la Scozia, poi l'ho cominciata a capire e a rendermi conto che, con il passare del tempo, è diventata sempre di più una parte di me, e che vorrei tornarci a vivere, prima o poi.

Perciò per quest'anno ero un po' preoccupata.
Io in Scozia ci vado ogni volta che sono libera. Ci vado io, ci porto chiunque mi dica di sì e ci mando quelli che mi chiedono consigli su dove andare a studiare l'inglese. Non batto ciglio: a Glasgow.
E ora che sono qua in Slovenia non è facile arrivarci. Dalla Spagna ci sono voli diretti a tutto spiano, da qui no e poi ci sono anche altri viaggi che vorrei fare e allora forse non tornerò in Scozia per mesi.

Però fortunatamente ho trovato un po' di Scozia qua.
E non parlo dei biscotti al burro e della birra Tennents (i primi li vendono al supermercato, la seconda non l'ho vista in giro, ma anche la birra slovena non è male).

Insomma, anche in questo caso è stato grazie a facebook.
Sbirciavo le foto degli erasmus divisi per nazionalità ed eccolo, improvvisamente, uno scozzese in kilt!
Non c'era però un nome o un appiglio per sapere chi fosse. Ma io dovrei essere ingaggiata dall'FBI. Nessuno mi può sfuggire. Trovo anche chi non si vuole far trovare!

E così l'ho rintracciato, Jamie, e l'ho convinto in quattro e quattro otto a partecipare alla giornata che la mia scuola, su mio suggerimento, dedicherà alla Scozia venerdì prossimo.

E non finisce qui.

Ho anche deciso, in un impeto di pura follia, che io e lui balleremo dei tipici balli scozzesi, entrambi vestiti di tutto punto, davanti a tutta la scuola. L'unico dettaglio insignificante è che io questi balli non li ho mai imparati.
E che sono decisamente negata. Mi manca la grazia e la coordinazione.
Io da piccola facevo karate, sono leggiadra come un elefante con una zampa rotta e un po' miope.

Nonostante tutto ho deciso di tentare. E oggi pomeriggio con Jamie abbiamo fatto le prove.
Come scusa potrei dire che la mia stanza è piccola come sala da ballo e sbattevamo da tutte le parti.
O che ero troppo contenta di risentire una voce familiarmente scozzese dopo mesi di altri accenti.
Ma diciamoci la verità: sono un disastro.

Però mi sono divertita. Ora dubito di ricordarmi i passi dei 4 balli che abbiamo provato. Ho un gran miscuglio in testa di destra-sinistra, uno, due, tre, quattro, piroetta, saltello, giravolta, avanti e indietro.
Però mi sono resa conto di una cosa.

Gli uomini scozzesi sfruttano ben poco questo loro talento.
Altro che tango raga'.
Secondo lo stereotipo sono gli italiani i più romantici, e gli spagnoli i più machos, gli argentini i più sexy.

Ballate allora con uno scozzese.

Anche se come me non sapete ballare.
Anche se rischiate di acciaccargli i piedi ogni due secondi.
Anche se invece di andare a destra andate a sinistra.
Anche se quando fate i saltelli dovete aggrapparvi a lui come se fosse Superman.

Ma provateci.

E poi mi raccontate.

(Per aggiornamenti sulla Giornata Scozzese vi toccherà aspettare sabato prossimo)

24.9.11

FIGURACCE

Arrivata alla figuraccia numero TRE ho deciso di scriverle.

Sicuramente ne avrò fatte altre, ma la mia memoria qua ha deciso di andarsene in vacanza, dunque prima di scordarmi anche di queste tre, ve le racconto e vi fate due risate.

1) L'altro giorno suonano alla porta. Di solito ricevo solo visite di Eva - la mia vicina - o di qualcuno che ho invitato. Ho appuntamento con Eva dopo mezzora dunque penso sia lei che è in anticipo o che vuole dirmi qualcosa. Apro spavalda, urlando un: I am cominggggggggggggggggggggggg.

Eva non è. Si tratta invece di un tipo rubicondo, sulla quarantacinquina, con i capelli lunghi spettinati, barbetta, molto scaciato - jeans bragaloni, infradito, maglietta nera scolorita di un gruppo musicale. Gli manca solo uno spinello in bocca. Mi ricorda Gongolo dei sette nani. Solo più alto e più hippy.
Accompagnato però da un altro tipo occhialuto, estremamente serio. Che mi ricorda invece Basil, l'investigatopo.


                 


Hanno dei fogli in mano.
Quasi gli sbotto a ridere in faccia. Penso che abbiano sbagliato casa.
O MAGARI SONO DELL'UFFICIO IMMIGRAZIONE.

Ne razumen slovensko. Dico. E ridacchio come una scema.
Poi dato che due frasi in croce le so mettere, gli dico che parlo inglese, italiano, spagnolo.
E in inglese gli dico che probabilmente hanno suonato alla porta sbagliata.

E lui mi dice: no, no, non abbiamo sbagliato casa. Sono il tuo padrone di casa!

Ora, a me Eva aveva detto che il padrone di casa era un LEI, non un lui barbuto.
E glielo dico. Credevo che il padrone di casa fosse una donna.

E lui ridacchiando mi dice: no, per ora sono ancora un uomo. Ma non si sa mai.

Insomma era venuto con il suo amico fabbro a mettere serrature alle varie porte.
Perché qua non ci sono le chiavi neppure in bagno.
Poi mi ha pure aggiustato il lampadario della stanza, mi ha chiesto se andava tutto bene e mi ha detto che torneranno per 'sta storia delle chiavi.

Il tutto ridacchiando sotto i baffi.

2) Ieri sono andata a una festa erasmus. Non era nei miei piani.
Ero uscita con Eva, una ragazza polacca, una croata e un tipo olandese per una birretta tranquilla qui in centro. Però l'olandesino fremeva per andare a questa festa. E dato che una delle due tipe viveva proprio nella stessa casa dello studente dove si sarebbe svolta abbiamo deciso di farci un salto.

Ora, io da prima di arrivare a Lubiana, ho conosciuto su facebook varie persone che successivamente sarebbe anche loro arrivate da queste parti. Ho fatto un po' da consigliera virtuale di alcuni/e riguardo a storie della casa, dei trasporti ecc. Però poi certe persone non le ho ancora conosciute.

Dunque avevo mandato un messaggio ad uno degli spagnoli e mi aveva detto che mi avrebbe avvertito se facevano qualcosa. E alla fine anche loro andavano a quella festa. Ho deciso di andarci per salutarli e conoscerli.
Arrivati alla festa vedo tutti gli spagnoli in gruppone. Le loro facce mi sono tutte familiari perché ho sbirciato le loro foto di un viaggio in Croazia. E di colpo non mi ricordo più con chi di loro ho parlato, con chi di loro mi sono messa d'accordo per vedermi alla festa.

Così decido di adottare la strategia dell'attesa: se il tipo mi vede, verrà a salutarmi, no?
Ma invece no, gli spagnoli sono tutti impegnati ad assistere a come i turchi (che hanno organizzato la festa) preparano la loro bevanda tradizionale. Uno di 'sti turchi poi accende e spegne la luce ogni 2 minuti.
Insomma, chiacchiero con qualcun altro e poi decido di andare a salutare il fantomatico spagnolo.
Opto per un vago e generale: voi siete gli spagnoli vero?
Otto paia di occhi mi fissano.
E io mi rivolgo più direttamente a uno di loro, convintissima di aver parlato con lui su facebook.
Il tipo mi guarda sorpreso, della serie: ma chi sei?
E nel frattempo a fianco a lui un altro ridacchia!

Ho sbagliato persona.

Mi sono presentata alla spagnolo sbagliato.
Menomale che non si formalizzano e alla fine mi si presentano tutti.
E quello con cui originariamente ero rimasta d'accordo continua a ridacchiare.
Mi dice che mi aveva vista arrivare e che aveva aspettato per vedere se lo riconoscevo.

Le foto di facebook non aiutano, soprattutto se in quelle foto ci sono altre 20 persone che poi ti ritrovi tutte insieme nella vita reale.

3) Lo sloveno ha il duale. Questo significa che per dire:
noi due andiamo si usa il verbo GREVA, mentre per noi tre (4, 5, 6, 10 milioni) andiamo il verbo è GREMO.
Stessa storia per voi due, loro due, voi tre, loro tre (4, 5, 6, 10 milioni). Con le opportune varianti al femminile per i pronomi.
Un gran casino.
Insomma, qualche giorno fa stiamo scrivendo io e Mathieu una composizione in sloveno sul nostro prof., così per scherzo, per fare pratica con i verbi in modo creativo.
Una serie infinita di scemenze in cui il nostro prof. è vittima di una fidanzata che lo ignora e che ogni giorno della settimana esce con un tipo diverso.

E a un certo punto io voglio dire che la fidanzata del prof. bacia un altro tipo.
Duale. Però mi sbaglio e uso il verbo in plurale normale.
Poi me ne accorgo e sto cercando di spiegare a Mathieu che voglio usare il verbo per loro due e non per loro tre. Che non è un triangolo amoroso, ma semplicemente un povero prof. cornificato dalla fidanzata con uno spogliarellista italiano.

Cerco di spiegarglielo ma pare che non ci riesco.
E a un certo punto gli dico:

We have to change it. It's like ME and YOU kissing.

(Dobbiamo cambiarlo - o cambiare la situazione - ; è come se io e te ci baciassimo).

Mi guarda con gli occhi sgranati.
Frase ambiguaaaaaaaa!
Pare che gli ho appena fatto una proposta indecente.
Poi anche il suo cervello fa click e capisce a cosa mi riferisco.

Ma per 5 secondi sono seduta davanti a lui, come un adolescente sfigato (maschio) che mentre fa i compiti insieme a una ragazza, all'improvviso le dichiara che vuole baciarla.

Sbottiamo a ridere e penso che 'sto duale del cavolo è proprio pericoloso!

22.9.11

1° mesiversario

1 MESE! Già è passato un mese da quando sono arrivata.

Per alcune cose mi sembra di essere qui da secoli, per altre di essere appena arrivata.

Oggi pomeriggio pare che nessuno abbia voglia di uscire a fare un giro, sono tutti scomparsi, le lezioni di sloveno sono finite e allora forse è arrivato il momento di scrivere e fare un mini-bilancio di queste ultime settimane.

CASA: ormai mi sono sistemata, la mia coinquilina è arrivata e mi pare che siamo molto compatibili, anche se non è che ci vediamo molto. Diciamoci la verità, in quest'ultima settimana sono stata a casa giusto il tempo di dormire 6-7 orette, farmi una doccia e fare colazione. Lei neppure è molto casalinga. Il nostro frigo sarebbe da foto (prima o poi gliela farò): nel mio ripiano yogurt e mais, nel suo insalate già pronte Rio Mare. Siamo due perfette donnine di casa davvero!Menomale che c'è Eva, la francese nostra vicina, che cucina a tutto spiano. Ogni tanto vado a bussare alla sua porta e ha sempre qualcosa in pentola, anche per me! Pochi giorni fa ha addirittura preparato dei croissants fatti in casa. E li ha distribuiti a destra e a manca.
La  mia casa mi piace, non mi annoio mai grazie agli hippy del centro sociale che si intrattengono spesso sul tetto di fronte. Ora ce ne sono due che si stanno sbaciucchiando amorosamente mentre guardano il panorama! A volte suonano i tamburi. Altre meditano. Altre mi salutano.

SCUOLA: le cose procedono a pieno ritmo. Il mio orario si sta definendo, ho già organizzato delle attività tutte mie, vado in II elementare come alunna, mangio a mensa come una scrofetta, vado in gita di qua e di là. Lunedì per esempio vado con i piccoli delle elementari a fare una gitarella in collina!
Comincio a conoscere meglio i prof. e a sentirmi meno un'intrusa. Venerdì prossimo porterò addirittuta un ospite internazionale per festeggiare la settimana delle lingue: un ragazzo scozzese, che vive anche lui a LJ, e con i nostri kilt balleremo qualche tipico ceilidh. Io in realtà non ne so ballare nessuno, ma ho una settimana per imparare! Fra un paio di settimane cominceranno anche le mie lezioni di italiano, una bella sfida dato che come lingua franca dovremo usare l'inglese. Comunque sto già facendo pratica a lezione di spagnolo, e grazie alla mimica e al fatto che questi ragazzini sloveni sono davvero svegli, non credo che avrò problemi!

AMICI: l'ho già detto, praticamente a casa non ci sono mai stata perché vivendo in una città così piccola la tentazione di andarsi a fare un giro e godersi queste ultime giornate di bel tempo e relativo caldo è irresistibile. Io poi abito a un tiro di schioppo dalla piazza principale, sarebbe una vergogna mancare agli appuntamenti vari per un tè, un caffè, una birretta, una pizza. Anche i prof. della scuola mi avevano invitato stasera a giocare a bowling (pare che vada molto di moda fra colleghi) però pensando di andare domani in Croazia ho deciso di non unirmi a loro - anche perché non so giocare e già sembro abbastanza scemottera quando vago per i corridoi della scuola alla ricerca di aule e professori ... ancora non ho capito come funziona la numerazione, né perché a volte mi fanno firmare sui registri di classe, boh ... in ogni caso fortunatamente ora tutti sanno chi sono e quando mi vedono che giro sperduta con il mio zainetto mi indicano la retta via!

SLOVENO: corso finito, esame fatto studiando davvero poco, addio Mr Banana! Ho imparato qualcosa? Diciamo ben poco grazie a Mr Banana, di più per conto mio o studiando con Mathieu e in II elementare. Oggi a lezione la maestra ha letto una storiella: Tina va a scuola da sola - e io ho capito quasi tutto!
Poi fra l'altro mi diverto davvero in II, i ragazzini hanno certe facce da furbetti o da angioletti, un po' sdentati, un po' spettinati e che vi devo dire? Mi sembra rilassante e positivo stare fra di loro!
Per ora continuerò a studiare un po' da sola, ma sto valutando altre scuole di lingue, per cercare di continuare a fare corsi ufficiali ed ottenere certificazioni. Però chiederò di fare una lezione di prova, perché un altro Mr Banana non lo sopporterei! Il giorno dell'esame per rispondere ai dubbi che avevamo ha dovuto controllare le soluzioni! Terribileeeeee!

INSOMMA: La Slovenia, inaspettatamente, mi ha cambiato la vita. Venivo da un anno (o due, o tre, o forse dieci) di lavoro, lavoro, lavoro, invece qua ho mille altri grilli per la testa. Ne avevo bisogno. Come se all'improvviso stando qua fossero spariti tutti i ricordi di situazioni negative e stressanti vissute soprattutto negli ultimi due anni.

15 anni di attesa.

A volte vale davvero la pena aspettare.

E sapete che vi dico? Vado a farmi una passeggiata! Sono stata contagiata dalla Slovenità, a casa non mi va di starci!

Ciriciao gente!


18.9.11

GITA AL LAGO: BLED

Ieri ho deciso di unirmi, di buon mattino, a Mathieu e alla sua amica Yuki e di andare a passare la giornata a BLED, un lago che si trova a un'oretta da Lubiana. Ci si arriva in treno o in autobus (una decina di euro andata e ritorno) e vale la pena andarci per rilassarsi e farsi una bella passeggiata.

http://www.bled.si/it/

Gli sloveni dicono che è un posto troppo turistico. Io per turistico immagino la gente che fa a cazzotti per trovare un quadratino di spiaggia, la musica a palla, ragazzini che urlano, giapponesi che fotografano e mille negozi di souvenir. Il vantaggio di aver vissuto a Roma per tanto tempo è che la Slovenia mi sembra davvero un'isola felice, 'sti sloveni non sanno quanto sono fortunati!

Non credo di dover commentare più di tanto, le foto parleranno da sé!

Dopo il viaggio in un autobus stracarico la nostra prima tappa è stato il Castello di Bled. Che è inerpicato su per una collina, con tante belle scalette da salire che non finiscono mai. Fiatone assicurato. Ma ce l'abbiamo fatta e ne è valsa la pena. Il panorama è ovviamente bellissimo, su tutto il lago, sulle montagne e sulla valle e a differenza dei gotici castelli scozzesi, che ti fanno pensare a grandi battaglie, morti ammazzati in modi truculenti, forti passioni, in Slovenia anche i castelli infondono tranquillità.



Dopo il giro per il castello, siamo scesi in riva al lago - Mathieu mi aveva detto che non ci si poteva fare il bagno (in ogni caso io il costume qui in Slovenia non ce l'ho) e invece c'era una zona adibita a questo scopo vicino alla zona bar-ristoranti. Che tentazione di buttarmi in acqua tutta vestita. L'acqua era azzurra, si vedeva il fondo, non c'erano bottiglie, plastica e schifezze varie galleggianti.
C'erano però questi ameni secchi della spazzatura!


Bled è anche famoso per un dolce, che è fatto con la crema pasticcera e la panna, che si chiama Kremna Rezina o affettuosamente Kremšnita. Menomale che per pranzo ho deciso di prendere solo una fetta di questa torta ed un tè, perché non sono riuscita neppure a finirla. Un suicidio calorico da mangiare in riva al lago!


Ma abbiamo subito rimediato, decidendo in un primo momento di fare una passeggiatina, e poi successivamente di fare il giro dell'intero lago. Come ho già detto altrove gli sloveni sono tutti ginnici ed atletici e quindi c'era tantissima gente che camminava su e giù per le rive del lago, lungo un comodissimo sentiero, ed era anche in atto un triatlon, quindi c'erano pure un sacco di persone che correvano come forsennate!  E gente che nuotava, perché anche se in alcune zone del lago sembra che sia proibito, quando si tratta di fare sport per gli sloveni non c'è legge che tenga. Noi ci siamo accontentati della nostra passeggiatina (8km credo), che non è stata poi così faticosa perché eravamo comunque distratti del bellissimo panorama! E non mi riferisco solo ai fisicacci dei tipi del triatron, ma anche ai colori degli alberi, dell'acqua, del sole.



Dicono che questo sarà l'ultimo fine settimana estivo e che le temperature scenderanno. In realtà me lo dicono da quando sono arrivata, ma chissà; ora ha appena cominciato a pioviccicare, mannaggia, ho i panni stesi fuori!!!  Anche ieri sera ha piovuto, per circa 3 minuti!
Comunque meglio, così non avrò la tentazione di uscire e rimarrò a casa a studiare e a mettere in ordine da brava studentessa massaia!

Altre novità?
- Oggi quasi mi traforo un polpaccio con un chiodo che spunta dal mio letto e non avevo ancora visto.
- Dalla prossima settimana il mio contributo a scuola dovrà essere più attivo, menomale, perché mi stava venendo un po' la frenesia.

E poi una nota triste.

L'ho già vista varie volte, una signora di un' ottantina d'anni che di sera gira per le strade turistiche di Lubiana e vende girasoli, e fragole e cosette varie. Mi ha fatto davvero impressione, perché potrebbe essere mia nonna, e mi chiedo: quale sarà la sua storia? Dove saranno i suoi figli? Perché lo stato permette che una persona anziana invece di starsene a casa a sonnecchiare in poltrona, debba uscire a cercare di vendere qualcosa per sopravvivere? E perché negli occhi della gente si vede così tanta indifferenza?

Questa è una ragione in più per imparare lo sloveno, vorrei sapere qualcosa di lei. Chiederglielo.
Perché ieri, quando le ho regalato 10 euro, mi ha guardato con degli occhi  così che di colpo e di nuovo mi sono resa conto di quanto sono fortunata, ad essere qui, il Paese in cui da anni volevo vivere, a abitare nela casa che volevo dall'inizio, con una coinquilina normale e tranquilla, ad aver conosciuto in meno di un mese gente di tutto il mondo, a dare l'impressione attraverso le mie foto di essere ancora e sempre in vacanza.

Ogni tanto tocca ricordarselo.
Ed esserne riconoscenti.
E pensare a cosa si può fare per rendere anche gli altri un po' più felici.


16.9.11

FINALMENTE GUARITA

Sono un paio di giorni che sono euforica.



Sarà perché, dopo essere stata rinchiusa in casa per due giorni per la febbre e raffreddore, tornare a scuola è stato un piacere.
Mi è piaciuta particolarmente la classe di II elementare, perché capivo tutto.
Poi ho scoperto che la maestra parlava lentissimo perché in classe non ero io l'unica straniera, c'era pure Mullalà o Mubillàlà o qualcosa del genere, un bambino del Tagikistan, o Kazakistan o della steppa Siberiana, non mi ricordo. Lo avrei dovuto capire, fra tutti i biondi con gli occhi azzurri, lui moretto con gli occhi quasi a mandorla spiccava abbastanza.
Mi hanno addirittura regalato una calamita a forma di farfalla azzurra per ringraziarmi della visita. Mi sa che avrei dovuto studiare per fare la maestra alla elementari, ci si diverte molto di più e i ragazzini hanno mille domande da farti, ma non sono timidi da tenersele per sè. E mi sa che continuerò ad andare alle lezioni di II perché così imparo qualcosa insieme a Mutrallallà!

Sono pure andata a una lezione di spagnolo e dato che in una classe ne sono state associate due per mancanza di alunni, la prof. (Maja) è stata molto contenta di avermi a supporto, e mentre lei spiegava cose nuove ad alcune alunne, io mi sono divertita con altre due a scrivere la descrizione dei loro fidanzati ideali e del fidanzato ideale della prof. Certo le ragazzine sono rimaste un po' sorprese quando le ho invogliate a scrivere che l'uomo ideale di Maja fa il calciatore, è muscoloso e ha i capelli rosa e 10 chiwawa, però poi alla fine si sono date anche loro alla libera e felice creazione. Sennò sai che rottura scrivere che tutti gli uomini ideali sono mori con gli occhi verdi, intelligenti e simpatici e con una casa al mare (che è ciò che va per la maggiore fra le quindicenni slovene a quanto pare!).

Oggi invece sono andata in gita alla miniera di Velenje.
http://muzej.rlv.si/en/

Purtroppo non si potevano fare foto dentro, ma in breve, ci hanno fatto mettere una specie di casaccona verde-azzurra, un casco in testa, ci hanno dato un panino e un succo di frutta e ci hanno stipati in un ascensore per farci scendere a 158 metri di profondità.  Il giro della miniera includeva anche una simulazione di crollo, e un giretto in un trenino a due all'ora e poi un sacco di storie interessanti raccontate in sloveno (menomale che Marjetka mi traduceva) e di cui io capivo solo verbi e numeri sparsi. E martedì ho l'esame di sloveno! Argh!

Tornando alla miniera, siamo andati con i ragazzini di 8° anno (terza media) che si sono comportati direi piuttosto bene. Niente canzoni porno sul pullman, niente tentativi di fuga nei cunicoli della miniere, niente cartacce lasciate qua e là, nessun ferito, insomma il tutto piuttosto rilassante.

Anche il viaggio per arrivare a Velenje è stato molto ameno per me, abituata al paesaggio lunare di Murcia.
Sono affascinata dall'architettura delle casette (o casone) slovene. Dai vasi di fiori traboccanti. Dai giardini e dagli orti in cui crescono le zucche con cui fanno il famoso olio per l'insalata.





Dal fatto che le strade siano pulitissime. Dal fatto che quando uno sloveno ti dice: c'è traffico - sembra il traffico di Roma una mattina di agosto alle 7. Dal fatto che continuo a non sentire squillare cellulari. Dal fatto che al semaforo vicino casa mia devi aspettare 70 secondi per attraversare se lo becchi rosso e sono solo gli impavidi (e gli stranieri) che si buttano in mezzo alla strada anche se non è verde. Gli sloveni aspettano, tranquilli. Magari poi maledicono il semaforo interiormente, ma a me 'sta città da un'idea di pace e di tranquillità che non vi potete immaginare - poi magari conta anche il fatto che ti fanno 20 euro di multa se attraversi con il rosso e/o fuori dalle strisce, e ho già conosciuto 3 persone a cui questa multa è stata fatta, quindi magari la gente rispettatto un po' di più le regole anche per quello - .

Mi sorprendo ancora a uscire di casa per andare al corso di sloveno e a trovare sempre una bici in affitto, a non aver avuto ancora nessun incidente, alla facilità con cui conosco gente per la strada.
L'altro giorno proprio dopo il semaforo dei 70 secondi, camminavo tranquilla quando d'improvviso sono passate contemporaneamente ben 5 bici! La tipa che camminava davanti a me si è girata, meravigliata di cotanto traffico e mi ha detto in sloveno (io ovviamente non l'ho capito):

accipicchiolina, quante bici!Perdindirindina!

Insomma, da cosa nasce cosa e in due secondi ho scoperto che lei parlava spagnolo (imparato in Perù), e che le piacerebbe parlarlo con qualcuno. Devo chiamarla questo fine settimana.

Insomma, ho conosciuto già talmente tante persone che delle volte mi dimentico di chiamare qualcuno quando usciamo perché siamo un sacco. Mi ricorda i tempi dell'erasmus, quando uscivamo in caravane di 50 persone. Però ora ho il vantaggio di conoscere anche sloveni a scuola. Un buon equilibrio, anche se a 3 settimane dal mio arrivo il mio livello di sloveno non è molto migliorato.

Oggi però ho dettato a Urša (la mia coinquilina - pare che questo nome sia parecchio comune in Slovenija) il mio numero di telefono in sloveno e lei mi ha detto che il mio accento è molto buono. Nonostante gli sforzi di Mr Ok di non farci imparare nulla! E ritorno a battere sul tasto dolente: martedì ultimo giorno di corso ed esame finale.

E che vi devo dire? Mi dispiace. Non tanto per il corso in sé, che mi è servito davvero poco
(apro parentesi- insomma, ora so come si dice porta, finestra, tavolo, sedia, ma non so dire: un biglietto per Lubiana - che è quello che devo dire tutte le volte che prendo il treno da Grosuplje a Lubjana, anche se, essendo l'unica straniera che bazzica per la stazione di Grosuplje mi sa che ormai hanno la mia foto segnaletica perché mi capiscono tutti - parentesi finita), ma mi dispiace perché smetterò di vedere giornalmente Melanie, Mathieu e Ana e mi mancheranno. Poi essendo Lubiana così piccola continueremo a vederci, però non potremo più farci grosse risate grazie agli impappinamenti di Mr OK.

Negli ultimi giorni ciò che mi ha fatto ridere di più è stato che il povero Mr OK, dato che io e Mathieu andavamo sempre a lezione muniti di dizionario per ribattere tutti i suoi errori, ha deciso di portarsi anche lui il dizionario. Ma il giorno dopo anche Melanie, da brava tedescona, se ne è portato uno: la versione compact del dizionario tedesco-sloveno, che ovviamente equivale alle nostre versioni normali-grandi.
Al che credo che Mr Ok abbia avuto un mezzo infarto. E infatti sia ieri che l'altro ieri ha addirittura cercato di prepararsi la lezione, e di fare uno schema alla lavagna prima del nostro arrivo.
Insomma, magari lui sì che ha imparato qualcosa da noi!

Stasera si esce, appuntamento alle 19.45. Preferisco di gran lunga uscire sul presto, invece che alle 11 di sera come in Spagna. Ci si gode di più la giornata fuori invece di stare a cincischiare a casa fino all'ora dell'appuntamento. Non so di preciso chi verrà a parte noi 4. Non so neppure dove andremo. Eppure è proprio questo il bello. Non bisogna scervellarsi così tanto per trovare un posto cool, un posto in, un posto che vada bene a tutti.

Se vado avanti così quando troverò il tempo per studiare per l'esame di sloveno?

13.9.11

SYSTEM FAILURE

E il raffreddore non se ne va! Uffa!

Ieri ho deciso di andare a scuola lo stesso anche se al risveglio mi sentivo un catorcio.
E, sopresa sorpresa, dato che la mia tutor non c'era mi hanno mandato a sostituirla.
Non si dovrebbe fare, i Comenius non possono essere lasciati in classe da soli, ma vabbè, io in classe da sola ci sono già stata e quindi ho saltato Educazione Fisica, mi sono preparata qualche cosetta e mi sono disposta ad affrontare il gruppo misto di anno 9 (quattordicenni) per 45 minuti.
Con tanto di registro.

I HAVE GOT THE POWER!



E mi sono ricordata perché non mi piace insegnare agli adolescenti.
Perché loro stanno in classe ma il loro cervello è altrove, perché se insegni in una classe normale e non una di genietti (come quella in cui ero stata la settimana scorsa) l'inglese per loro è un po' una rottura, vorrebbero parlare di computer o di calcio o di vestiti e non amano rispondere davanti a tutti e per di più in una lingua straniera. Non è facile coinvolgerli, controllarli, e fargli entrare qualcosetta in zucca.

Sono piccoli e grandi contemporaneamente, si vogliono far notare o vogliono sparire nel nulla, e ti considerano un alieno, non riescono a concepire che anche tu hai avuto la loro età, i loro brufoli, le loro mani sudaticce, i loro capelli impossibili da pettinare, i loro dubbi amletici e li capisci.

Così alcune ragazzine se ne sono state zitte zitte, altri volevano fare un po' i gradassi - in ciabatte, cosa che ancora mi fa sorridere ogni giorno - , e uno mi ha tartassato di domande sugli Stati Uniti (miracolo secondo una prof. che lo conosce e che dice che non parla mai; poi mi ha chiesto pure se ero sposata e dove viveva mio marito di tutti i Paesi in cui ero stata e se avevo 25 anni e se quando vivevo negli Stati Uniti avevo una pistola).

I 45 minuti sono passati in fretta e senza incidenti e poi me ne sono andata a lezione di musica con i piccoletti, a cantare in italiano la canzone della ... POLENTA! Io che sono una terrona ovviamente non la conoscevo, ma mi sono fatta una sacco di risate. Se siete curiosi di ascoltarla la trovate qua:

http://italiasempre.com/verita/labellapolenta1.htm

La canzoncina mi ha messo fame e la cuoca lo deve aver notato perché ieri ha superato se stessa e mi ha dato da mangiare per tre! E io da brava bambina mi sono mangiata tutto, così sono uscita da scuola che praticamente rotolavo e a casa mi sono dovuta fare una pennica!


Quando sono uscita per andare al corso di sloveno avevo ormai la febbre a go-go, poi con una dose di Mr OK che ormai si impappina più che mai ho cominciato ad avere le allucinazioni e per concludere in bellezza con gli altri tre della classe ci siamo andati a fare una birretta a stomaco vuoto e siamo finiti a parlare di fantasmi. (a quanto pare nella mia via è stato ucciso qualcuno e Matthieu mi chiedeva se non fosse magari il fantasma di quel tipo che gironzola per casa mia ...)

Quando sono tornata a casa avevo la sudarella e un'emicrania di quelle in cui sembra che ti stiano conficcando 100 spille nel cervello (e non c'è Hedex extra che tenga) e così ho deciso che oggi me ne rimanevo a casa a cercare di guarire una volta per tutte! Probabilmente non lavorerò neppure domani, saltando dunque la gita a cui mi ero segnata, perché sarebbe partire alle 6 di mattina e tornare alle 8 di sera e non vorrei schiattare prima di essere stata almeno un mesetto in Slovenia.

Ah, ieri infine si è materializzata la mia coinquilina fantasma, l'ho vista giusto mezzo minuto stamattina perché lei stava uscendo per andare al lavoro, dunque esiste e speriamo bene. Per ora so che c'è perché si è improfumata a pioggia prima di uscire e dunque tutta la casa odora del suo profumo. Non ne so altro.
Trovo solo un po' strano questo modo di affittare le case, per cui è il padrone che decide e tu praticamente non hai voce in capitolo. Però dato che anche lei lavora spero non sia una pazza scatenata o che non si dedichi a sgozzare galline in cucina! (quando vivevo in Spagna all'inizio condividevo casa con una portoghese che comprava porcellini interi al mercato e poi si dedicava a smembrarli per fare salcicce e affini, immaginatevi un po' che gioia per me vegetariana).

Poi continuo con la mia giapponesità, e infatti noto che la mia macchinetta fotografica soffre, sbuffa, delle volte si nota che non ce la fa proprio più e se potesse parlare direbbe:

Cecilia, e bastaaaaa a fotografare finestre, ma insomma, pensa un po' se un giorno si affaccia uno in mutande e si incavola o peggio, decide di farti vedere le sue (dis)grazie ... e basta a fotografare quello che mangi, e su, che mica ti danno grilli e cavallette a pranzo, è solo purè ... e basta a fotografare graffiti, che qua ce n'è uno ogni due millimetri, fammi riposà!

Ma io non ho pietà e continuo imperterrita ...




E ora forse sarebbe il caso che mi facessi un bel tè col miele per evitare di avere a lezione  la voce sexy da Rocco il camionista che fuma tre pacchetti di sigarette senza filtro.

11.9.11

NEDELJA

Nedelja significa domenica.

Non l'ho imparato grazie al prof. Mr Ok, con cui purtroppo le cose vanno di male in peggio. Resisto al corso di sloveno solo perché per farmelo rimborsare devo completarlo. E perché gli altri 3 sventurati compagni di classe (Melanie, Matthiew e Ana) mi sono simpatici e ci troviamo bene. Ormai le cose come ho già detto ce le spieghiamo fra di noi, mentre Mr Ok si dilunga in monologhi che non hanno né capo né coda.
Dice di essersi laureato in fonetica e poi quando gli chiedo una spiegazione, disegnando un simboletto fonetico alla lavagna mi guarda come se davanti avesse un rospo gigante o chessò un'aurora boreale e poi mi rimanda a posto.

L'altro giorno durante la pausa gli stavo chiedendo delle info su una compagnia di cellulari slovena e all'improvviso mi ha cominciato a parlare di una sua amica italiana che una volta gli aveva dato buca. Boh.
Attention deficit disorder? Un caffè corretto prima di venire a lezione? Chissà ...

I giorni della settimana in sloveno comunque li sapevo già da prima. Quando li dico stranamente mi perdo sempre il mercoledì. (ponedeljek torek sreda četrtek petek sobota nedelja)
Ora capisco più o meno  qualche verbo sparso. E i numeri. Dunque posso giocare a tombola in sloveno senza problemi.

In ogni caso, oggi è domenica. Da venerdì ho avuto un po' di febbre e raffreddore. Conseguenza del frescolino di una mattina che sono uscita di casa alle 5.45. Devo mettermi la sciarpa perché ho la gola delicata. Poi posso pure uscire coi pantaloni corti quando fa 20 gradi sotto zero, ma  la mia gola non ama le basse temperature. Così questo fine settimana me ne volevo andare in Croazia e invece sono rimasta qua.

Comunque sia mercoledì che venerdì vado in gita con la scuola. Ho deciso di approfittare di queste occasioni per verificare se i ragazzini si comportano come angioletti anche fuori scuola, e poi per girare un po' la Slovenia gratis! Mercoledì andremo alla Valle dell'Amore, o Lago dell'Amore o qualcosa del genere. Venerdì a visitare una miniera.

In questo fine settimana invece solo brevi uscite per bermi qualche tazza di tè e fare foto a destra e sinistra come una giapponese con il dito incastrato sul click click click.


(La tipica faccia sbattuta, come direbbe mia madre
- e un'idea geniale di questo bar: usare le teiere piccole come zuccheriere!)

Nei miei vagabondaggi per la città, penso a Roma, rovinata dai tag-firme dei graffitari ... qui invece di firmare gli artisti della bomboletta si dilettano in composizioni che danno un carattere ancora più favoleggiante a Lubiana. Ci si potrebbero scrivere mille storie. Ci potrei scrivere mille storie. Sono bombardata da ispirazione. Secondo me è per questo che mi è venuta la febbre, per sovraccarico di idee.





Insomma, ogni angolo trasuda creatività, immagini, parole, canzoni, storie,
sembra il set di un film in cui ci sono anch'io. Vado in balcone a stendere i panni e mi affaccio sul cortile interno in cui una vicina annaffia i girasoli e dove sonnecchiano gatti ciccioni e penso:
ma è vera questa vita? O sto facendo la comparsa?

Era da parecchio ormai che non provavo questa sensazione,
quando tutto è nuovo e speciale e vado in giro a bocca aperta e naso in su
a fotografare finestre come un'ossessa.



Poi mi ricordo che domani devo tornare a scuola, che la mia tutor non verrà perché la sua bimba è malata e che quindi sono più o meno sola a gestirmi, che devo scrivere la relazione delle mie intenzioni didattiche di tutto l'anno, che devo devo devo devo ... e mi incanto a guardare fuori dalla finestra, un tipo che sul tetto del centro sociale qua davanti scruta le montagne, con uno strano strumento musicale sulle spalle (una specie di corno gigante), o le mongolfiere che volano all'orizzonte.



8.9.11

SVEGLIA, SONO LE 5.30!!!

Ora che la scuola è davvero cominciata e il corso di sloveno pure, le mie giornate più o meno sono quelle di una suora di clausura non rinchiusa!

SVEGLIA: fra le 5.00 e le 6.00
APPUNTAMENTO PER ANDARE A SCUOLA: fra le 6.30 e le 7.00
SCUOLA: dalle 7.30 all'1 o 1.30 (ma da ottobre saranno più ore)
PRANZO: variabile fra le 11.30 e l'1.30 (a scuola)
ARRIVO A CASA: fra le 2.00 e le 3.00 (dipende da se prendo il treno o mi accompagnano)
RIESCO DI CASA: fra le 4.00 e le 4.20
CORSO DI SLOVENO: fra le 5.00 e le 7.30
RITORNO A CASA: verso le 8.30
CENA/DOCCIA/BLOG: 1 oretta
A NANNA: alle 10!

In realtà è così dal lunedì al giovedì, poi i venerdì non lavoro (ma a volte se c'è qualche evento speciale sì) e comunque il corso intensivo di sloveno durerà solo fino al 20 settembre. Vi do qualche altro dettaglio di questa emozionante vita:


Sveglia: fra le 5.00 e le 6.00. A quell'ora non si sono svegliati neppure gli uccellini e non è ancora sorto il sole. Mi sveglio presto perché la mattina mi piace fare le cose con calma, bermi un caffè preparato la sera precedente (nescafè, ricordatevi che culinariamente non sono italiana) con i biscotti, dare un'occhiata alla posta/facebook e compagnia bella, e svegliarmi del tutto. In caso di necessità questa fase può essere però ridotta a 10 minuti!

Verso le 6.15 esco di casa: (a volte un po' più tardi) per andare all'appuntamento con Marjetka. Mi conviene andare in macchina con lei perché ci si mette pochissimo ad arrivare a scuola (una ventina di minuti), e poi mi faccio due chiacchiere. Lei parla abbastanza italiano, e la mattina le chiedo cose varie di sloveno.

Per arrivare al posto dell'appuntamento (dato che non mi va di farle fare il giro del mondo) scarpino una mezzoretta. A quell'ora, non ci crederete, ma c'è già gente in giro che va al lavoro e ragazzini che si dirigono a scuola. Già comincia a fare freschetto e così mi sveglio del tutto.Ne approfitto per dare sfogo alla mia giapponesità e fotografo tutto, soprattutto graffiti!


Verso le 6.45 - 7 partiamo in direzione Grosuplje, attraversando un paesaggio che già avete visto sulle foto scattate dal treno: montagne, nebbia, altre montagne, alberi, alberi, alberi, nebbia, mucche, cavalli, nebbia. Siamo fortunate perché la mattina c'è traffico in direzione Lubiana, non il contrario.



Arriviamo a scuola prima della prima lezione del giorno (che è alle 7.40).

In questa prima settimana, e anche la prossima, il mio compito è stato osservare. Cioè sedermi in una classe e prendere appunti su varie cose: metodi, comportamento, disposizione della classe, materiali, se i ragazzini si tirano gli astucci, se si danno le schicchere, se qualcuno cerca di buttarsi dalla finestra o di nascondersi nell'armadio - ma qua in Slovenia di queste amenità mi pare che non ne succedano ecc.

Sono stata principalmente a lezione di inglese e che vi devo dire: gli sloveni a livello di lingue hanno una marcia in più. Alcuni ragazzini di 14 anni parlano come veri madrelingua, accento perfetto!Sono stata nella classe dei genietti, e mi chiedo: che cos'altro gli si può insegnare? All'università non ho mai avuto un classe di livello così alto!

Ieri sono stata in una classe di piccoletti (9 anni). La maestra aveva organizzato un'attività che combinava ciò che imparano in matematica (i grafici) con le attività delle vacanze. A parte questo, i ragazzini sapevano parole come hiking, shark, deep. E una marea di canzoncine con inclusi balletti sculettanti. La maestra ovviamente è super in forma perché anche lei partecipa a tutte queste coreografie, praticamente fanno educazione fisica ed inglese contemporaneamente! Ho notato che varie prof. enfatizzano molto l'importanza dello sport e delle attività all'aria aperta.

Ho anche conosciuto uno dei pochi ragazzini sovrappeso della scuola, che è anche uno dei pochi ad avere problemi di comportamento e disciplina. Saranno collegate le due cose: alimentazione sana = bimbi tranquilli, svegli e felici? - alimentazione Mc Donald's = ragazzini svogliati o iperattivi o maleducati o aggressivi?
Nel documentario Supersize Me si sostiene che è proprio così.

Io sono solo tre giorni che mangio a scuola e mi sento vispa come una vespa!
(parlando di vespe, ce ne sono a bizzeffe in giro, e mi hanno detto che ciò significa che l'inverno sarà freddo).
(e parlando del pranzo a scuola, non faccio foto perché davvero mi sento già abbastanza sotto gli occhi di tutti, ma la cuoca mi ha preso sotto la sua ala protettrice e mi riempie i piatti fino all'inverosimile, mi da doppia razione di frutta, yogurt, mezzo chilo di insalata.)


 Tornando ai ragazzini di 9 anni,  erano superemozionati perché c'ero io in classe (seduta in uno dei loro banchetti bassi, che ridicola!) e quindi si sbracciavano per rispondere. Una bellissima atmosfera. Sarà che le elementari e le medie sono insieme, ma qui i ragazzini mi sembrano tutti ancora molto innocenti, non dei piccoli criminali come ho visto altrove.

Sono stata anche in una classe di un minigruppo di sostegno e devo dire che sono stata davvero fortunata: si tratta di un gruppetto di adolescenti con qualche problemino, ma dolcissime e interessatissime. Oggi gli brillavano gli occhi e quando la maestra mi ha mandato a sedermi vicino a una di loro, questa ragazzina si è davvero emozionata. Era contentissima. Poi ci siamo alzati a vedere su una cartina da dove venivo e dove avevo vissuto e le tre ragazzine facevano un sacco di domande. Il loro livello di inglese corrisponde praticamente al mio livello di sloveno, quindi anche per me è positivo partecipare a quelle lezioni.

E poi ho assistito anche a lezioni di educazione tecnica, geografia, chimica e biologia. Il tutto in sloveno. E ho capito come si deve sentire un ragazzino, figlio di immigrati, appena arrivato in una nuova scuola e un nuovo Paese di cui non conosce la lingua. Stare seduto e capire solo una parola ogni 50. Io poi ho il vantaggio di averle già studiare queste cose, di non dover passare nessun esame, di poter prendere appunti su altre cose che mi sembrano interessanti dal punti di vista didattico.
Ma ci pensate a ciò che si deve sentire dovendo stare seduti fra ragazzini della propria età che non parlano la tua lingua, professori che non possono fare niente di speciale per te perché comunque hanno un programma da seguire, ed essere lontano da casa e dai propri amici?

Oggi ero in una classe della sede distaccata della scuola, in un paesino ancora più piccolo di Grosuplje (Pulica). Quella scuola è praticamente frequentata solo da 70 ragazzini, e ci sono vari stranieri (soprattutto figli di immigrati da altri Paesi della ex-Yugoslavia: Macedonia, Serbia, Bosnia ecc. I padri vengono in Slovenia per lavorare come muratori). E sono finita in classe con un bimba macedone alla sua prima settimana di scuola qua. Non parla sloveno ed eravamo in classe di inglese, che lei non aveva mai studiato. Teneva gli occhi bassi, copiava dalla lavagna quando gli altri copiavano e ogni tanto mi lanciava un'occhiata, forse rassicurata dal fatto che c'era pure io in quella classe che non capivo niente quando la prof. parlava sloveno. Ho quasi pensato di chiedere di lavorare da sola con lei durante quell'ora. Chissà, forse potrebbe sentirsi più a suo agio con un'altra persona che non è di qui.

Ovviamente dopo questa intensa settimana ho il cervello che fuma.

Devo organizzare qualche attività per la settimana delle lingue che si svolgerà dal 19 settembre, mi pare. (ho pensato di parlare degli stereotipi, facendo fare delle scenette ad alcuni studenti volenterosi).
Devo scrivere un resoconto di tutto ciò che ho fatto in ogni lezione, cosa mi è piaciuto, come potrei contribuire e qualcuna delle mie genialate.
Devo pensare a cosa vorrei fare concretamente e in che classi: ho infatti notato che alcuni prof. sono decisamente più disponibili ed interessati di altri, ed alcuni sono più simili a me a livello didattico (preparano materiali extra o giochi/attvità) quindi mi piacerebbe collaborare con alcuni di loro.

E devo studiare sloveno, perché con il prof. Mr OK (ho già detto che mi è toccato di nuovo lui??? NOOOO!) le cose vanno di male in peggio. Uno dei peggiori prof. che io abbia mai conosciuto in vita mia, praticamente ci spieghiamo le cose fra di noi in classe. E siamo rimasti solo in 4. Una catastrofe.
Ieri ci spiegava i verbi che sul libro sono stati divisi in modo un po' assurdo, saltando la persona NOI e LORO. Gli ho chiesto se in ogni caso me le poteva dire, giusto per farmi uno schema e mi ha detto di no, perché li troverò sul libro numero 3 della serie. Ma insommaaaaaaa ... mica gli ho chiesto di dirmi la sua password o il suo codice fiscale! Voglio solo sapere due verbi, cavoli!

In ogni caso alla fine me li sono cercati da sola. Forse avere un prof. così mi stimola pure di più a studiare per conto mio, perché intanto da lui non imparo nulla. Lui è talmente sconsclusionato.
Ma dico io: se sul libro come esempio c'è il verbo parlare, che senso ha copiare alla lavagna di nuovo il verbo parlare? Ma scrivine un altro no, zuccone?
E dato che io gli rompo abbastanza, ogni 5 minuti mi manda alla lavagna a trascrivere cose che ci sono già sul libro. Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!

E parlando del corso di sloveno, vi abbandono qui e mi metto a fare un po' di esercizi!
Ho giusto un'oretta ... forse sarebbe meglio fare una pennichella?

Se vidimo!

5.9.11

Formaggio fritto

Ebbene sì, oggi ho mangiato a scuola. In realtà metà a casa e metà a scuola (poi vi spiego).

E il menù di oggi comprendeva:

- pure di patate
- due pezzi di formaggio fritto. Della serie cordon bleu (ma come si scrive? boh) ma senza il prosciutto
- lattuga e pomodoro
- carote, broccoletti e funghi lessi con salsetta (spero non di carne, io ho specificato che se mi danno carnepescefruttidimarebrododipollo vomiterò copiosamente sul pavimento della mensa)
- pera
- uva
- acqua aromatizzata ai frutti di bosco (non lo avevo notato e alla prima sorsata vi potete immaginare la mia faccia, considerando come si sposano bene le more con i broccoletti!)

Dico che ho mangiato un po' qua e un po' là perché stamattina romanticamente mi ero alzata alle 3 per vedere la pioggia cadere. Proprio così, la scozzese che è in me ha avuto un attimo di nostalgia e mi sono seduta davanti alla finestra ad ammirare il temporale.
Poi mi sono riaddormentata, ma solo fino alle 5.45, perché essendo nella nuova casa l'appuntamento con la prof. che mi da un passaggio (Marjetka, anima pia) era cambiato e sono andata prima in avanscoperta (15 minuti a piedi, si può fa!). Devo ammettere che ieri sera ero andata a letto prestissimo, tipo alle 10.30, e alle 3 quando mi sono svegliata sono zompata dal letto come un grillo pensando di dovermi preparare già e di dover scarpinare sotto la pioggia.
La famosa insonnia mattutina slovena, ne ho già parlato.

In ogni caso, tutta 'sta storia per dire che oggi all'ora di pranzo ero un po' rimbecillita.
La tutor mi aveva mandato un superplanning di ciò che dovevo fare oggi.
Osservare tre lezioni e scrivere una Divina Commedia didattica di ciò che vedevo.

Però la prima lezione era alle 10.30, io ero a scuola da prima delle 8, quando sono entrata nella prima classe praticamente era già ora di fare una siesta.
Nelle quasi tre ore precedenti me ero fatta tutti fantastici schemini di cosa osservare, come, quando, perché, che anno, che prof., che classe, che piano, che che re cheeeeeee ...
e invece poi oggi una prof. stava male, quindi alla prima lezione hanno accorpato due classi, la seconda saltata e la terza un altro accorpamento. (poi in un altro post magari vi parlo di come sono i ragazzini, ma vorrei prima conoscerli meglio, datemi una settimanella e vi aggiorno).

Il fatto è che io mi scordo che le lezioni sono di 45 minuti + 5 di pausa.
Così quando è finita la prima lezione ho cincischiato prima di andare a pranzo. Sono scesa a mensa alle 11.45 e solo mentre aspettavo mi sono resa conto che la lezione successiva era alle 12.10.
Così mezzogiorno quando infine mi hanno dato il menù di cui sopra, ho pensato che invece di trangugiare tutto come uno struzzo, avrei potuto mettere la metà delle cose in un contenitore che casualmente mi ero portata (perché il pranzo può essere pure take-away).

Mi sono sentita un po' come quelle signore anzianotte che vanno ai viaggi organizzati dalla parrocchia e quando le portano al ristorante cominciano a ficcare cose in borsa in cui casualmente hanno una collezione di tuppeware o un rotolo di alluminio: cotolette, patate fritte, pane, frutta, bustine del caffè, saliere, tovaglioli, cucchiaini ...

Vabbè, io non sono stata così esagerata, a scuola ho mangiato pure e verdurine e ho riservato il formaggio fritto per casa. Menomale, perché se me lo fossi mangiato e poi fossi andata a lezione sarei stramazzata sul banco.

Oggi poi sono pure andata a fare un altro po' di spesa e ho fatto un nuovo acquisto stellare:

l'olio da insalate che sa di noccioline bruciate!
Aveva un colore un po' denso e scuro ... avete presente l'olio quando ci avete fritto e rifritto qualcosa? Gli spagnoli in linea sapranno di cosa parlo. In ogni caso, era di quel colore lì, ma costava solo 2 euro e tutti gli altri un occhio della testa e dunque vada per l'olio carbonizzato. Che vi devo dire? A me piace! L'ho appena usato e ha proprio il sapore delle arachidi ben tostate. Gnam!

Avevo già raccontato la faccenda del burro scambiato per Philadelphia vero? Beh, quello l'ho abbandonato nella vecchia casa. Poi ci sono gli yogurt che esplodono (non ci crederete, ma mi è successo di nuovo, questa volta però non nello zaino, ma nella borsa!). Per il resto tutto normale.
A parte la torta che mi hanno fatto assaggiare oggi a scuola, che non so se era un tentativo di avvelenamento.Per un momento ho pensato che dentro c'era una fetta di carne.

Sì, svegliarsi alle 3 di mattina non mi fa per niente bene. Mi porta a pensare che le mie nuove colleghe vogliono avvelenarmi. Mi devo fare una maglietta con scritto: contenitore per la raccolta di frutta e verdura, per favore non introdurre carne, pesce e animaletti morti.

Vi lascio con una foto di parte del pranzo di oggi, alcune cose le avevo già furtivamente ficcare in borsa.
Non vi dico la faccia di tre alunni che passavano di lì in quel momento:
avranno pensato che vengo da qualche Paese lontano ed esotico dove non si mangia il purè!


4.9.11

Da 25 a 35 - globalizziamo!

Ieri con Eva (la francese) siamo andate al megacentro commerciale di Lubiana perché lei, che si è appena trasferita dalla mia stanza all'appartamento accanto al mio, doveva comprare cose per la sua nuova camera.

Ebbene sì, nonostante il centro di Lubiana mantenga inalterato il suo fascino di altri tempi, fuori città c'è il BTC. Menomale che casualmente ne avevo letto su un altro blog, sennò mi sarebbe preso un accidente.
Questo posto è praticamente una città a parte. E guardate che io sono stata nei mall giganti degli USA e prima di arrivare qua vivevo a Murcia, dove i centri commerciali si riproducono come coniglietti innamorati.

Ma il BTC è un'altra cosa. Perché non è un centro commerciale, ma una zona commerciale IMMENSA! 4 fermante di autobus. Che se è la prima volta che ci vai non sai dove scendere. Dopo il BTC viene solo l'aeroporto. Quasi quasi ti viene voglia di far vedere a qualcuno il passaporto. Ciò ti fa capire che non è Slovenia, ma un altro paese a parte.  Quello dell'invasione della globalizzazione. Non mi piace. Non qui. Non a Lubiana.

Infatti, non ci crederete, ma non ho comprato niente.

A parte la mia promessa di non comprare cose - finora devo aggiungere alla mia lista del 2011 una coperta, un cuscino e un cesto per la biancheria, e soprattutto quest'ultimo è stato la risposta al richiamo del consumismo ... Cecilia, compramiiiii, costo solo due eurooooo, sono in sconto, prima ne costavo treeee -, il posto non mi ispirava proprio.


Mancava giusto l'IKEA, il resto c'era tutto. Anche se i nomi dei negozi erano diversi da quelli a cui di solito sono abituata, alla fine era sempre la stessa roba. Fortunatamente ieri non c'era tanta gente (mi erano state preannunciate orde barbariche all'attacco, invece io direi che era piuttosto vuoto).
L'unico posto dove mi sono sentita tentata di comprare qualcosa è stato al supermercato, reparto insalatine e frutta da asporto!




Però lo devo riconoscere, vendono pure schifezze, anche se per ora non ho visto nessuno mangiarle e ripeto, non ho ancora visto nessun vero cicciottone!


Questa foto non tende l'idea delle dimensioni, ma le bombe (ripiene di marmellata o cioccolata sulla sinistra) sono delle dimensioni della capoccetta di un bambino neonato, per la modica cifra di 60 centesimi.

In ogni caso, vi chiederete, il titolo di questo post che significa?

Ieri mentre gironzolavo con Eva per il BTC e lei comprava di tutto di più (lenzuola, coperta, una collana, casse per ascoltare meglio la musica dal computer, un bollitore per l'acqua, ceci, rosmarino e qualche altra spezia, una confezione di panini ripieni)  io riflettevo.

Su come fra i 20 e i 30 anni (o 25-35) si verifica il cambiamento a livello di shopping.

Eva ha 21 anni, è venuta a Lubiana in erasmus. E il negozio in cui si è soffermata di più mi ricorda tantissimo un negozietto in cui io passavo ore e ore a Murcia, ai tempi del mio erasmus.
Il negozietto della roba finto orientale, indiana, pakistana, nepalese o finto sudamericana.

Forse è genetico, le ragazze sotto i 25 anni amano quel genere di cose. Che sono queste della lista che segue:

- Coperte ruvide che ti graffiano il sedere quando ti ci siedi, di mille colori, che poi la prima volta che le metti in lavatrice si sfilacciano e stingono, diventando di un arancione sbiadito uniforme. C'è pure da dire che pesano una tonnellata e non riscaldano per niente, ma sono tanto bellineeee ...
- Cuscinoni ripieni di non si sa che, con specchietti e sonaglietti che poi quando ti ci appoggi ogni volta che ti muovi sembra l'invasione di Campanellino e tutte le sue amiche.
- E come potrebbero mancare le candele di mille colori, forme, odorose di muschio selvaggio della steppa siberiana, mughetti raccolti a mano da fanciulle alla prime luci dell'alba, limoni siciliani, vaniglia erotica? Io ne conservo ancora di quell'epoca, mio padre le odia e sostiene che siano pure tossiche.
- Incenso. Per stordire naso e cervello. O per nascondere puzze. E pensare che ero una superfan pure di questo, invece ora mi fa venire l'emicrania! Anche questo propinato in mille forme, colori e odori, per propiziare l'amore per sempre, per il tuo segno zodiacale, per il relax, per rinfrescare. Per me, arrivata a quest'età puzzano tutti.
- Animaletti di pietra. I più gettonati sono i gufi e gli elefanti. Con piccoli forellini ovunque per ficcarci i bastoncini del suddetto incenso. Poveri animaletti crivellati. Io ne ho proprio un esemplare, un bel girotondo di elefanti che si tengono le code con le proboscidi e in centro un bel paio di buchetti per i bastoncini di incenso.
- Borse. A righe. Di almeno 357 colori. Sacche in cui ficcare tutto alla rinfusa e in cui non si trova poi più niente. Poi il bello è rovistarci dentro alla ricerca del prossimo elemento della lista ...
- Il portafoglio o portamonete etnico. Il portafoglio di solito è finissimo e non c'è lo spazio per gli spicci. Però è di mille colori come la borsa ed è decorato con un bellissimo bottoncino che si impiccia a tutto e prima o poi si stacca. Il portamonete etnico è di finto-pelle, puzzolente all'inizio, con facce di animali (in questo caso gatti e gufi vanno per la maggiore), e talmente piccolo che al massimo c'entrano 3 euro. Il vantaggio di avere portafoglio e portamonete separati in una sacca etnica senza tasche è che poi il tempo di rovistamento si moltiplica, dando un'aria decisamente bohemienne sbarazzina al possessore di tali oggetti (e facendo incavolare i camerieri o commessi che aspettano di essere pagati).
- Pantaloni bragaloni. Fini fini che così poi in 3 lavaggi diventano trasparenti. E ruvidi come le coperte di cui sopra, per farsi un bel peeling al sedere. E questi vanno associate ampie camicie di lino non stirabili, casacche mille tasche e mille colori, e ciabatte. Per questo genere di abbigliamento, anche se si sta a 20 gradi sotto zero, non esistono le scarpe, ma solo sandali. E questi sandali sono di due tipi: rasoterra in modo da avere i piedi luridi dopo due secondi, e con mille fibbie e lacci, e spesso dotati anche questi di campanellini.
- Collanine, braccialetti e catenine. Di finta pietra, finto osso di balena, finto dente di squalo e probabilmente vere ossa di pollo. Con i soliti disegnini: sole, luna, gufo, gatto. Da associare ad orecchini che si agganciano ai capelli che è una delizia.
- Brucia essenze e porta candele. Perché a meno di 25 anni tocca stordirsi il naso a quanto pare. Io all'epoca ne avevo tre di brucia essenze e me li dimenticavo ogni volta accesi, così quando tornavo in camera c'era sempre un buonissimo odore di arancia o limone bruciati. Per quanto riguarda i portacandele, il mio migliore acquisto è stato nel 1999, uno a forma di faro!
- Decorazioni varie per le stanze: lampade marocchine, teiere giapponesi, stoviglie cinesi, bambolette boliviane, statue africane. Tutto un mix insensato a cui poi vanno aggiunti i tatuaggi.
Lo ammetto, anche io ero così. Ho un tatuaggio dell'OM indiano e uno dell'UDJAT egiziano. Non me li cancello perché me li sono fatti con due amiche, e come memento di ciò che ero. Semmai avrò figli non potrò impedirgli di bazzicare per questo tipo di negozi.

Lo ripeto, è genetico e internazionale, per gli occidentali.
Però anche un po' ridicolo se uno ci pensa bene.

Ve lo immaginate un cinese che decora la sua casa con una bella statuetta del colosseo, una della torre Eiffel, una bella tovaglia a quadretti che fa molto trattoria, e poi un tappeto svedese, e in frigo mette un po' di baccalà che fa tanto portoghese e delle olive nere e feta per avere un pizzico di Grecia. E poi ascolta musica brit-pop, e si veste come i mugnai svizzeri? E porta magari qualche immaginetta sacra ortodossa stampata sulla maglietta giusto per gradire?

Che penseranno le persone di quelle culture quando ci vedono mischiare copie dei loro simboli senza ritegno, come se Africa-Sud America-Asia fossero tutte un grande paese? Sono cose a cui uno a meno di 25 anni non pensa, mentre fa manbassa di teli di yuta, scatolette di giada, immagini di Krishna, tappeti di lana di pecorona e allegramente decora la sua vita e la sua stanza.

Questa è un'altra faccia della globalizzazione.

Amici bohemienne, non vi offendete e non me ne vogliate, tutte queste cose le ho possedute anche io, non è una critica, solo un modo di riflettere sul perché cerchiamo  l'altro da noi, in culture lontane di cui spesso non sappiamo nulla. Sarà perché odiamo i simboli della nostra? Perché ci ricordano le nostre origini, povere e contadine? Insomma, perché appendiamo sopra il letto un dream-catcher e non un crocifisso?

Calcolate che stamattina mi sono svegliata alle 6.45, Lubiana silenziosissima, solo i passerotti che cinguettano e le campane della chiesta che appunto scampanano ... e che sono in una vecchia casa, dai tetti alti, le finestre con la vernice un po' scrostata, il parquet che scricchiola, il balcone con la panca di legno, una tazza di tè ... chi non farebbe riflessioni filosofiche in questo contesto?


2.9.11

BENVENUTI IN PRIMA ELEMENTARE

Riuscite a trovarmi nella foto?? Vediamo chi indovina!

Questo era l'anno 1982 e stranamente, io che ho molti ricordi di quando ero piccola, non mi ricordo il primo giorno della prima elementare. Forse perché l'asilo lo avevo fatto nella stessa scuola, con praticamente tutti gli stessi compagni e dunque l'unico cambiamento degno di nota quell'anno era stato passare dal piano terra al primo piano della stessa scuola. (e che il grembiule non era più bianco, ma blu).

Mi ricordo sì un'aula immensa e quadretti alle pareti con l'alfabeto rappresentato da varie figure ... ricordo in realtà solo la C di cane, raffigurata dalla capoccia di un cane marrone con la lingua fuori.
Poi in prima mi sono pure innamorata per la prima volta e ho vissuto per la prima volta l'insonnia d'amore e le pene dell'inferno quando la suora ha deciso che questo matrimonio nun s'ha da fare, però quella è un'altra storia.

Ieri invece è stata il giorno di accoglienza dei bimbi di prima da noi, è venuta addirittura Miss Slovenia a fare un discorso. Io non ho mica capito chi era, forse tanto bella non doveva essere. Hanno parlato la direttrice, il sindaco panzuto, un altro tipo, e poi anche un poliziotto. Io però dopo i primi due discorsi me ne sono andata, ieri avevo un po' la luna storta.

Sarà perché ero arrivata a scuola di buon mattino (7.30) e fino all'arrivo della mia tutor nessuno mi aveva rivolto la parola. Eppure mi ero messa la maglietta pulita, non puzzavo, ero pettinata. Boh.
Ero circondata da tutte queste prof. che parlavano - o meglio, gridavano in sloveno fra loro - ma io invisibile.

Molte delle prof. non parlano inglese, le capisco. Altre non sanno neppure chi sono. E mi chiedo che penseranno loro, vedendomi lì muta, intenta a scribacchiare sul mio quadernino.
Io però ci ho provato a parlare in sloveno, perché una delle prof. stava trangugiando caffé e red-bull contemporaneamente, e le ho chiesto: caffè E red-bull? (wow, domandona).
Mi ha guardato con l'espressione di : si salvi chi può! - o - figlia mia, non sai cosa ti aspetta!
E basta. Conversazione chiusa.
Diciamo che mi sono sentita un po' isolata eun po' idiota.
Ma vabbè, da lunedì mi porterò il libro di sloveno, lo sfoggerò spudoratamente, così quelle che non mi conoscono lo capiscono che non è che sono una cavernicola timidona, ma che semplicemente ne razumen slovensko (non capisco lo sloveno).

In ogni caso questo fatto mi aveva fatto un po' girare le scatole, poi quando la tutor è arrivata ci siamo messe a organizzare il mio orario e praticamente fra codici, nomi e cognomi dei prof., numero delle aule, orari, era come aver messo il cervello nel frullatore.

Mi immagino già la scena di me stessa che lunedì mattina vaga nel corridoio sperduta cercando la classe di 8° anno, livello 3 (i genietti), con la prof. Mateja (ma Mateja Z, non Mateja P), alle 10.50, aula 46, biblioteca ... o qualcosa del genere.
Insomma, sarà un gran bel correre di qua e di là, per me è già tanto ritrovare la sala professori.

Secondo il mio orario il primo mese - dato che mi sono segnata al corso di sloveno pomeridiano - avrò lezione una media di 4 ore al giorno, al massimo fino alle 13, perché poi devo tornare in treno nella capitale.

Il primo giorno in ogni caso nella mia scuola è parecchio emozionante.
Decorano la zona mensa, montano un palco, i bambini di prima vengono portati dentro sotto gli occhi di tutti (non ho controllato se in ciabatte o con le scarpe), I più grandi fanno bolle di sapone dal secondo piano,  la direttrice gli dice grandi cose (io capivo solo bello e alunni e alunne e molto e scuola), poi il sindaco dice altrettante cose con il vocione da orco (a questo punto una bimba si è messa a piangere), nel frattempo suona qualche musichetta, poi gli fanno uno spettacolo di marionette (ma io me ne sono andata, perché ho pensato che lo spettacolo sarebbe stato fatto classe per classe) e poi parla la miss, un poliziotto che si raccomanda di non correre, di stare attenti ad attraversare ecc. e poi tutti in classe per la distribuzione libri.





Insomma, pare che a scuola vadano proprio fieri di questa bella cerimonia che in altre scuole non si fa.

I primi giorni poi saranno di organizzazione e gestione, verranno consegnati i libri (ho già detto che qui non li comprano le famiglie, ma li passa la scuola, e poi alla fine dell'anno vengono raccolti per essere usati l'anno successivo?), insomma cose di ordinaria amministrazione a cui parteciperò in veste di osservatrice che non capisce quasi niente di ciò che viene detto. Meglio. Così potrò capire quello che sentono i piccoletti quando per la prima volta parleremo in inglese.

Quindi verso le 10 la mia giornata lavorativa era già finita e questa volta, stampando la cartina da google map, mi sono avventurata io per la strada di ritorno alla stazione. Sinistra, in cima alla collina e poi dritto e a sinistra. 7 minuti trasformatisi in 15 perché mi sono fermata a fare foto (come Pollicino lasciava le mollichelle o i sassolini, io faccio foto per studiarmi gli itinerari).


Grande traffico come vedete! Cosa penseranno gli abitanti di Grosuplje a vedermi fare foto?
Che sono una speculatrice immobiliare che vuole comprare le loro case?
Non credo che vengano molti turisti da queste parti. E soprattutto, in inverno, con la neve alta così, quanto ci metterò a scalare la collina (senza marciapiedi) per arrivare alla stazione? Dovrò comprarmi una slitta?

Insomma, il primo giorno non è andato esattamente come speravo.

Ah, ho dimenticato di dire che in tutto il discorso della direttrice : alummi e alunne, bla bla bla, bello ... bla bla bla ... scuola ... bla bla bla, a un certo punto ha detto pure il mio nome e io che ero al piano di sopra ho dovuto fare il saluto con la mano come le principesse appena sposate quando vengono presentate al popolo. Quindi ora in realtà spero che la gente mi riconoscerà a scuola e che mi dirà due parole.

In ogni caso l'approccio reale ed effettivo con le classi sarà lunedì alle 10.30.

Grazie gentili ascoltatori ed arrivederci alla prossima puntata!