1) Il mio fidanzato Luka (quello di 8 anni per capirci) ora mi accompagna alla stazione dei treni.
Io a volte torno a casa in treno da scuola, perché i poveri prof. sloveni hanno riunioni interminabili e io posso fuggire - i vantaggi di non parlare sloveno.
Insomma, l'altro giorno trotterellavo verso la stazione quando, all'improvviso, Luka compare al mio fianco.
Sarà un baby-stalker? Si apposterà dietro i cespugli di biancospino per seguirmi?
Fatto sta che ho fatto un pezzo di strada con lui.
Mi scordo sempre che ha 8 anni, perché parla inglese come me.
Lui in realtà con accento americano. Io, per mantenere le distanze, sparo vocali ed r britanniche.
Luka è mancato alle ultime due lezioni di italiano e quasi mi prende un accidente.
Senza di lui chi traduce??? Chi mi aiuta? Chi gira tra i banchi per assicurarsi che tutti abbiano capito bene ciò che devono fare?
Una tragedia! Praticamente l'ultima lezione con i piccoli gli ho fatto scoprire il google translator e sono rimasti sorpresissimi, almeno quello, e uno ha proclamato che i traduttori artificiali sbagliano e che non potranno mai capire l'essenza della lingua (pure questo tipo ha 7 anni, ve l'ho detto che gli sloveni sono tutti piccoli filosofi).
Insomma, camminiamo insieme verso la stazione.
Luka arranca portando lo zainetto di scuola e anche la chitarra.
Mi sembra proprio che lui non debba andare nella mia direzione - in cui non c'è null'altro che la stazione - ma non dico niente e chiacchieriamo.
E sapete che mi dice?
Luka: Cecilia, tu hai foto di un sacco di posti del mondo...
(Avevo fatto una lezione nella sua classe sul cibo tipico dei Paesi di lingua inglese, usando foto mie).
Io: sì, Luka, giro un sacco.
Luka (occhi da Bambi): ma sai già se l'anno prossimo rimarrai con noi?
Io: Non lo so, Luka, perché il mio sloveno non migliora. (e sento il suo cuore che va in frantumi)
Luka: Sì, è una lingua difficile. Magari posso aiutarti.
A questo punto, dato che mi sembrerebbe un po' vergognoso accettare lezioni di sloveno da un ragazzino di 8 anni, svicolo e torno all'argomento precedente.
Io: Beh, se non imparo lo sloveno, magari mi trasferisco in un altro Paese, chessò, la Svezia.
Luka (riflette, pensoso): insomma, ti si potrebbe definire una viaggiatrice.
(la parola inglese traveller però è più bella!).
Io: beh, sì. Presto comincerai anche tu, scommetto. Magari puoi diventare professore di italiano e girare per il mondo a insegnare..
Luka: sì, voglio essere come te.
Però voglio fare il medico, e viaggiare per il mondo e aiutare la gente.
Poi siamo arrivati alla stazione e Luka mi ha lasciata ai miei pensieri.
Ho ricordato quando a 9 anni volevo fare il veterinario per aiutare tutti gli animali del mondo (lo faccio ancora un po', anche se in altro modo) e quando a 11 anni volevo fare il marinaio per girare qua e là (e questo lo faccio davvero, ma non per mare).
Mi ha ricordato la purezza di quei desideri, la voglia che si ha da piccoli di fare le cose per bene, in modo giusto, affinché tutti siano felici. Il mondo perfetto che si ha nella testa.
Luka mi ricorda un po' come ero io, idealista e filosofa, con un sacco di bei grilli per la testa.
Mi piacerebbe, fra 20 anni, scoprire che è diventato medico davvero.
Luka, se avesse 30 anni di più, sarebbe il mio uomo ideale.
Magari, dato che è così geniale potrebbe inventare la macchina del tempo e tornare indietro, a prendermi, a bordo di un furgoncino sgangherato, con la sua zazzera bionda al vento.
2) Sono uscita di sera.
PREMESSA: L'inverno su di me ha l'effetto di spingermi a rintanarmi in casa, con un buon libro, il riscaldamento accesso, i calzettoni pelosi, una tazza di tè, qualche bel biscottone al cioccolato, andare al letto presto, svegliarmi al sorgere del sole.
Al massimo esco di pomeriggio, a farmi un giro quando torno da scuola, a fare i soliti milioni di foto o a incontrare qualche amico per un tè o un dolcetto!
(Torta nutella, cocco, banane ... mmmm)
Ti danno pure le copertine.
Sì, avete capito bene.
A disposizione dei clienti ci sono delle belle copertine.
Per non rinunciare la piacere di sedersi fuori, e respirare quest'aria buona che sa di castagne, di foglie, di legna sul camino, di nebbia.
(Idea geniale andare sul grattacielo di Lubiana, uno dei giorni più nebbiosi dell'anno, eh??)
Tornando al dunque.
Io, in inverno, di sera non esco.
Venerdì però ho deciso di uscire.
Alle 8.30 per carità, che qua mica siamo in Spagna.
Per prepararmi psicologicamente avevo pure dormicchiato dopo pranzo.
E mi ero messa ad ascoltare canzoni reggaeton mentre mi preparavo.
Ci siamo visti in Piazza, come sempre.
E siamo andati a un baretto nascosto in una delle viuzze perpendicolari alla mia strada.
C'eravamo solo noi.
7 rumorosissimi stranieri e 2 sloveni, che per osmosi diventano rumorosi pure loro, quando stanno con noi. Poi il bar è gestito da uno spagnolo e da un francese.
Mi ha ricordato i tempi dell'erasmus.
Chiacchiere sceme, chiacchiere serie.
Giusto due-tre birre.
L'unica cosa è che non ho più ventanni.
E così, quando gli altri baldi giovani e pulzelle si sono diretti, prima mezzanotte, verso la destinazione successiva, io ho fatto una Cenerentolata.
Sì, sono scappata via.
Non ce la facevo più!
Quatta quatta sono sgattaiolata su per le scale del pub in cui eravamo appena entrati.
E me ne sono tornata a casa.
Con un piede dolorante per gli stivali con 2 centimetri di tacco, il maglione infilato in fretta e furia al rovescio con delle bellissime etichettone in bella vista sul davanti, un certo numero di patacche sulla maglietta, e un principio di mal di testa.
Manco fossi stata a un rave di 3 giorni a impasticcarmi.
Così ieri è stata una giornata zombie.
La punizione della fata madrina per essere rientrata dopo lo scoccare della mezzanotte.
Ho poltrito a letto tutto il giorno.
Ho mangiato pasta del giorno prima a colazione.
Per autopunirmi ho aperto tutte le finestre.
Però ieri non faceva freddo.
Allora ho deciso, nonostante il mal di testa, di leggermi un libro intero.
E il mal di testa mi è passato.
Mi sono pure fatta una doccia usando lo scrub per i piedi ... per il viso.
Ringiovanita.
E per concludere in bellezza ieri accendevano le luci del grande albero di Natale che è nella piazza principale alle 5 di pomeriggio.
Ci sono andata, ed ha cominciato a piovere.
Finalmente un po' di catarsi.
Ciao!!!
RispondiEliminaFinalmente ieri ho partecipato alla selezione linguistica per l'insegnamento all'estero...
Posso di dire :"Io c'ero".
Sì, c'ero anch'io tra la folla di insegnanti dai volti consumati dalla noia e dalla frustrazione dopo anni di duro lavoro mal remunerato nella scuola Italiana; c'ero anch'io in mezzo ad un mare, un oceano di speranze e disillusioni che avrebbe riempito un intero aeroporto.
Cavoli, non avevo mai partecipato ad un concorso insieme a così tanti partecipanti, le sale- hangar dell'hotel Ergife non riuscivano a contenerci...che avventura!
sono contenta di esserci andata, ho conosciuto un'insegnante sposata con uno scozzese, tanto per rimanere in tema di sogni e vite precedenti!
Cara amica mia, prima o poi ci tornerò...
(intanto ci vado per Pasqua)
Continuo a seguirti con un grande spasso!
Bacioni,Tina
Ciao Cecilia,
RispondiEliminanon ci conosciamo ma facendo una vita in qualche modo simile (insegno italiano all'estero) ho piu' volte letto i tuoi post sull'agora della Dante. Ti scrivo per avere alcune infos sull'insegnamento in Slovenia. Sarei interessato ad insegnare di nuovo in una zona est europea o mitteleuropea.
Puoi mandarmi una mail a: einstur@libero.it
Saluti dall'Australia
Francesco
Sto sbavando all'idea di una copertia al pub. E' un'idea geniale. E il tuo corteggiatore è troppo bello anche per essere vero!
RispondiEliminaAnche io ascolto il reggaeton mentre mi preparo per uscire per la serata! :D
RispondiEliminaLe copertine nei bar li ho viste anche a Milano, sai?
Il racconto del bambino di 8 anni è tenerissimo! potrebbe essere l'inizio di un film :)