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1.12.11

BRUTTOMBOLA


Natale.
Tempo di estremo consumismo.
Di corsa all'acquisto.
Di caccia al regalo.

Sapete come la penso.
Da quasi un anno porto avanti l'esperimento 100 cose.
E nelle 100 cose devono entrarci pure i regali di Natale.
E allora devo riflettere bene su cosa comprare.
Su cosa può essere davvero utile e non finirà dimenticato in un cassetto.



Per quest'anno credo che mi darò ai generi alimentari.

O calzini, come sempre.
Perché fanno sempre comodo.
Perché secondo me sono un simbolo di grande amore.
Penso a te dalla testa ai piedi.

Per me stessa un biglietto aereo.
Per farmi un viaggetto a Capodanno.
I miei occhi vorrebbero delle scarpe bellissime che ho visto in un negozio settimane fa.
Ma che costano 80 euro e in realtà non è che mi servono.

Mi ricordo che da piccola leggevo il Diario di Anna Frank.
E all'epoca ero rimasta molto sorpresa dal fatto che Anna descrivesse dei regali di un compleanno di qualcuno - il suo o di una delle persone con cui viveva, non ricordo - e che fossero cose estremamente quotidiane, tipo forse un pettine o del tè.

Mi piacerebbe regalare e ricevere oggetti quotidiani, che quando li usi ti ricordi della persona che te li ha regalati, che ha pensato ai tuoi piedi, affinché stiano caldi e comodi, alle tue dita, che possano scrivere e prendere appunti, al tuo stomaco, pieno di cose buone.

Però è davvero difficile uscire dalla spirale del consumismo.
Se non ci riuscite, a vi piovono da Tizio e da Caio regali di cui proprio non avete bisogno,
che fare?

L'ennesimo paio di ciabattone o guanti?
Dei bellissimi canavacci o presine?
Un romanzo che non leggereste neanche morti?
Una bussola?
Una felpa fuxia?

Le soluzioni sono molteplici.
Potete rivenderli.
Potete riciclarli.
Potete portarli alla Caritas.
E sennò organizzate una bella bruttombola.

BRUTTOMBOLA?

E che caspiterina è?
Eccovi le istruzioni.

Armatevi di un normale tabellone della tombola e cartelle.
Fagioli, lenticchie o bucce di mandarino come segnalini.
Invitate 10 amici più o meno.
Chiedetegli di selezionare i regali che hanno ricevuto di cui si vogliono liberare.
Possono pure essere regali di compleanni passati.
Cose in giacenza negli armadi.
Cose che loro stessi hanno comprato in saldo e poi si sono resi conto che no,
non gli serviva un atro mestolo da cucina,
una maglia girocollo color salmone,
una cuffia in silicone per il corso di nuoto a cui non si segneranno mai.
Ditegli che devono incartarli.
Carta riciclata di altri regali, o carta di giornale.

Poi ci si riunisce e si mettono questi fantastici regali insieme, tutti su un tavolo.
Ogni persona ne può portare al massimo 7 (o 5, o 10, dipende da quanto tempo volete tombolare).
E saranno i premi della tombola.
Non si sa cosa si vince finché non si scarta il regalo.
Ci saranno regalini piccoli da ambo, tipo un bel portachiavi a forma di toro spagnolo.
Un po' più grandi da terno, un bel paio di calze a pois.
La quaterna è già una cosa seria! Disfiamoci di qualche bel CD.
E la cinquina? Una bella scatola decorata con conchiglie.
Per la tombola?
A volte possono essere piacevoli soprese:

Io l'anno scorso ho vinto un cellulare di seconda mano che uso ancora.
Il proprietario se ne era comprato uno più moderno, ma a me che mando solo messaggini andava bene proprio quello. Poi ho scoperto pure che faceva delle bellissime foto.
Ho vinto pure una lampada che tocca montare ad incastro, ma non ci sono ancora riuscita.
E cose inutili, che ho provveduto a passare oltre o a conservare per bruttombole future.

In cambio:
Ho sbolognato dei libri di autoaiuto.
Delle collanine e braccialetti.
Degli uccellini di porcellana.

Poi ci sono il terrore dei terrori della bruttombola.

Le cose che ogni anno vengono riproposte e che proprio nessuno vuole vincere.
Che causano gridi liberatori quando infine uno riesce ad appiopparle a qualcun altro.
Il top del top visto finora?

Un'opera di una famosa artista americana, regalo di nozze ricevuto da una coppia di amici di amici.
Consisteva in un cuore di legro.
Con due buchi. In cui passava del bellissimo fil di ferro.
Da appenderlo (al collo dell'artista, e buttarla a fiume, peccato che il legno galleggia).

E una statua di un angelo.
Fatta di quel materiale che cambia colore a seconda del tempo.
Tempo di buttarlo via!
O di passarlo al successivo malcapitato.
Ho pure una testimonianza fotografica di cotanto orrore.



Ho esportato questa tradizione anche in Spagna e la mia amica Maria ci ha lasciati tutti allibiti.
L'avevo avvertita con grosso anticipo e le avevo spiegato fin troppo bene le regole del gioco.
Mannaggia a me!
Così ha avuto tempo di fare mambassa a casa di parenti ed amici, deliziandoci con un'infinita varietà di orribili bomboniere e soprammobili. Sadica!

Le grida di terrore più disperate? Per il vincitore di una coppia di delfini di coccio che facevano l'amore (ma non erano le civette?), orsettini amorosi e scatoline di porcellana adornate con fiorellini che prendono la polvere che è una bellezza. E una casa-lampada, un telefono degli anni '80 e chi più ne ha più ne metta.

Quindi un consiglio. Non spiegate agli invitati le regole in modo TROPPO accurato.
E dateci giù voi!!!


E buon divertimento a tutti.
Se ci giocate raccontatemi poi che cosa avete vinto.

1 commento:

  1. fantastico! sarebbe un ottimo rimedio per svuotare la mia stanza! un pò come il barattato! E' un baratta- mercatino che si organizza a casa di amici e si portano cose di cui ic si vuole disfare. Ci si appropria di uno spazio e su mona una specie di bancarella, poi si girucchia e si iniziano a proporre gli scambi! mamma quanta voglia di fare tuttoooooo! che fa lo facciamo tra noi Comeni? chessò anche una cosa virtuale? ci diamo un appuntamento tra blog e ognuno pubblica una vetrina con le cose da barattare e poi iniziamo a fare proposte magari... :) peccato che qui non abbiamo molta roba ( o per fortuna piuttosto! )

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