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17.2.12

Il valore della memoria.

Pubblico questo post scritto in aereo un po' in ritardo, perché nell'assurdità dei giorni in Spagna che voglio dimenticare al più presto, queste righe scritte 2 giorni fa mi permettono di pensare ad altro.

5 giorni a Roma.
Una promessa da rispettare.
Tornare nella casa di mia zia Fernanda, a un mese dalla sua scomparsa, a mettere ordine fra le sue cose e a trasformare i suoi ricordi in miei.
Qualche settimana fa a scuola parlavamo di 'your most precious possession'.
I ragazzini enumeravano cellulari, computer, ipad, ipod, solo ed esclusivamente tecnologia.
Chiedevo loro se qualcuno avesse ricevuto qualche ricordo di famiglia, un orologio di un nonno o bisnonno, un anello di una nonna o bisnonna.
Loro sorpresi da questa domanda, come a dire: e che me ne faccio io di un bracciale vecchio? Di foto scolorite? A che mi servono?

In questi giorni con l' altra mia zia ho fatto un salto indietro nel tempo - a casa di sua sorella che non c'è più - a scovare, negli armadi e mobiletti,  quello che era:  una borsa di sua madre, un tailleur, un cappello, una spilla, foto in bianco e nero di 60 anni fa.



Cose che prima avevano un immenso valore, che si tenevano con cura e si aggiustavano o modificavano con il cambiare delle mode o del peso e del girovita. Cose che passavano di mano in mano e che avevano una storia infinita nel passaggio di testimone fra generazioni.

Mi chiedo quante persone oggigiorno siano ancora attaccate ai ricordi e per quanti sia difficile - come lo è per me - buttare una borsa vecchia, una scatola, una sciarpa di qualcuno che non c'è più e a cui volevamo bene.
Io terrei tutto, e continuerei a dargli uso e vita.

In questi giorni di salto nel passato mi sono resa sempre più conto di come gli oggetti avessero prima un peso e un'importanza che corrispondeva al sacrificio di ottenerli, di scegliergli, di regalarli. Ora l'usa e getta ci soffoca di inutilità che non ricordiamo neppure più da dove provengono e perché mai le conserviamo.

Torno alla mia stanza di Roma staripante di cose e penso: se tutto questo all'improvviso sparisse, ne soffrirei? Dei quintali di libri, vestiti, tazze, ninnoli che posseggo, cosa è davvero importante?
Vivo a Lubiana da 6 mesi ormai, con meno di 30kg di cose. È difficile? Affatto.
E se all'improvviso ci fosse una legge salvaspazio, come in Cina la legge del figlio unico, cosa deciderei di salvare? Quali oggetti avrebbere un peso ed un senso?

In valigia questa volta ho messo delle foto del matrimonio di mia zia Fernanda, con l'americano Frank. Ci sono anche mia zia Maria Lodovica con cui ho condiviso questi giorni, e mio nonno che non c'è più dal 1988. I miei bisnonni che non ho conosciuto e il landò.
Mia zia mi parlava di questo landò, il landò, c'era pure il landò, mi diceva. E io pensavo che questo landò doveva essere un personaggio importante, chessò un consigliere comunale, un alto ufficiale. Macché. È la carrozza coi cavalli ho scoperto dopo.


I miei bisnonni


Zia Fernanda, Frank e il landò

 Da dove vengo

 A destra Zia Fernanda con Frank

Zia Fernanda sul piroscafo dell'America
Ne ho scoperte tante di storie in questi giorni, di come i miei bisnonni si erano conosciuti, dei viaggi in piroscafo dall'America all'Italia di mia zia Fernanda e della sua nostalgia, dell'esistenza di strane scatole portasigarette, di pellicce di animali mai sentiti.

Storie d'amore, storie di guerra, storie di una quotidianità così diversa dalla mia.

Che senso hanno le cose senza storia? Senza memoria?

E allora un consiglio per tutti: smettetevela di comprare, accumulare, e buttare.
La vostra ricchezza sono le storie della vostra famiglia.
Sedetevi ad ascoltarle finché c'è qualcuno che può raccontarvele.
Per sapere chi siete e da dove venite.
Per non fare la fine delle cose, usa e getta, morti e dimenticati.

8 commenti:

  1. Ti stimo sempre di più cara Cecilia! Un abbraccio a te e alla cara zia, ovunque si trovi ora...

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  2. Un racconto scritto con il cuore, bellissimo, il meglio che ho letto su questo blog. Sei sepre migliore. Complimenti!
    Isabel

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  3. Ciao!
    Bello il tuo post...alla fine ti sei data la risposta da sola...su cosa è veramente importante.
    Io alla memoria ci tengo tantissimo, mi si stringe il cuore a pensare ai pezzi di storia che ognuno di noi perde, un pò per la pigrizia di andarla a cercare, un pò perchè non se ne capisce il valore.
    Anni fa ero molto attaccata agli oggetti, vecchi e nuovi, soffrivo nel veder mia madre che buttava via persino i giornali (che io collezionavo).
    Poi ho iniziato a spostarmi da una parte all'altra, ho dovuto lasciare tanti oggetti e, al mio ritorno, purtropo i miei familiari, rimettendo in ordine,ne avevano buttati parecchi. Che sofferenza!
    Alla fine...ciò che mi resta nella memoria sono, come hai detto tu, le storie e i sapori.Essendo una buongustaia ricordo sapori e odori che collego alle feste in famiglia e ai nonni, che ho perso abbastanza presto.
    Uno dei mei più bei ricordi è la mietitura del grano a cuo ho assistito da piccolissima con mio nonno(che faceva il contadino)...
    Dall'anno scorso invece ho dato un importante incarico a mio padre e mia madre: scrivere.
    Mi hanno preparato l'albero genealogico, alcune ricerche su antiche tradizioni e usanze varie, ricerche sulla cultura contadina nella quale sono stata comunque cresciuta.
    Questa sarà la mia memoria, mi auguro che questi scritti durino a lungo...
    ciao Tina

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  4. Quando torno in Slovenia cercherò di scannerizzare le foto e pubblicarle. Sono davvero bellissime.

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  5. Questo è un bellissimo racconto. Penso che tu abbia ragione: se dimenticamo chi siamo e da dove veniamo, non c'è più un vero motivo da vivere.
    Continua così Cecilia, a me piace tantissimo leggere i tuoi comenti in italiano.
    Un abbraccio,
    Andrés.

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  6. Estoy al 100% de acuerdo contigo! Este es el post de tu blog que más me ha gustado, sin duda! A mi me encanta escuchar las viejas historias de los abuelos y de la gente de mi pueblo! Me parece una manera fascinante de conocer costumbres e historias de la gente que me precedió!^^ Sigue así! ;)

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  7. Ti capisco....io ho perso mia nonna(ke forse ti ricorderai) e mia zia da pochi giorni...ma li schifo ke vedo e' la corsa dei parenti ad accaparrarsi piu' cose possibili..tante volte non servono oggetti materiali per ricordare le persone care..ma i momenti vissuti con loro sono il piu' bel ricordo ke rimarra' sempre nel nostro cuore..un abbraccio..Emy

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