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16.11.11

Coinquilini - I parte

Sono in giro da tanto tempo.
Ho cambiato un sacco di case, una diciassettina mi pare, ma forse di più se dovessi contare tutte le case dove sono stata ospite per lunghi periodi.
Non ho mai vissuto da sola (eccetto un mesetto ad Albacete), ergo, ho convissuto con un sacco di gente.
Di tutti i colori, nazionalità, nordici e sudici, di tutte le età, in tanti e in pochi.
Ed è da un po' di tempo che penso che vorrei fare un resoconto, senza fare nomi, degli esseri strani con cui ho vissuto, ciascuno con le sue manie, ossessioni e personalissime follie.

Se vi riconoscete in questa lista, per favore, non ve la prendete.
Non a caso i miei amici intimi mi chiamano Radice Quadrata - della serie che tocca fare la radice quadrata di tutto ciò che racconto. Ve ne sarete accorti. Mi piace amplificare i dettagli, guardare al mondo da prospettive alla rovescia, metterci in tutto un pizzico di ironia ed una buona dose di risate.

Quelle che ne verranno fuori saranno caricature.

Comincio con il caricaturizzare me, così siamo pari.

Io sono blu. E lo dico con una tremenda serietà. Come se fosse una religione. Forse meglio, una setta.
L'altro giorno ho mangiato una merendina a forma di Puffo.
Mi sono sentita una cannibale.


Poi sono egocentrica. Non se ne era accorto nessuno vero???
E ho un sacco di manie.
Faccio liste. Infinite. Di tutto.
Dei libri che leggo. Dei film che vedo. Delle cose che compro.
Liste della spesa che lascio sempre a casa.

Poi ho l'ossessione dell'ordine. Ogni cosa deve stare al suo posto.
Se qualcuno entra in camera mia e muove un calzino, io lo saprò.
Però ho sempre una zona di caos dovunque io viva.
A Murcia era il letto. Ci apparecchiavo sopra tutta la mia vita (didattica soprattutto) e poi di sera buttavo tutto per terra. Di mattina di nuovo tutto sul letto. E così via.

A Lubiana la trincea è il divano letto. Ci ammucchio di tutto. Vestiti. Fotocopie. Quadernini. Stracci da spolvero. A volte l'altezza raggiunge quella delle montagne slovene. Vabbèeeee, colline.

E poi mi danno fastidio le puzze e mi spalmo un sacco di creme idratanti perché mi piacciono, soprattutto, l'odore di limoni e quello di cioccolato-vaniglia-canditi. Mi autosniffo praticamente.

E non mangio patatine crik-crok quest'anno. L'ho promesso.

Diciamo che potrei continuare all'infinito, e non parlare di altri.
Ma oggi ho deciso di fare uno strappo alla mania e mettere il mio egocentrismo da parte.

E di ricordare con chi ho condiviso case, appartamenti, jungle, ostelli, catapecchie e via dicendo.

Una volta ho vissuto con due puzzole.
La finestra della loro stanza era incollata.
 Paese con gran umidità e pioggia e vernici scadenti. Insomma, non si apriva.
 E loro in camera ci fumavano.
E mangiavano solo cose fritte, bacon, cordon bleu, salciccione, patatone,
lo chiamavo il festival del fritto quando entravano loro in cucina.
Poi lui lavava i piatti con i guanti di pelle tagliati sulle dita. Perché era un vero maschione heavy-metal.
E comprava milioni di pupazzetti dei fumetti.
Lei invece, assurdamente, si era fatta spedire da sua mamma il piumone per il letto, al costo di circa 80 euro - spese di spedizione, quando si sarebbe potuta comprare 1000 oche da spiumare per quella cifra o perlomeno 3-4 piumoni al mercatino della domenica. E dato che 'sto piumone non arrivava, non arrivava, non arrivava, aveva praticamente dormito tutta vestita per un paio di settimane. Perché lui, l'orsone guantato, a quei tempi non era ancora arrivato.
Ed erano sordi. La loro sveglia suonava per un'ora di seguito, ma loro non si schiodavano dal letto.
(questa è davvero una delle cose che odio di più, ma che cavolo ti metti la sveglia a fare, se poi non ti svegli e svegli me??).
Con tutti noi viveva pure una greca che si faceva dei bistecconi da un chilo. Afferrava i coltellacci della cucina stile Jack lo squartatore.

Una volta ho vissuto con due tipi e due tipe.
Che non si conoscevano prima di vivere con me, ma avevano subito fatto combriccola.
Parevano una famiglia di ottantenni a ventanni.
Cavoli ragazzi miei, pensavo io, ma un attimino potete pure uscire di sera.
Non fa male alla salute.
Non c'è bisogno che tutte le sacrosante domeniche vi svegliate alle 6, Dio mio.

Da loro ho imparato a fare i basura tour (i tour della monnezza).
A casa nostra si moltiplicavano i comodini scompagnati, le sedie sgangherate, i materassi all'ultimo stadio.
Sindrome di Diogene.
Rubavano pure le arance dai campi. Però poi, dato che ne rubavano talmente tante, andavano a donarne una bustona alla caritas. Tanto per mettersi l'anima in pace.
Sindrome di Robin Hood.

Poi una volta ho fatto una festa a casa. Loro alle 11 di sera già in sexy-ciabattone. Però hanno resistito.
E la mattina dopo, quando mi sono svegliata verso mezzogiorno, voilà, avevano pure pulito tutta casa.
Devo ammettere che quell'anno là non pulivo mai. Loro lo facevano sempre prima di me.
Mi sentivo come la figlia adolescente di 4 genitori. Tornavo a casa alle 5-6 di mattina mezza morta e loro erano già là, svegli e pimpanti come caprette di montagna, con le loro uova sode a colazione.
E una maialetto intero (morto) in frigo. Una delle tipe si dedicava a squartarlo e a farsi sanguinacci, salcicce, bistecchine, braciolette. Salti di gioia per me vegetariana.

Ho detto che i due maschioni uscivano seminudi in terrazzo dopo essersi fatti la doccia, anche in pieno inverno? E che la mia finestra dava proprio su questo terrazzo?

Poi ho vissuto con mia figlia. E lei questo lo leggerà.
Figlia mia.
Come ricordo quel giorno che arrivasti con una valigia delle dimensioni di una sacca nera contieni cadaveri. Come ricordo la serie infinita di bigliettini cretinissimi che ci appiccicavamo alle reciproche porte.
Lo scaldabagno rotto e il riscaldare insieme in forno l'acqua per farci la doccia!!!

mia figlia ricorderà la nostra comune coinquilina Reme, che merita almeno una decina di righe in questo post.
Perché Reme,  pur essendo femmina,  faceva la pipì in piedi.
Perché aveva fatto blindare la sua stanza.
Perché per mesi ha tenuto fuori dalla porta della suddetta stanza degli scatoloni che non capivamo perché non li voleva buttar via.
Perché se ne andava in montagna a scalare e invece di lavare poi i vestiti sudati e sporchi a 200°, li stendeva semplicemente fuori a prendere aria e gli aloni e le chiazze li decoravano come una carta geografica.
Perché una volta questa tipa si è scordata di lucchettare e sbarrare la sua porta ed è uscita.
E noi quatte quatte siamo entrate nella penombra dell'antro.
E la puzzaaaaaa più puzzolente che io abbia mai sentito in vita mia ci ha tramortite.
Puzza di cadavere.
Ma non era un'assassina.
Semplicemente un'infelice ragazza con disturbi alimentari con una stanza piena di resti di cibo e contenitori di erbe con cui si insaporiva l'acqua che beveva a colazione.
Ed era un'altra di quelle che nooo, aprire la finestra, non sia maiiii!

Poi ho vissuto con due imbroglioni. Ora che ci penso mi ricordano un po' il gatto e la volpe.
Che avevano affittato un appartamento gigante e ne affittavano angolini e stanzette a tutti
e loro non pagavano nulla.
Così c'ero io con il mio ex nella doppia, e loro due beati ognuno con la sua bella stanzetta.
Però poi c'era pure un portoghese che viveva su una brandina in tinello.
Una ragazza dell'Ecuador che ogni sera si coricava su un bel materassino in salone e aveva a sua disposizione un armadio.
Una valanga di amici che dormivano 'ndo cojo cojo!
E poi una sorta di internet point all'ingresso (a quei tempi non molte case avevano internet e loro facevano pagare 50 centesimi all'ora a chi volesse usare il computer) e una sorta di bisca clandestina quasi tutti i venerdì sera. E i sabati. A volte pure i mercoledì.
Da quella casa sono scappata incavolata e sto ancora aspettando che mi ridiano la caparra (sono passati solo 8 anni!)

Ho vissuto con un sacco di gente che non conosceva l'uso delle mollette per i panni stesi.
Uno dei questi la mattina scendeva in strada e raccoglieva i vestiti che erano volati via,
con tutta la tranquillità del mondo. Lo stesso tipo - gentilissimo coinquilino per altri versi - faceva involontari esperimenti scientifici di coltivazione funghi-amebe in frigo. Di latte che diventava formaggio. Di uccellini che vivevano felici nella cappa dell'aereazione.
Però non mi posso davvero lamentare. All'improvviso si presentava a casa con i cornetti mascarpone e nutella. Il minimo che potevo fare io era disinfestare la cucina.
La cui porta una volta si è incastrata.
E allora lui l'ha divelta a martellate.

Oddio, quanti bei ricordi tutti insieme.

Ma è giunta l'ora di andarmene al letto.
Dunque questo post, nei momenti di tranquillità slovena, avrà un seguito.
Non vi ho ancora parlato del nudista, di convivere con amiche, dei bauli magici, del carrello della spesa, di vivere con erasmus quando erasmus non si è più ...

buonanotte per ora, e alla prossima puntata!

4 commenti:

  1. Aspetto con mooolta curiosità il seguito! :)Questo post è divertentissimo...troppo simpatica!!!!!

    desi (comenius)

    RispondiElimina
  2. hmmm mi sa che ho riconosciuto due o tre situazioni...
    mi permetterei di aggiungere due cose:
    1. gli ottanta/ventenni si fingevano anche ladri la sera per spaventare le ospiti
    2. ...a me i cornetti alla nutella non sono mai stati portati... forse perchè non mi sono data alla disnfestazione della cucina...
    Cla

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  3. oddio veramente mi ci riconosco... qui ho una... una... una ragazza no... un animale neanche... insomma un essere vivente che racchiude in sé il peggio di ognuno dei simpatici personaggi che hai avuto la sfortuna di incontrare: è andata di sopra nella doppia perché la sua camera è troppo sporca e puzzolente perfino per lei, mangia solo patatine fritte e wurtsel fritti e ovviamente lascia tutti gli schizzi d'olio e la padella lì una settimana, così per una settimana ci rifrigge dentro..., si stira i capelli tre volte al giorno...e io li devo raccogliere tre volte al giorno... ma il peggio purtroppo sono gli amici pericolosi che si porta in casa...

    tu sai chi sono ma onde evitare ritorsioni preferisco rimanere anonima!

    RispondiElimina

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