Le strategie per imparare una lingua straniere sono tante.
I più pensano che andare a vivere nel Paese straniero sia sufficiente.
Beh, per lo Sloveno non è così.
Però io ci provo.
Dall'inizio dell'anno cerco di imparare almeno una parola al giorno, selezionata secondo la strategia che contraddistingue anche la mia scelta di compagni di viaggio e di libri in biblioteca: a casaccio!
Ho una predilezione per i gruppi di parole a tre a tre in cui cambia solo una lettera:
juha - suha - muha (zuppa - asciutto - mosca)
O per quelle che vedo sui cartelloni pubblicitari:
Kašelj : tosse
Jaslice: presepe
Poi ci sono quei giorni che sto uscendo dal portone e vedo che l'amministratore di condominio (o forse un vicino inalberato) ha attaccato un cartello al portone, e non è il primo, e io di solito li ignoro perché non li capisco, ripromettendomi di chiedere spiegazioni alla mia coinquilina, ma poi me ne scordo sempre!
Così ieri sono passata alla tattica foto!
E scopro, grazie a google translator, che anche qui nel paese dei balocchi ci sono stati due tentativi di scassinamento delle porte delle cantine del nostro palazzo, perché il portone principale non chiude bene e quindi può entrare chiunque! CAVOLI! E beata ignoranza mia negli ultimi 5 mesi.
E poi c'è il tandem.
Esiste da anni, questa modalità gratuita di scambio linguistico, per cui io ti insegno la mia lingua e tu mi insegni la tua; ma molte persone tristi, sole e depresse all'estero non pensano a quest'opzione per farsi nuovi amici ed imparare la lingua del posto. Ci sono pagine web, gruppi di facebook, si possono mettere cartelli in giro, insomma, non è difficile trovare qualcuno che voglia fare un po' di pratica.A Lubiana ci riuniamo da un po' di settimane con sede variabile.
Lo organizza sempre un ragazzo sloveno, Igor, a cui piace insegnare e gli studenti variano ogni settimana.
Non si tratta di vere e proprie lezioni strutturate, quanto piuttosto di un incontro in cui Igor risponde ai nostri dubbi e cerchiamo di imparare più parole possibili.
O almeno io.
Altri vengono magari solo per passare un po' il tempo.
Ad alcuni non interessa la grammatica e non prendono neppure appunti.
Io invece mi faccio odiare da Igor con le mie solite 3000 domande e i miei tentativi di sabotare l'ordine che lui si è preparato. Sono un'alunna rompiscatole insomma.
Allora ho pensato di provare anche un'altra modalità: lo scambio spagnolo - sloveno a 2.
Ieri mi sono vista con una ragazza slovena conosciuta attraverso facebbok.
Che mi ha fatto scoprire un posto dove fatto una cioccolata calda alla pera buonissima.
Abbiamo parlato quasi sempre in spagnolo.
Io in sloveno so a malapena presentarmi, chiedere che ora è (ma non sono molto sicura che capirei la risposta), dire al controllore/bigliettaio sul treno dove voglio andare e da che stazione sono partita.
(qua si va sulla fiducia. Se sali sul treno in stazioni piccole piccole e senza macchinetta per comprare i biglietti, e il bigliettaio sta facendo il suo giro sul treno e arriva da te dopo 20 minuti, si fiderà di ciò che gli dici senza battere ciglio).
Poi ne ho approfittato una mezzoretta per chiederle di aiutarmi a fare una lista delle tipiche istruzioni che do ai ragazzini in classe anche in sloveno.
Della serie: completate, colorate, traducete, mettete nell'ordine giusto.
I miei due gruppi di italiano hanno l'esame martedì e mercoledì e voglio assicurarmi che abbiano capito cosa devono fare.
In sloveno c'è un verbo per dire colorate (barvajte) e un'altro verbo per dire colorare questo disegno che vi sto dando, ma coloratelo proprio tutto tutto. (pobarvajte)
Le preposizioni che si appiccicano davanti ai verbi PO, NA, PRE, ecc. ogni volta significano una cosa diversa e non valgono per tutti i verbi, in certi verbi sono necessarie perché sennò l'azione verrebbe intesa da non completare, in altri invece non servono. Peggio che i phrasal verb in inglese!
In classe ora dico alcune parole o frasi in sloveno.
A volte i ragazzini sghignazzano, altre mi guardano sospettosi, della serie, oddio questa sta studiando, prossimamente capirà ciò che diciamo e sono cavoli amari. Altri mi corregono la pronuncia, altri mi dicono bravo (perché qua bravo è un'espressione fissa che si usa tanto al maschile quanto al femminile).
E domani me ne vado a Budapest.
L'ungherese mi pare ancora peggio dello sloveno.
Forse servirà a rincuorarmi.
Per ora vi saluto.
LEP DAN (BUONA GIORNATA)
Bello il tandem: mi ci vorrebbe!
RispondiEliminaAnch'io cerco di imparare una o due parole al giorno. Di solito lo faccio con le mie figlie quando hanno i compiti di turco.
Sicuramente se ne organizzano pure dalle tue parti!
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