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3.2.12

Avventure e disavventure a Budapest


Ebbene sì, a Budapest ci hanno pure messo le ganasce alla macchina!
Perché oltre ad aver parcheggiato malissimo (nessuno dei miei 4 compagni di viaggio, seppur tutti forniti di patente, sapeva parcheggiare bene!), una simpaticona ungherese a cui abbiamo chiesto se in quella zona si poteva lasciare la macchina ci ha detto di sì, omettendo però che era a pagamento.
Per fortuna che la multa al cambio era solo di 40 euro totali e che non ci hanno portato via il macinino.

Già mi vedevo a dovermi fare 9 ore di treno, passando per la Croazia, per poter tornare in tempo a Lubiana ed essere a scuola lunedì. Ma qui la macchina te la lasciano sul posto e sei tu a doverli chiamare per fartela sganasciare. Il tizio dell'ostello fra l'altro ci aveva pure consigliato come togliere le ganasce da soli, visto che per gli stranieri sulla multa non viene neppure annotato il numero di targa, ma solo il Paese di provenienza e quindi non avrebbero potuto rintracciarci.

Non abbiamo osato, per paura di rompere la macchina, che di per sé non so proprio come fosse ancora tutta di un pezzo dopo tutti quei chilometri; per scoprire poi che queste ganasce si possono davvero aprire con una qualsiasi chiave in meno di due secondi.


Fra le altre (dis)avventure in ordine sparso:

- siamo finiti casualmente in un ristorante gay per cena la prima sera.
Accogliente, tranquillo, ottima torta di mele e zuppe.



A stonare erano proprio i due piccioncini etero (allora, avete indovinato chi sono?) del nostro gruppo che si sbaciucchiavano dopo ogni boccone. Mai viste due persone darsi così tanti bacettini al giorno: un passo, un bacetto, un semaforo, un bacetto, ci sediamo, un bacetto, ci alziamo, un bacetto, ti faccio una foto un bacetto, guardiamo la foto un bacetto. Smack, smack, smack, smack. Oh my God!

- Bruno, l'italiano volontario, si è fratturato una caviglia.
Poveraccio. Io già non c'ero quando è successo l'ultimo giorno, perché noi Lubianesi eravamo già in partenza per tornare in patria, mentre gli altri avevano deciso di andare a pattinare sul ghiaccio al City Park. Menomale che lui è uno che non si perde d'animo e ride sempre. Questo viaggio gli rimarrà decisamente impresso nella memoria, dato che inoltre la sera precedente, non avendo le chiavi dell'ostello, non era potuto rientrare ed aveva dovuto dormire in un kebab!



-
Il nostro provetto guidatore turco si è leggermente ubriacato l'ultima sera.
Io ero uscita con gli altri, lasciando i Lubianesi in ostello con 2 bottiglie di vino aperte.
Ero andata con Agnese, Angela e gli altri a un posto abbastanza famoso di Budapest, una specie di centro sociale, bar, ristorante con le sedie scompagnate, i muri graffitati (e su cui puoi tranquillamente scrivere ciò che vuoi), e le decorazioni riciclate e robe varie appese al soffito. Se vi piace il genere si chiama Szimpla, lo trovate qui: http://www.szimpla.hu/





Io non avevo intenzione di uscire, ma avevo appena scoperto che in Ungheria dal 1° gennaio di questo 2012 non si poteva più fumare (sono allergica) e allora avevo deciso di approfittarne per passare quache oretta in una vasca da bagno trasformata in divanetto a chiacchierare e sorseggiare bicchieroni di limonata.
E ad assistere a come l'egiziano, l'americana e la turca ci abbandonavano per andare a qualche club a ballare. Beata gioventù, io verso mezzanotte ero già a pezzi.



Ma tornata all'ostello che ti trovo?
Tutti un po' brilli, il nostro turco steso sul letto tutto vestito in stato comatoso, gli altri in stato confusionale, i trottolini amorosi che comunque si sbaciucchiavano, l'altra tedesca che forse voleva buttare qualcuno dalla finestra. Dall'alto della mia sobrietà mi sono sentita un po' la madre di tutti, li ho spediti a letto e ho pregato che il giorno successivo qualcuno fosse in grado di guidare.

E mi sono pure sentita un po' vecchia.
Ma contenta che nessuno fosse scomparso, nessuno si fosse perso, nessuno fosse stato messo in carcere.

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