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19.11.11

Le sindromi e l'illegalità

A tre mesi quasi dal mio arrivo, ce l'ho fatta, sono riuscita a capire come farmi il permesso di residenza.

Non credo serva a molto, ma a quanto pare è obbligatorio per soggiorni superiori ai tre mesi.
All'inizio avevo pensato di imbrogliare: in fondo se almeno una volta al mese esco dai confini sloveni, si interromperebbe la continuità, dunque non starei mai qua tre mesi di seguito.

Ultimamente infatti è già tanto che ci sto due settimane di seguito in Slovenia.
Ho la sindrome Ryanair.
Dopo il fine settimana scorso in Croazia, domani faccio un salto in Austria, tanto per gradire. 
A Graz da ieri è stato aperto il mercatino natalizio, e ho convinto altri tre sconosciuti ad andarci insieme.
Sto diventando una vera esperta nell'arte dell'organizzare gite last minute.
Domani parto con un bulgaro, Hristo, e due ragazze che si chiamano entrambe Ieva, ma non mi ricordo di dove sono. Di qualcuno dei nuovi acquisti degli Stati Uniti d'Europa.

Ovviamente, come al solito, hanno tutti 10 anni meno di me.
Sindrome nonna-erasmus in agguato.
Di questo passo prima della fine del Comenius avrò conosciuto,
viaggiando, tutti gli erasmus di Ljubljana (dato che a ubriacarmi con loro non ci vado).
Tutti mi avranno guardato con gli occhi sgranati pensando:
ma 'sta vecchia quando la smetterà di gironzolà?

Mi sto trasformando in una vera Slovena, che fugge oltreconfine a prendere un caffè la domenica.

Fra l'altro, sto sviluppando pure un'altra sindrome,
la sindrome amnesia di viaggio.
Insomma, non mi ricordo se a Graz ci sono già stata.
Mi ricordo che una decina di anni fa, un giorno con due amici sloveni eravamo andati un attimo in Austria.
Ma dove?
Una città moderna, con dei palazzi cubici rossi e un supermercatone dove avevo comprato delle flip-flop e una maglietta che ho ancora. Ma poi il vuoto.

Poi, con l'overdose di Powerpoint che mi sto facendo per le lezioni di inglese e geografia su città straniere, paesi, costumi e tradizioni, pure di notte viaggio in sogno e mi sveglio che ho il fuso orario e mi verrebbe da svuotare una valigia che non c'è.

Ieri notte, in vista della giornata di oggi di preparazione PPT, ho sognato per ore e ore di essere in Australia, a congelarmi ad Agosto, a mangiare Mud Cake, a giocare a scarabeo con la mia amica Cla, mentre la nostra amica Aria dormiva perché a quell'epoca era lei l'assistente che doveva svegliarsi all'alba dei morti viventi.

E ho sonnambulato.
Era da parecchio che non mi succedeva, di alzarmi e parlare con i cuscini, esigendo da loro una risposta.
E quando i suddetti cuscini non mi rispondono io mi arrabbio e gliene dico di tutti i colori.
E allora mi sveglio da sola, con il suono inalberato della mia voce.

Tornando al dunque, la povera segretaria a scuola fremeva per la mia illegalità, per lei
niente permesso di soggiorno = ladra da foto segnaletica



e comunque un paio di altri Comenius erano riusciti a registrarsi.
E allora proviamoci, ho pensato!
Mettiamo radici!
E mica è stato così facile. Perché a ognuno di noi  Comenius dicevano una cosa diversa:
che serviva il contratto d'affitto,
che serviva un'assicurazione medica,
che addirittura serviva una traduzione giurata dall'accordo Comenius
(che sono 19 pagine fitte fitte di dati, per la bellezza di 800euro di traduzioni, ma dico io, siamo matti??? Poi per due mesi l'affitto chi lo paga, tu' nonno en cariola???).
Che questo, che quest'altro.
 Ma signori mie, non siamo neppue 10 Comenius, non vi potreste mettere d'accordo prima e dire a tutti la stessa cosa! NOOOO!

Insomma, erano un paio di settimane che vivevo l'amara sindrome dell'illegalità europea.

Poi ieri ho deciso di fare un ultimo tentativo.
Armata di fototessera dagli occhi da vampiro, documento scritto dalla scuola secondo mie precise indicazioni, copia del passaporto e, per purissimissimo caso, anche la tessera sanitaria italiana-europea, mi sono fatta accompagnare dalla mia vicina francese Eva a questo ufficio nascostissimo che non avrei mai trovato da sola.
(Secondo la mappa che lei mi aveva dato, sarei finita praticamente a vagare per i monti sloveni e avrei sconfinato in Austria in una settimanella.)



E in meno di un'ora, tutto risolto!

Non ci credo neppure, perché ci sono andata proprio pensando che mi avrebbero fatto problemi,
che mi avrebbero detto di tornare il giorno/mese/anno/secolo dopo, che mi avrebbero detto che mi mancava qualcosa (una rotella? due?), che mi avrebbero fatto il test per vedere di che nazionalità sono in realtà, che mi avrebbero strillato a morte perché, dopo quasi tre mesi, non parlo ancora sloveno, che la persona incaricata sarebbe stata assente perché a colazione-pranzo-merenda-cena. Le tipiche cose insomma che succedono in Spagna o in Italia.

Ma in Slovenia no.
Ho beccato fra l'altro un'impiegata un po' strabica che parlava un educatissimo italiano, dandomi del Lei.
O forse guardava Eva, la francese, e diceva lei riferendosi a me. Boh.
Le avrò fatto pena quando ha letto sul documento qual è il mio stipendio come Comenius?
Il mio sexy accento romanaccio le avrà ricordato un vecchio amore?
Fatto sta che senza battere ciglio mi ha timbrato tutte le fotocopie, mi ha timbrato addirittuta lo scontrino di 8.80 euro che costa questo permesso di residenza-soggiorno o come cavoletto si chiama.
E insomma, il gioco è fatto.

Chissà ora quali saranno i fantastici vantaggi di essere residente qua.
Magari non mi schiodo più. MAGARI!

Per festeggiare sono andata con Eva a dare libero sfogo alla mia più amata sindrome,
meglio conosciuta come sindrome Giapponese, o sindrome dito click.
Insomma, a fare un po' di foto agli ultimi sprazzi e sprizzi e spruzzi d'autunno.
E ho scoperto che la mia macchinetta fotografica è piena.
3 mesi, 1000 foto.
Beccatevene qualcuna.







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Riepilogo qua sotto, in caso qualcuno dovesse voler richiedere questo permesso di soggiorno in Slovenia.

Ciò che serve se si lavora in Slovenia è quanto segue:
- 1 fototessera
- 1 fotocopia della prima pagina del passaporto
- 1 fotocopia della tessera sanitaria valida in tutta Europa
- 1 documento che dimostri che si sta lavorando in Slovenia
- 1 documento che dimostri quanto si guadagna
- 1 altro foglio (che si prende lì all'ufficio) da riempire con i proprio dati personali.
- forse qualcosa che dimostri la residenza, a me non lo hanno chiesto perché c'era scritto sul documento rilasciatomi dalla mia scuola
- 8.80 euro


E bisogna consegnare il tutto alla UPRAVNA ENOTA; portare anche gli originali perché le copie devono essere timbrate/vidimate dal funzionario.

Buona fortuna!

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