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18.12.11

TEMPO DI BILANCI ... O DI BILANCE

La prossima settimana sarà intensa e frenetica.

Avrò lezioni su lezioni, in cui propinare a tutte le classi un fantastico PPT (e come no?) che ho preparato sulle festività natalizie britanniche con tanto di video e musichette, cercando di soffermarmi su aspetti strani o diversi dai soliti albero, Babbo Natale, Rudolph e le renne e We wish you a Merry Xmas che i ragazzini di qua conoscono da quando hanno 6 anni.

(Consigli per i prof. all'ascolto per una lezione sul Natale in UK: potete parlare dei Christmas crackers, e dei terribili maglioni con le renne o con le pallette di Natale che alcuni portano, dei calendari dell'avvento ripieni di cioccolatini, dei baci sotto il vischio, dei bigliettini di Natale che finito il Natale vengono buttati nei contenitori appositi per il riciclaggio bigliettini, e poi dei biscotti gingerbread, del pudding dato alle fiamme, del Boxing Day coi saldi e lo sport in tv e della tradizione del 'First Footing', che non è una gara di corsa, ma una tradizione scozzese che dice che porta fortuna se è un uomo bello, moro e dalla pelle scura ad attraversare la soglia di casa tua per primo dopo la mezzanotte del 31 ... e vorrei ben vedere!!! )

Ovviamente mi presenterò a lezione provvista di apposito cappellino o cornuta!
E ovviamentissimamente due volontari scelti a caso dovranno sbaciucchiarsi sotto il vischio!



Ed è così che mi è venuta un'improvvisa nostalgia della Scozia, 6 mesi di assenza e chissà quanti ancora, e dei dolci natalizi scozzesi (mince pies, le avete mai provate? buoneeee) , e della neve - che qua non arriva - e del freddo pungente.

Perché, cari miei, due sono le cose:
o sono io che mi sono davvero trasformata in una bella foca con tanto grasso sottocutaneo che ormai non noto più il freddo, o in Slovenia l'inverno non è ciò che mi avevano preannunciato!

Non fa freddo!
No, no, no.
Niente sensazione di estremità inferiori congelate e ditini dei piedi rattrappiti.
Niente naso che cola e che quasi si stacca dalla faccia.
Niente manine intirizzite che cercano nelle tasche un po' di calore.

Io, belli bei, dormo con la finestra aperta.

Vabbè, sono stata malata.
Da giovedì.
All'improvviso giovedì mattina alle 5 mi sono svegliata come se mi avessero spremuto 1000 limoni nello stomaco. E ci avessero buttato sopra un bel chilo di sale a piene mani.
Ho pensato fosse uno strano sogno.
Ma no, era proprio vero.
Avevo una barbeque nelle interiora.
Ho cominciato a girarmi e rigirarmi nel letto come una fettina panata.

Poi ho capito che non c'era niente da fare.
Una bella influenza intestinale (poi ho scoperto che girava a scuola, i vantaggi di lavorare con i pupi).
30 ore a letto a sudare le 7 callare.
Con la testa infuocata come una fiaccola olimpica e varie altre conseguenze che non sto qua a descrivere per decenza.
Ma non ho mangiato dunque per due giorni.

E ora che la tempesta nello stomaco si è placata ne sono felice.
Tempo di bilanci sì, e di bilance.
Avrò perso almeno un chiletto.

Tornando alla finestra aperta di notte, proprio ieri riflettevo sul fatto che le mamme scandinave mettono i loro bimbi fuori dal balcone o dalla porta di casa nella carrozzina a fare un riposino anche in inverno.
Ben coperti ovviamente, ma fuori, quando fa  - 5°c.
E hanno ragione.
Con il freschetto si dorme meglio.
Belli raggomitolati sotto il piumone, con i calzettoni spugnosi e la canotta infilata dentro ai pantaloni del pigiama. Provateci e poi mi dite.

Io sono guarita così, a base di tè (39 centesimi, 20 bustine), uva passa e ananas candito (l'unica cosa che il mio stomaco riusciva a tollerare) e aria fresca!

Io poi dormo con la finestra aperta pure per un'altra ragione.
Mi sa che l'ho già detto, non ricordo.
Sono nata a Roma, e da piccola vivevo sulla Via Ostiense.
Un sacco di traffico e i mercati generali di mattina presto.
Se c'è qualcuno che urla fuori dalle mie finestre o se sotto casa passa una corsa di formula 1, io dormo felice e beata come una pupetta.
(Poi però se c'è un'orologio che ticchetta nella stanza non mi do pace finché non lo trovo e lo nascondo a 10 metri di distanza).

Ritornando alle bilance, me ne servirebbe proprio una per pesare la valigia.
Venerdì me ne torno a Roma (passando per Venezia, un'epopea che durerà solo 10 ore)

E alla fine ai bilanci dedicherò un altro post.
Ora vado a farmi un tè e un bel piatto di riso in bianco.
Stomaco mio, preparati al Natale.

4 commenti:

  1. Ciao Cecilia,
    lo sai che hanno inventato un aggeggio apposta per pesare le valigie? E' grande quanto un pugno e pesa pochissimo. A me lo ha regalato il mio ragazzo e ora quando me ne vado a vivere all'estero in case che so che non avranno mai e poi mai una bilancia me lo porto, così non mi devo stressare troppo prima di ritornare a casa con un volo ryanair!
    Diana

    RispondiElimina
  2. Sì, l'ho visto in un ostello, ma la pesatura poi non corrispondeva a quella in aeroporto e allora non mi sono fidata poi di comprarlo quando l'ho visto in un negozio!
    Quindi tu dici che funziona bene?
    Fino a quanti kg pesa?
    In ogni caso io ho la giacca McGyver, 8 tasche e alle brutte svuoto la valigia e metto tutto in tasca! :-)
    Cecilia

    RispondiElimina
  3. io pure voglio la giacca MCGIVERRRRRRR!
    quanto al pesavaligie.. mmmm.. io l'ho provato in Irlanda ma mi pesava 5 kg in più e mi ha fatto slerareeee! ad occhio e amano, l'intuito di un viaggiatore, non sbaglia mai ;)

    Filippa

    RispondiElimina
  4. Sì, putroppo non è precisissimo, ma il mio ha sgarrato solo di 1 kg rispetto alla bilancia ryanair, quindi niente male :)

    diana

    RispondiElimina

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