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3.6.12

Addio Monti

Ho sempre pensato che ciò che siamo, oltre alle ovvie influenze della famiglia e degli amici, è determinato anche dai cartoni animati che abbiamo visto da piccoli (ma di questo parlerò un'altra volta) e dalla letteratura che la scuola dell'obbligo ci ha propinato.

A me al liceo hanno fatto imparare l'Addio Monti di Manzoni.
A memoria.
E mentre le ragazzine di adesso impazziscono per le canzoni di Justin Bieber, One Direction e Lady Gaga (mi sono fatta una cultura musicale a lavorà alle elementarimedieliceo qui), io esprimevo la mia disperazione giovanile recitando l' Addio Monti.

Vi ho già parlato del posto dove andavo in vacanza da piccola ed adolescente

http://comeniusinslovenia.blogspot.com/2011/08/il-piacere-dellozio.html

Un minipaesino fra le montagne, ai tempi in cui non c'erano né cellulari, né internet e noi non avevamo neppure il telefono fisso a casa. Andavamo in cabina, con i gettoni, a chiamare.

Le passioni scattavano a volte con i maschietti del paesello di fronte, e gli appuntamenti erano qualcosa che si riusciva a fissare tramite il bocca a bocca, o con un canocchiale.
Ebbene sì.
Quando stavo con Daniele, e lui doveva scendere dal suo paesino in motorino io ,tipo
Raperonzolo, salivo al piano più alto di casa, o direttamente all'orto, e scrutavo con il canocchiale l'orizzonte, e tendevo l'orecchio, per scorgere all'orizzonte un puntolino smarmittato che scendeva dalla collina antistante.

Poi l'estate finiva.
E queste relazioni amorose non superavano settembre.
Ci si scriveva lettere.
Magari una telefonata.
E poi tutto congelato fino all'anno successivo.

Sulla via del ritorno io e mia sorella in lacrime recitavamo a bassa voce l'Addio Monti, copiato dal libro di letteratura e scritto su un foglio appositamente per questo rituale struggente.

Oggi vado a dare l'addio ai monti sloveni.
Non che io abbia scalato altro che colline qua.

Però le montagne erano sempre lì, innevate sullo sfondo, e sbucavano all'improvviso, al girare un angolo, all'uscita dall'autostrada, nei nostri giri e gite.

Le montagne rappresentano un po' gli sloveni come li vedo io.
Ben piantati su due piedi, alti, apparentemente un'impresa conquistarli, forti nelle difficoltà, stoici, coperti di nubi o splendenti di sole.

Sono in vena di metafore e simili in questi giorni, capitemi.

E così oggi me ne vado a recitare l'Addio Monti nella valle dell'Isonzo (o Soča, come lo chiamano qua).

Che credevate, che avrei scalato il Triglav? (ndr: la montagna più alta della Slovenia).

6 commenti:

  1. mi dispiace tanto che non ti abbiano confermato, spero che il tuo ritorno in spagna non sia doloroso quanto la partenza dalla slovenia, però può darsi che se la slovenia è il posto dove ti senti meglio, ora sai dovè che vuoi tornare a vivere e puoi concentrarti a cerare un lavoro che ti riporti lì. noi ancora 1 posto che sia il luogo dell anima sia per me che il senator non l abbiamo trovato..

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  2. Qui e' mattina e appena ho letto il titolo ho pensato subito che fosse successo qulacosa di "politico" e avessero dato il benservito a...un altro "Monti" in Italia! :D

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  3. Già addio devi dire? MA quando parti? Anche io leggendo il titolo ho detto no non dirmi che è morto Monti?

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    Risposte
    1. Do l'addio pezzo per pezzo, mi rimangono esattamente 3 settimane ...

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  4. io invece ho pensato subito a renzo e lucia.
    sarà che mio padre da piccoli leggeva a me e mio fratello i pronessi sposi invece delle fiabe?? ;D
    sadie

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