Durante il Natale in famiglia IMPOSSIBILE trovare il tempo per scrivere.
Sono arrivata il 23 sera, dopo ore e ore di attesa all'aeroporto di Venezia.
Nessun ritardo, solo che da Lubiana l'autobus per Venezia Marco Polo parte alle 8 di mattina (ci mette un 3 orette) e il mio volo era alle 6 di sera. E all'Alitalia non ti fanno cambiare l'orario del volo anche se i due precedenti non sono pieni, grande genialità.
Per questa ragione vi scrivo ora dal mio nuovo iPad.
(aggiornato a qualche giorno più tardi: ho fatto dei ritocchi con il portatile, per inserire le foto e aggiungere alcune cosine).
Io volevo un libro elettronico, proprio per queste pause insensate in aeroporto, per farmi abbuffate di libri spazzatura. Non so se l'ho detto, ma io leggo alla velocità della luce. Per intrattenermi 8 ore in aeroporto mi dovrei portare minimo un mattone da 2000 pagine.
Anti- ryanair. Anti-bagaglio a mano minimalista con cui viaggio ultimamente.
Invece Babbo Natale in quest'anno di crisi ha deciso di fare le cose in grande e tracchete, mi ha portato questa sottiletta tecnologica che mi fa incavolare perché quando voglio scrivere in inglese o spagnolo mi corregge tutto e scrive in italiano. E non so come scrivere gli accenti, così a meno che non sia questo aggeggio a decidere che l'accento ci va, niente passati prossimi col verbo essere, mi toccherà ricorrere al passato remoto. Arghhhhh.
E poi non so come si scaricano i libri, non mi fa vedere telefilm online, insomma, io odio leggere le istruzioni e mi toccherà farlo per capirci qualcosa.
(dopo una settimana di reciproca conoscenza le cose vanno migliorando)
In ogni caso torniamo al Natale romano.
Solo 5 giorni con i miei e un paio di chili in più.
Il frigo di casa mi fa venire l'agorafobia per quanto è pieno.
Mia madre cucina per tutto un reggimento che ogni anno non si presenta.
Gran maleducati.
Così dobbiamo mangiarci tutto noi.
Praticamente si sa quando ci si siede a tavola ma non quando ci si alzerà.
Antipasti, primi, secondi, contorni, frutta, dolce, caffè, altro dolce, una bella tazza di tè, due noci, frutta secca, panettone, pandoro, torrone, due datteri.
Meno male che in Slovenia mi sono allenata per quattro mesi a queste abbuffate.
Quest'anno feste abbastanza tranquille. Regali ragionati.
Mi pare che quasi tutti abbiano capito che NON voglio più cose.
Medito seriamente di aprire un blog a parte sui miei futuri esperimenti minimalisti.
Poi ho pure partecipato a una bella bruttombola e non ho vinto niente. Grande soddisfazione.
La fidanzata brasiliana di uno dei partecipanti esterrefatta. La prima volta che si gioca va sempre così. Quest'anno fra l'altro tutti si erano impegnati a scovare nei loro cassetti, cantine e soffitte il peggio del peggio.
Pezzo forte: una bella bomboniera rosa con una panchina - dove i due sposini si erano conosciuti - di quei bei materiali porosi che prendono la polvere che e (con l'accento, l'ipad si rifiuta) una bellezza.
Corredata da fiorellino obeso. E dalle iniziali incise degli innamorati.
Da qui ci sarebbe da aprire tutta una parentesi sulla tradizione delle bomboniere, che proprio non condivido. Regalare una bomboniera sapendo che la persona che la riceve la relegherà in un cassetto perché gli fa pena buttarla, che senso ha? Regalate piuttosto una penna, una confezione di caffè o una saponetta, che alle brutte possono essere sempre riciclati.
O chiediamo ai Comuni della città di adibire degli appositi contenitori della raccolta differenziata per tutti questi cocci kitsch di neonati rosa e celesti che piangono, ridono, dormono e si cucciano il dito, e roselline, angioletti, marinaretti, vasetti e fratel coniglietti.
Poi ho giocato con i miei nipotini.
Una, quella di 4 anni, mi ha detto che di anni io ne ho 8. Quando le ho chiesto che le pareva l'idea che anche io avessi un figlio per il prossimo Natale, prima mi ha guardato esterrefatta (effettivamente se per lei ho 8 anni, l'idea che io possa avere un figlio può sembrare un tantinello assurda) e poi ha aggiunto che no, non vuole, perché i bimbi piccoli non servono a niente e io non avrei più tempo per giocare con loro.
La più grande mi ha detto che di anni ne ho 20 - evidentemente le creme di bottega verde fanno miracoli - e anche a lei l'idea che io non possa più giocare non e (accento!) piaciuta per niente. Le ho regalato il suo primo diario segreto, magari fra una trentina d'anni scriverà un blog pure lei.
Poi c'è il maschietto piccolo, con cui faccio le esplorazioni della mia stanza di Roma, alla scoperta delle cose assurde che contiene: torcie a forma di papera o zebra, spugne anch'esse a forma di papera, paperelle di plastica, peluchini e peluchetti di gatti, mia sorella (che a lui fa una gran paura).
Durante il periodo natalizio leggo sui facebook di tanta gente odio o disprezzo o noia rispetto alle feste.
Mi chiedo perché.
Sono vacanze.
Sono un'occasione per mangiare seduti tranquilli.
Per uscire e vedere vecchi amici.
Per riunirsi in famiglia.
Per dormicchiare a volontà.
Se la parte dello shopping e regali e ressa può forse creare un po' di stress, si può sempre decidere di non fare regali o di cominciare a comprarli con tranquillità verso ottobre, risparmiando così tempo e soldi.
Se sono i falsi buoni sentimenti ciò che trovano irritante, beh, basta evitare contesti in cui ci siano persone false. Che poi se sono false a Natale lo saranno pure tutto il resto dell'anno. E allora perché frequentarle durante l'anno e odiarle in special modo a Natale?
Secondo me chi disprezza il Natale lo fa perché gli piacerebbe averne uno davvero pieno di buoni sentimenti ...
Beh, dico io, si può sempre approfittarne per andare a fare un po' di volontariato alla mensa della Caritas o affini, no?
O farsi due chiacchiere con i propri nonni, se sono ancora vivi, o con i propri genitori, o leggersi un libro, scriverne uno, sbrinare il frigo -.- o magari tagliarsi le unghie dei piedi o farsi un pediluvio ...
insomma, fare tutto ciò per cui si dice sempre di non avere tempo.
A me il Natale da un po' di anni piace.
Sarà perché vivo lontano dai miei e per Natale torno.
E ciò che non mi piace delle feste - il consumismo sfrenato e le abbuffate esagerate - lo 'combatto' ed elimino.
E poi posso giocare e accarezzare la mia canetta. Una delle attività più rilassanti e faticose allo stesso tempo.
Perché Aika non perdona. Quando vuole essere grattata non ci sono santi e feste comandate che tengono.
Non le importa che tu stia cenando.
Ti si siede accozzata, proprio sui piedi.
E ti guarda.
Con quegli occhioni che è impossibile resisterle.
E così tu cominci ad accarezzarla.
Dopo una ventina di minuti ti formicolano le dita.
Il braccio si fa pesante.
Smetti per un secondo.
Ed eccola Aikona che si gira di scatto come a dire:
eh, nooo, non va bene così, voglio una grattata seria.
Non si può smettere finché non lo decide lei.
E se ci scappa mi vedo pure Mary Poppins in tv.
Sono d'accordo sulle bomboniere: per me sono la cosa più inutile che ci possa essere. Odio quelle di porcellana, quando me le regalano non le metto neanche da parte, le butto direttamente nella spazzatura.
RispondiEliminaPer la Comunione delle mie figlie ho fatto preparare da mia mamma solo i sacchettini ricamati e forse qualcuno avrà pensato: che tirchia! Ma veramente non ne vedo l'utilità oltre che non le apprezzo esteticamente.