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4.9.11

Da 25 a 35 - globalizziamo!

Ieri con Eva (la francese) siamo andate al megacentro commerciale di Lubiana perché lei, che si è appena trasferita dalla mia stanza all'appartamento accanto al mio, doveva comprare cose per la sua nuova camera.

Ebbene sì, nonostante il centro di Lubiana mantenga inalterato il suo fascino di altri tempi, fuori città c'è il BTC. Menomale che casualmente ne avevo letto su un altro blog, sennò mi sarebbe preso un accidente.
Questo posto è praticamente una città a parte. E guardate che io sono stata nei mall giganti degli USA e prima di arrivare qua vivevo a Murcia, dove i centri commerciali si riproducono come coniglietti innamorati.

Ma il BTC è un'altra cosa. Perché non è un centro commerciale, ma una zona commerciale IMMENSA! 4 fermante di autobus. Che se è la prima volta che ci vai non sai dove scendere. Dopo il BTC viene solo l'aeroporto. Quasi quasi ti viene voglia di far vedere a qualcuno il passaporto. Ciò ti fa capire che non è Slovenia, ma un altro paese a parte.  Quello dell'invasione della globalizzazione. Non mi piace. Non qui. Non a Lubiana.

Infatti, non ci crederete, ma non ho comprato niente.

A parte la mia promessa di non comprare cose - finora devo aggiungere alla mia lista del 2011 una coperta, un cuscino e un cesto per la biancheria, e soprattutto quest'ultimo è stato la risposta al richiamo del consumismo ... Cecilia, compramiiiii, costo solo due eurooooo, sono in sconto, prima ne costavo treeee -, il posto non mi ispirava proprio.


Mancava giusto l'IKEA, il resto c'era tutto. Anche se i nomi dei negozi erano diversi da quelli a cui di solito sono abituata, alla fine era sempre la stessa roba. Fortunatamente ieri non c'era tanta gente (mi erano state preannunciate orde barbariche all'attacco, invece io direi che era piuttosto vuoto).
L'unico posto dove mi sono sentita tentata di comprare qualcosa è stato al supermercato, reparto insalatine e frutta da asporto!




Però lo devo riconoscere, vendono pure schifezze, anche se per ora non ho visto nessuno mangiarle e ripeto, non ho ancora visto nessun vero cicciottone!


Questa foto non tende l'idea delle dimensioni, ma le bombe (ripiene di marmellata o cioccolata sulla sinistra) sono delle dimensioni della capoccetta di un bambino neonato, per la modica cifra di 60 centesimi.

In ogni caso, vi chiederete, il titolo di questo post che significa?

Ieri mentre gironzolavo con Eva per il BTC e lei comprava di tutto di più (lenzuola, coperta, una collana, casse per ascoltare meglio la musica dal computer, un bollitore per l'acqua, ceci, rosmarino e qualche altra spezia, una confezione di panini ripieni)  io riflettevo.

Su come fra i 20 e i 30 anni (o 25-35) si verifica il cambiamento a livello di shopping.

Eva ha 21 anni, è venuta a Lubiana in erasmus. E il negozio in cui si è soffermata di più mi ricorda tantissimo un negozietto in cui io passavo ore e ore a Murcia, ai tempi del mio erasmus.
Il negozietto della roba finto orientale, indiana, pakistana, nepalese o finto sudamericana.

Forse è genetico, le ragazze sotto i 25 anni amano quel genere di cose. Che sono queste della lista che segue:

- Coperte ruvide che ti graffiano il sedere quando ti ci siedi, di mille colori, che poi la prima volta che le metti in lavatrice si sfilacciano e stingono, diventando di un arancione sbiadito uniforme. C'è pure da dire che pesano una tonnellata e non riscaldano per niente, ma sono tanto bellineeee ...
- Cuscinoni ripieni di non si sa che, con specchietti e sonaglietti che poi quando ti ci appoggi ogni volta che ti muovi sembra l'invasione di Campanellino e tutte le sue amiche.
- E come potrebbero mancare le candele di mille colori, forme, odorose di muschio selvaggio della steppa siberiana, mughetti raccolti a mano da fanciulle alla prime luci dell'alba, limoni siciliani, vaniglia erotica? Io ne conservo ancora di quell'epoca, mio padre le odia e sostiene che siano pure tossiche.
- Incenso. Per stordire naso e cervello. O per nascondere puzze. E pensare che ero una superfan pure di questo, invece ora mi fa venire l'emicrania! Anche questo propinato in mille forme, colori e odori, per propiziare l'amore per sempre, per il tuo segno zodiacale, per il relax, per rinfrescare. Per me, arrivata a quest'età puzzano tutti.
- Animaletti di pietra. I più gettonati sono i gufi e gli elefanti. Con piccoli forellini ovunque per ficcarci i bastoncini del suddetto incenso. Poveri animaletti crivellati. Io ne ho proprio un esemplare, un bel girotondo di elefanti che si tengono le code con le proboscidi e in centro un bel paio di buchetti per i bastoncini di incenso.
- Borse. A righe. Di almeno 357 colori. Sacche in cui ficcare tutto alla rinfusa e in cui non si trova poi più niente. Poi il bello è rovistarci dentro alla ricerca del prossimo elemento della lista ...
- Il portafoglio o portamonete etnico. Il portafoglio di solito è finissimo e non c'è lo spazio per gli spicci. Però è di mille colori come la borsa ed è decorato con un bellissimo bottoncino che si impiccia a tutto e prima o poi si stacca. Il portamonete etnico è di finto-pelle, puzzolente all'inizio, con facce di animali (in questo caso gatti e gufi vanno per la maggiore), e talmente piccolo che al massimo c'entrano 3 euro. Il vantaggio di avere portafoglio e portamonete separati in una sacca etnica senza tasche è che poi il tempo di rovistamento si moltiplica, dando un'aria decisamente bohemienne sbarazzina al possessore di tali oggetti (e facendo incavolare i camerieri o commessi che aspettano di essere pagati).
- Pantaloni bragaloni. Fini fini che così poi in 3 lavaggi diventano trasparenti. E ruvidi come le coperte di cui sopra, per farsi un bel peeling al sedere. E questi vanno associate ampie camicie di lino non stirabili, casacche mille tasche e mille colori, e ciabatte. Per questo genere di abbigliamento, anche se si sta a 20 gradi sotto zero, non esistono le scarpe, ma solo sandali. E questi sandali sono di due tipi: rasoterra in modo da avere i piedi luridi dopo due secondi, e con mille fibbie e lacci, e spesso dotati anche questi di campanellini.
- Collanine, braccialetti e catenine. Di finta pietra, finto osso di balena, finto dente di squalo e probabilmente vere ossa di pollo. Con i soliti disegnini: sole, luna, gufo, gatto. Da associare ad orecchini che si agganciano ai capelli che è una delizia.
- Brucia essenze e porta candele. Perché a meno di 25 anni tocca stordirsi il naso a quanto pare. Io all'epoca ne avevo tre di brucia essenze e me li dimenticavo ogni volta accesi, così quando tornavo in camera c'era sempre un buonissimo odore di arancia o limone bruciati. Per quanto riguarda i portacandele, il mio migliore acquisto è stato nel 1999, uno a forma di faro!
- Decorazioni varie per le stanze: lampade marocchine, teiere giapponesi, stoviglie cinesi, bambolette boliviane, statue africane. Tutto un mix insensato a cui poi vanno aggiunti i tatuaggi.
Lo ammetto, anche io ero così. Ho un tatuaggio dell'OM indiano e uno dell'UDJAT egiziano. Non me li cancello perché me li sono fatti con due amiche, e come memento di ciò che ero. Semmai avrò figli non potrò impedirgli di bazzicare per questo tipo di negozi.

Lo ripeto, è genetico e internazionale, per gli occidentali.
Però anche un po' ridicolo se uno ci pensa bene.

Ve lo immaginate un cinese che decora la sua casa con una bella statuetta del colosseo, una della torre Eiffel, una bella tovaglia a quadretti che fa molto trattoria, e poi un tappeto svedese, e in frigo mette un po' di baccalà che fa tanto portoghese e delle olive nere e feta per avere un pizzico di Grecia. E poi ascolta musica brit-pop, e si veste come i mugnai svizzeri? E porta magari qualche immaginetta sacra ortodossa stampata sulla maglietta giusto per gradire?

Che penseranno le persone di quelle culture quando ci vedono mischiare copie dei loro simboli senza ritegno, come se Africa-Sud America-Asia fossero tutte un grande paese? Sono cose a cui uno a meno di 25 anni non pensa, mentre fa manbassa di teli di yuta, scatolette di giada, immagini di Krishna, tappeti di lana di pecorona e allegramente decora la sua vita e la sua stanza.

Questa è un'altra faccia della globalizzazione.

Amici bohemienne, non vi offendete e non me ne vogliate, tutte queste cose le ho possedute anche io, non è una critica, solo un modo di riflettere sul perché cerchiamo  l'altro da noi, in culture lontane di cui spesso non sappiamo nulla. Sarà perché odiamo i simboli della nostra? Perché ci ricordano le nostre origini, povere e contadine? Insomma, perché appendiamo sopra il letto un dream-catcher e non un crocifisso?

Calcolate che stamattina mi sono svegliata alle 6.45, Lubiana silenziosissima, solo i passerotti che cinguettano e le campane della chiesta che appunto scampanano ... e che sono in una vecchia casa, dai tetti alti, le finestre con la vernice un po' scrostata, il parquet che scricchiola, il balcone con la panca di legno, una tazza di tè ... chi non farebbe riflessioni filosofiche in questo contesto?


2 commenti:

  1. quant'è verooo!!! ero così anch'io a 20 anni ...poi m'è passata ;D
    clair

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  2. Le decorazioni per la casa mi piacciono solo se prese durante i viaggi, e secondo me un cinese che balla la pizzica e mangia polenta non è malvagio... Ma il brucia essenze, con quello ho iniziato solo adessa...sono troppo indietro??

    RispondiElimina

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