Di solito riesco ad acchiappare tutti gli spigoli di casa, le mie gambe sono a chiazze di lividi stile dalmata, a volte mi scordo di guardarmi allo specchio prima di uscire e così magari arrivo a scuola con una chiazza di dentifricio o i baffetti di caffè. Ma stamattina me la sono vista brutta.
Come ogni lunedì all'alba, quatta quatta arriva la signora delle pulizie che lava le scale del nostro palazzo.
Quando esco lei ha già finito e mi chiedo: ma a che ora si sveglierà?
Però stamattina mi sono scordata. E le scale erano belle scivolose.
Nonostante gli scarponi da montagna ho seriamente rischiato il capitombolo.
Avete presente quel momento in cui si sa che si sta per cadere,
si nota in anticipo la culata, si spera che non ci siano testimoni e si prega di non rompersi l'osso del collo?
Beh, questa volta contro ogni pronostico mi sono aggrappata alla balaustra.
Se non lo avessi fatto probabilmente sarei ruzzolata giù per un paio di piani!
Però, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, ho ripensato che proprio ieri, facendo un po' di pulizia nella cartella bozze della mia posta dal 2002 in poi, avevo ritrovato la descrizione di uno dei miei capitomboli più belli, e che forse la coscienza incosciente di tale lontana caduta (avvenuta fra l'altro proprio di questi tempi) avesse funzionato da catalizzatore scaramantico oggi, e io insomma sono ancora tutta intera.
E ho deciso di condividere con voi ciò che scrissi a quei tempi, in modo da tenere a bada gli spiriti scivolarelli, che sono quelli che ti spingono giù dalle scale, ti fanno precipitare dalle sedie, e ti fanno franare in mezzo alla strada come un pera cotta e la gente non può fare a meno di farsi due risate.
Ecco dunque, fatevi due risate alla faccia mia.
Ciò che segue è il resoconto di quello che per chi c'era - TINA - fu la mia giornata CHIP(ped) BONE scozzese, correva l'anno 2003 ed ero a Glasgow come assistente.
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Salve a tutti,
sono scomparsa ma questa volta ho un buon motivo, ho la giustificazione firmata dal medico!
Domenica tanto per non perdere l'abitudine ho fatto un capitombolo acrobatico che ora vi narrerò.
sono scomparsa ma questa volta ho un buon motivo, ho la giustificazione firmata dal medico!
Domenica tanto per non perdere l'abitudine ho fatto un capitombolo acrobatico che ora vi narrerò.
Per chi mi conosce da Murcia sapete che sono un'esperta di cadute, ma dato che era da un bel pezzetto che non ne facevo una seria ed eclatante questa volta mi ci sono messa di impegno.
Eravamo andati a trovare la mia amica Tina, e alle 7pm spinti dalla golosita' abbiamo deciso di uscire per andare a mangiare delle sanissime chips. L'ho sempre pensato che fanno male alla salute!
Stavamo scendendo le scalette in giardino e io cercavo di aprire coi denti un pacchetto di fazzoletti per darne uno a Tina; c'è da dire che io non ho mai fazzoletti con me e che proprio quel giorno avevo coscientemente deciso di prenderne un pacchetto chissà perché.
Insomma per farla breve, impegnata com'ero ad addentare i kleenex non mi sono resa conto che c'era uno scalino sbeccato e ho preso il volo; il bello è stato che avevo lo zaino carico di spesa e dunque oltre al mio peso piuma mi sono catapultata giù per le scale con altri 7-8 kiletti di roba.
Il giardino ovviamente era in pendenza per cui ho magicamente capriolato su me stessa e mi sono ritrovata a testa in giu' nell'erbetta. Alla fine non so come mi son rialzata, sono rientrata in casa e mi sono resa conto che questa volta il capitombolo lo avevo fatto proprio bene, il piede sinistro si era gonfiato alla velocità della luce, mani e ginocchio destro insanguinate...insomma, tutto compreso, non avevo fatto torto a nessuno dei miei 4 arti!!!
Alla fine, dato che vedevo che la cosa era un po' più dolorosa delle altre volte, io che odio ospedalidottorimedicine mi son fatta convincere ad andare al Pronto Soccorso.
Beh, di pronto non c'è stato molto, perché mi vedesse un medico ho dovuto aspettare 3 ore, la sedia a rotelle su cui mi hanno obbligato a sedermi era troppo corta e dunque avevo il piede a penzoloni, ovviamente le infermiere non parlavano una lingua comprensibile, era pieno di drogati e ubriaconi casinari.
Vabbé, infine mi mandano a fare i raggi X e un uomo che parlava come Topolino, dopo averme chiesto: where do you stay? (scozzese per dire: where do you live?), mi dice che lui non vedeva niente di rotto... sospiro di sollievo ... di breve durata ...
Infine mi portano dentro, in una stanzetta dove nell'attesa di essere vista dal dottore me la stavo facendo sotto, morivo di fame e sonno, mi stavo congelando, stavo diventando isterica e il mio gentile accompagnatore voleva mangiare la torta al cioccolato che avevamo nel mio zaino (incredibile ma vero, nonostante il triplo salto mortale con piroetta spiaccicosa, niente del contenuto dello zaino si era rotto, sarà forse perché peso come una piuma???).
Alla fine arriva il dottore, George ma non Clooney, che mi guarda sghignazzando e mi dice eriubriacatieridrogataqualcunotihaspintoseimaistatainIndiadatochehaiuntatuaggioindianohaiqualcheragioneperritenerediessereincinta? - detto così mi ha un po' frastornato, gli ho blaterato qualcosa e lui è di nuovo scomparso per ricomparire quando ormai la mia vescica esplodeva e dirmi che invece c'era un ossettino rotto, il famoso chipped bone e che mi avrebbero messo il gesso, ma non si pronunciava su una diagnosi un po' più precisa.
Ha aggiunto di fissare un'appuntamento con la Fracture Clinic e allora ho pensato che non potevano esserci molti dubbi sulla diagnosi, ma a Glasgow dove tutto funziona al contrario non si sa mai.
Dunque col mio gesso fresco fresco e stampelle del 1950 in taxi alle 11 di sera, dopo circa 7 ore in ospedale, siamo tornati a casa. Ho passato due giorni a girarmi i pollici a zompettare dalla stanza al bagno andata e ritorno.
Infine mercoledì la benedetta fracture clinic; fortunatamente mi hanno levato il gesso e il mio povero piede sembrava una patatona tutta nera-verde, tutto gonfio, tipo medusa con ritenzione idrica.
Un ulteriore dottore indiano mi ha detto che sì, c'era un ossicino rotto, e mi ha chiesto:
Ma tu hai camminato?
Io non sapevo se voleva davvero saperlo o voleva farmi il cazziatone, così gli ho detto che ci avevo provato e lui allora tutto felice ha aggiunto che dato che io sono bellissima fortissima ginnica e insomma un campionessa, (vabbe, questo non lo ha detto, ma trapelava dalla sua aria assorta i 10 minuti che ha guardato la mia radiografia), niente più gesso.
Io non sapevo se voleva davvero saperlo o voleva farmi il cazziatone, così gli ho detto che ci avevo provato e lui allora tutto felice ha aggiunto che dato che io sono bellissima fortissima ginnica e insomma un campionessa, (vabbe, questo non lo ha detto, ma trapelava dalla sua aria assorta i 10 minuti che ha guardato la mia radiografia), niente più gesso.
Mi ha palpata qua e là e dato che davvero non sentivo nessun dolore mi ha detto che mi avrebbero dato qualcosa che non ho capito, ma ho capito che potevo ricamminare e mi è bastato.
Alla fine ciò che mi ha dato era una fascia contenitiva, di quelle che danno alle donne con vene varicose, per di più doppia, da portare per un numero di settimane imprecisato.
E io con la sindrome di Lazzaro Alzati e Cammina, per l'allegria ho camminato con le stampelle dall'ospedale a casa, cioè circa 7 kilometri, creandomi un blocco circolatorio alla mano destra, zero sensibilità alle dita per 3 giorni, quasi paralisi, ma all'ospedale col cavolo che ci tornavo.
Questa è la mia storiella, spero che vi abbia aggradato, purtroppo non c'erano telecamere a riprendere i fatti ma ho testimoni che possono confermare che questa è stata una delle mie cadute più eclatanti.
Di lì in poi un sacco di gente che mi vedeva in tuta e stampelle per strada chissà perché pensava che fossi una calciatrice famosa feritasi nell'ultima partita - lo deduco dal fatto che quattro o cinque tipi mi hanno chiesto se mi ero fatta male giocando a calcio e uno se mi sono rotta il piede prendendo a calci il mio (ex) fidanzato.
Insomma, o io ho la faccia da calciatrice o forse il mio ex ha la faccia di uno che si merita di essere preso a calci??
In ogni caso il chipped bone è ancora lì contento che naviga nel mio piede, in attesa del mio prossimo capitombolo!
funnyyyyyyy!
RispondiEliminaE ovviamente mi è successo nell'east end ... Ma che dire? Meglio di una coltellata, no?
EliminaTi comunico che ti ho passato il testimone per il Versatile Blogger Award!
RispondiEliminaQuel giorno rimarrà nella storia...
RispondiEliminae ti ricordi anche della rovinosa caduta di zia Isabelle? La zia di Jackie...era caduta sul quel gradino prima o dopo di te?
nON ME LO RICORDO PIù MA CERTO è CHE LEI SI è VERAMENTE FRATTURATA LA GAMBA, POVERINA!
Oggi è domenica e divago dalla compilazione dei registri e delle pagelle (dopo aver vivisezionato con i voti dei poveri bambini di 7 anni)leggendo il tuo blog.
Non vedo l'ora che ci racconti la tua avventura a Budapest.
Un abbraccio, TINA
Tina, questo post l'ho scritto pensando a te e a quanta strada abbiamo fatto dal chip bone day!
EliminaNon mi sembra giusto dire che ho riso mentre leggevo le tua disavventure, ma tu scrivi in un modo così divertente che non posso dare la colpa alla mia insensibilità. Anch'io ho dovuto portare quel cosaccio contenitivo al piede nero e gonfissimo per giorni...e immagina quando sono caduta - ovvio, anch'io da un gradino -? Il primo giorno dell'anno e non ricordo più quale fosse :-D. Comunque, del tuo racconto, una sola cosa mi perplime... Perché, se stavate uscendo per due patatine da papparvi in allegria, ti portavi dietro lo zaino pieno di spesa? E alla fine com'era la torta al cioccolato...? :-) Sono a dieta ma ho fameee!!!
EliminaMi portavo appresso la spesa perché ai tempi di Glasgow ero masochista e andavo al supermercato a 9km da casa e sulla via del ritorno ci eravamo fermati da Tina, poi ci saremmo dovuti fare altri 6km per tornare a casa, se non fosse stato per il ruzzolone! La torta al cioccolato si chiamava hot chocolate fudge cake e non la vendono più perché era da circa 2500calorie ma quando cominciavi a mangiarla te la dovevi finire ... E credo che parecchie persone ci siano mezze morte per tutto quello zucchero!
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