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30.4.12

Da ricordare ogni giorno


Sono tornata dalla Bosnia da una settimana eppure, di tutti i viaggi, mi pare che è quello di cui non riesco a smettere di parlare. Ne parlavo oggi con il marito di mia cugina che è militare, e che ci è stato in Bosnia, proprio dopo la guerra, quando era tutto distrutto.

Continuo a leggerne e a cercare informazioni, video, canzoni, come se facendolo ora fosse un atto di dolore per il peccato commesso tanti anni fa, quando tutti noi, al di là di questo mare, ignoravamo quel conflitto e intanto un paese veniva raso al suolo e le mine antiuomo venivano seminate nei giardinetti come fiori.





Io, pur avendolo studiato chissà quante volte, neppure mi ricordavo che l'attentato di Sarajevo, quello in cui rimase ucciso l'arciduca Francesco Ferdinando il 28 giugno 1914, fu la goccia che fece traboccare il vaso della I guerra mondiale.

Vivo ignorando la storia del mondo, quando tanti altri conflitti sono in atto ora, e in questo preciso momento c'è una bomba che scoppia, un bimbo che muore, una moglie che perde il marito, una mamma che piange, una nonna che muore di fame, un cane che cerca la sua famiglia che non tornerà più.

Non voglio essere tragica, o buonista, o lacrimevole.

Voglio solo non dimenticarmi della fortuna che ho, e ricordarmi quali sono le cose importanti della mia vita, che questi giorni sono a Roma, a casa, e me ne sto facendo una scorpacciata:

- giocare con Davide, il mio nipotino di 3 anni e fare finta che la scimmia di peluche si mangia le sue macchinine per poi sputacchiarle e lui che ride come un matto.



- essere obbligata da Aika, la canona che ride, ad accarezzarla, bloccata io tutta storta sulla sedia della cucina per un'ora, perché lei ha deciso così, che è l'ora delle carezze e degli sgrattuggiamenti e guai a smettere.



- fare una foto in bianco e nero a mamma e papà, dopo aver scoperto per caso quest'opzione nella macchinetta, e non ti azzardare a metterla su facebook, no, no, ma che dici mai ... la metto solo sul blog! (E mamma lo scoprirà solo quando me ne sarà riandata di nuovo, perché quando sono a casa mica legge il blog).


- Aprire il frigo e trovarlo pieno! Io in Slovenia non faccio la spesa perché mangio a scuola, ho il frigo che fa l'eco tanto è vuoto, e invece qua tocca chiuderlo a forza, e ingrasso ogni minuto, perché ci sono tutti i cibi di quando vivevo qua, tanto tempo fa, la crostata, l'uovo di Pasqua che mi aspettava, una colomba pasquale sopravvissuta, ovetti, scamorze e mozzarelle, quintali di frutta e verdura, le rosette, i baci perugina, che ho oggi mia mamma mi ha chiesto che volevo con il tè e ci ho dovuto pensare 1 minuto prima di decidere. Della serie che mi sono messa la tuta larga per poter scrofare senza costrizioni.

Poi ci sono pure le cose che non sopporto e che mi ricordano giornalmente che questa è l'Italia che ho lasciato perché c'è gentaccia troglodita che si urla per strada e in tv,  perché c'è il tg tragico che fa la lista dei suicidi causati dalla crisi dall'inizio dell'anno ma mai mai e poi mai che diano un consiglio alla gente o dicano qualcosa di positivo,  perché l'aria puzza e mi passa la voglia di uscire a fare una passeggiata perché non voglio fare il cacca-slalom sui marciapiedi.

Anche se ne varrebbe la pena, perché poi c'è la gelateria dall'altra parte della Circonvallazione, che fanno i gelati più grossi della mia capocciona.

Odi et amo.

Però tutto sommato da quando ho imparato ad essere felice e meno stressata, pure Roma, col suo folcloristico casino non mi dispiace. Ma non ditelo a mamma, che poi pensa che torno.

Tornando a Sarajevo e alla Bosnia, io credo che il meglio che si possa fare ora è sceglierli come meta per le vacanze. In fondo costa poco, ci sono tantissime cose belle da vedere, la gente è molto amichevole, la natura incontaminata, il modo di guidare sportivo come quello italiano:
E poi le torte e i dolci sono davvero fantastici.
Che volete di più?


 
Qui trovate tutte le foto del viaggio in Bosnia - Herzegovina.

Io me ne vado a cena a casa di una mia amichetta e mi papperò una bella pizza bufala-pachino, tanto per concludere la giornata in bellezza, o meglio in larghezza.

29.4.12

Il ponte di Mostar

Mostar si trova in Herzegovina.

Ci siamo arrivati percorrendo vallate circondate da montagne ancora innevate che seguono il corso tortuoso di un fiume. Se non ci fosse il limite di foto del blog che incombe su di me, ne pubblicherei un centinaio, perché la natura della Bosnia-Herzegovina è ancora selvaggia e le strade sembrano inghiottite dal verde e il pullman arranca e ci si ritrova su discese pericolosissime che ti aspetteresti di vedere qualcuno a dorso d'asino.



Mostar è una cittadina piccola, con viuzze strette e ciottolose, pericolosamente scivolose quando piove. Mostar sono negozietti, moschee e piccoli caffè, dove vendono il tradizionale caffè turco e deliziosi dolcetti.


Mostar sono uomini di altri tempi che non vogliono essere fotografati, ma che ti mostrano con orgoglio la chiave del portone del loro magazzino, come se costudisse chissà quali ricchezze.


Mostar non sarebbe forse così famosa se il 9 novembre 1993 le forze secessioniste croate non avessero deciso di bombardare e distruggere il ponte vecchio, parte integrante della cultura di questi luoghi.

http://it.wikipedia.org/wiki/Stari_Most

Io mi ricordo ancora quel giorno, quando seduta a pranzo a casa a Roma con i miei genitori, avevo visto al telegiornale le immagini video di quella distruzione.
Mi ricordo le lacrime di allora che si riaffacciano ora, perché allora come oggi sapevo che colpendo quel ponte volevano distruggere un simbolo e mettere contro persone che fino a quel momento avevano vissuto in armonia.


Ora il ponte è stato ricostruito, mi ricordo pure di aver visto un altro telegiornale, il 22 luglio 2004, in cui si inaugurava lo sforzo internazionale di riportare la pace in quei luoghi martoriati.

Però il ponte vecchio aveva più di 400 anni di storia e le nuove pietre sono ancora troppo bianche e troppo lucide per permettere ai ricordi e al dolore di essere dimenticati.

27.4.12

Bosnia, l'assedio, il tunnel, le rose

 Quando 6 anni fa ero in gita a New York durante il mio anno di assistentato Fulbright negli USA un giorno all'improvviso girai un angolo, e bum, Ground Zero.

Se me lo avessero raccontato, di quel senso di vuoto soffocante,  quell'energia negativa, non ci avrei creduto, avrei pensato che era tutta suggestione.

E invece quel giorno io giravo per New York felice e contenta, a fare shopping a tutto spiano, e non ci pensavo all'11 settembre, e poi avevo girato quell'angolo e avevo sentito la forza di quel buco nero, delle vite che non c'erano più.

Chissà come sarà dopo 20 anni.

La Bosnia a 20 dalla guerra anni non è solo tristezza e distruzione, ma anche il ricordo del coraggio delle persone di Sarajevo, sopravvissute a mesi di fame, sete, freddo e cecchini che si divertivano ad ammazzare civili (12000 morti, 50000 feriti) che se ne andavano al lavoro, o a cercare da mangiare, bambini, anziani, donne, uomini, senza logica e senza pietà.

Sotto l'aeroporto di Sarajevo, territorio neutrale delle Nazioni Unite, i bosniaci costruirono un tunnel (trovate informazioni qui e qui) di 800 metri, per scampare all'assedio,  il più lungo della storia del mondo moderno, ma non per fuggire dalla loro città, che senza popolazione sarebbe capitolata, sarebbe stata perduta.

Attraverso quel tunnel sotterraneo, quasi un chilometro di lunghezza e solo 1.60m di altezza e poco più di un metro di ampiezza, a Sarajevo venivano portati viveri, acqua, medicine e, sebbene fosse proibito, anche capre e altri animali. Venivano inoltre fatti passare i militari e armi per difenderla la città e portare fuori i feriti.

 Non riesco a immaginarmi lo sforzo immane, il senso di soffocamento, l'acqua a volte fino al ginocchio, le spalle cariche di viveri e poi una lunghissima camminata per tornare in città, e sperare di arrivarci e sfamare le proprie famiglie.

Ci sono stati fatti film, scritte poesie, canzoni http://en.wikipedia.org/wiki/Siege_of_Sarajevo

ma solo quando ti imbatti in una rosa di Sarajevo, una cicatrice nell'asfalto, solo allora la senti quell'energia positiva, il coraggio e la voglia di farcela che ci sono voluti ai bosniaci per sopravvivere quegli anni.


(Le rose di Sarajevo sono macchie rosse sulle strade della città che indicano i punti dove caddero le granate sparate durante l'assedio. I buchi sono stati riempiti, ma colorandoli di rosso, per non dimenticare).

24.4.12

Vi racconto una storia ...

Sono tornata dalla Bosnia lunedì mattina alle 2, ho dormito 4 ore, poi a scuola fino alle 2 di pomeriggio e di lì direttamente al secondo lavoro fino alle 10 di sera quasi.
Di ritorno a casa in frigo mi aspettava solo una mela solitaria, una lavatrice da fare perché sennò oggi sarei uscita senza calzini e mutande e poi a nanna a mezzanotte.
E ora di nuovo in piedi dalle 5.30. Di nuovo di ritorno a casa tardi, a poche ore dai miei 36 anni.

E allora dovrei parlarvi della Bosnia, del fine settimana passato fra Sarajevo e Mostar, del lungo viaggio in pullman per arrivarci, con partenza giovedì a mezzanotte, dell' impossibilità di dormire perché mi rimbombavano in testa troppe lingue mie ed altrui. E poi delle soste forzate alle frontiere con gli occhi rossi di sonno, la schiena a pezzi dopo tante ore seduti, la notte che diventa giorno in un Paese sconosciuto.

E la pioggia.

Che ci ha accolto all'arrivo a Sarajevo, velando di tristezza gli edifici che portano ancora le cicatrici della guerta. E ha inzuppato i piedi di tutti questi giovani erasmus che girano il mondo in scarpette leggere e non sanno ancora che camminare coi piedi annacquati per ore e ore ti fa perdere un po' il gusto del viaggio perché l'unica cosa che vuoi è tornartene in hotel.

Io no, io ho i miei fedeli scarponi, perché non voglio perdermi il piacere di girare per le strade di una città nuova, e il dolore di vederla ancora martoriata dai segni dall'insana violenza degli anni '90, quando io gironzolavo felice ed ignara per gli Stati Uniti.

Voglio soffrirla anche io Sarajevo, e allora convinco Gesche a farcela a piedi dall'hotel dove siamo, a più di 10km dal centro, e il passato ci schiaffeggia davvero e li vediamo proprio tutti gli edifici bombardati, con i segni dei mortai, delle pallottole, tutte ferite non cicatrizzate ed esposte.




Già per arrivarci in Bosnia era stata una via crucis, vedere le case bruciate, devastate, scheletri nella campagna. E cimiteri, piccoli, sparsi nei campi come funghi, improvvisati.




E c'è una storia che devo raccontare.
Che purtroppo è vera, e ci volevo scrivere un libro per fare finta che non lo fosse.
L'ho raccontata a poche persone, ma non l'ho scritta mai, perché è di tanto tempo fa, quando tutto quello che ho visto in questi ultimi giorni era solo il riflesso negli occhi disperati di un ragazzino.

Era una di quelle volte che io me ne tornavo da uno dei miei viaggi in Slovenia, e sola nello scompartimento del treno, ferma alla frontiera che ancora separava l'Italia dalla Slovenia, la corsa disperata di un ragazzino mi aveva tirata fuori dai miei sogni ad occhi aperti ed avevo visto quell'orrore in un posto che non sapevo di avere dietro la retina, in una memoria non mia dall'odore acre di adrenalina e fuga.

Quel ragazzino scappava dalla polizia di frontiera ed io, spavalda ventenne, l'avevo fatto nascondere dietro il mio zainone, la mia giacca e lo zainetto sul portapacchi del treno, perché lui era un scricciolo e perché la polizia di frontiera non teme le ragazzine ventenni sole.

E il mio era stata un gesto sprezzante, dai, nasconditi qua, e lui mica lo capiva l'italiano, ma aveva sentito odore di salvezza ed era sgattaiolato lassù e non aveva respirato per secoli, mentre il poliziotto di frontiera prendeva il mio passaporto, leggeva il mio nome storpiandolo, mi chiedeva ridendo se avevo alcolici appresso, e io sorridendo gli rispondevo di no, solo sonno, perché i miei viaggi in Slovenia erano sempre pieni di feste. E il poliziotto se la rideva e se ne andava e il ragazzino saltava giù, inchiodava quegli occhi disperati nei miei per un secondo e scappava via, dalla parte opposta.

E io, con il menefreghismo tipico dei ventanni, mica ci pensavo che quel ragazzino aveva al massimo 14 anni, senza soldi, e neppure una giacca ed era inverno e suo padre lo avevano ammazzato, e la sua casa l'avevano bruciata, e sua madre lo aveva abbandonato, ma non proprio, era impazzita, perché gli avevano fucilato il marito davanti, e allora l'avevano portata via, e stava al di là di quella frontiera. E poi pure di un'altra e lui voleva trovarla.

E io tutte queste cose le so, perché la vita poi gira e rigira e ti sbatte davanti a un ragazzo che conosce il tuo nome, e sa che quel giorno, quell'anno, tu tornavi dalla Slovenia, e spavalda e incosciente e menefreghista lo hai nascosto, ragazzino, dietro al tuo zaino, e hai riso con il poliziotto di frontiera e lui l'ha scampata.
E sa tutto questo perché quel ragazzino era lui, che ti ha dimenticata  e ha dimenticato il suo Paese, e ne ha trovato un altro, ma il suo nome grida guerra e fuoco e non si può dimenticare mai.

E fra milioni di persone, e al di là di tante altre frontiere, poi ci siamo rincontrati, io e lui, e il terrore nei suoi occhi si era trasformato in un dolore infinito.

http://www.reportagebygettyimages.com/features/women-of-sarajevo-revisited/#

18.4.12

Oggi stavka

Sì, proprio STAVKA, non stanca.
Stavka è di più.
Significa infatti sciopero.



Dunque sarò breve.

In questi giorni sono letteralmente sommersa di cose da fare.
Ieri notte, dopo parecchio tempo, ho sonnambulato.

Mi sono alzata, messa a sedere sul letto e ho cominciato a fare domande in spagnolo al mio cuscino, che è un cuscino sloveno, e quindi non mi rispondeva.
Mi sono arrabbiata, ho alzato a voce, ma tu non studi gli ho detto, e allora mi sono svegliata per il suono acido delle mie parola, vergognandomi a morte, perché che diritto ho io di accusare un cuscino di non studiare, se dopo 8 mesi io e lo sloveno continuiamo ad essere perfetti sconosciuti.

3 eventi degli di nota.

1) Posseggo la mia macchina fotografica dal 2005.
Mica ieri.
Ma da ieri ho scoperto che c'è un tasto per fare le foto ai paesaggi, ai fiori multicolori, ai compleanni con torte e candeline, al verde, alla gente che spruzza l'acqua.
Altro momento hai mangiato una volpe a colazione. Foxy.
Per ora questo blog regge quasi senza foto, perché non sto facendo altro che lavorarestudiaremangiaredormire.
Ma dopo la scoperta del tasto magico mi sa proprio che a 36 anni mi toccherà aprirne un altro.



2) Nuovi corsi di spagnolo per adulti.
Vi avevo già annunciato che in un momento di follia è risorta la Ceciliammazatealavorà e ho accettato un lavoro pomeridiano-serale.
Dopo anni a insegnare a spagnoli adulti sfacciati, temevo il contrasto con sloveni timidoni.
E invece la prima studentessa ad arrivare ha portato una bottiglia di vino e dei muffins fatti in casa. Era il suo compleanno e lo abbiamo festeggiato brindando in classe, e bevi che ti bevi mi hanno detto Cecilia sei una prof proprio brava.
Sarà merito mio o della boccia di vino?
Lo sapremo lunedì prossimo. Ma essendo mercoledì il mio compleanno, potrei portare pure io una boccia di vino, e dare l'avvio a un nuovo corso: parla spagnolo ubriacandoti in classe.


3) Oggi in Slovenia i professori hanno fatto sciopero.
Non so se avevo già detto che, per fare fronte alla crisi, il governo ha deciso una brusca riduzione degli stipendi di molti impiegati del settore pubblico del 15%.
Io già prima mi chiedevo come facevano a sopravvivere gli sloveni, ora che ne sarà di loro?
Nelle ultime settimane nell'aria c'è stata parecchia tensione.
Gli sloveni sono molto tranquilli ma mi pare che siamo stufi di pagare per altre parti dell'Europa che vanno allo scatafascio.
Discussioni su discussioni, si sciopera o no, e che si fa, che non si fa.

Io mi ricordavo degli scioperi che facevamo al liceo a Roma.
Da studenti.
Ci accodavamo ai cortei dei metalmeccanici, degli operai di questa e quella fabbrica.
Non mi ricordo uno sciopero dei prof, non quando ero a scuola io.
Poi sono venuti i girotondi, la Iervolino, e poi tutti gli altri ministri e ministre della (D)istruzione.

Però uno sciopero non me lo immaginavo così.
Oggi ho partecipato, anche se come assistente comenius sono stata solo spettatrice.

Siamo arrivati a scuola alle 7.
Perché avevano deciso di andare a scuola.
E dovevano rimanerci fino alle 15.
Anche quelli che oggi avrebbero avuto solo due ore di lezione.
Quelli che avevano deciso di non aderire allo sciopero invece potevano andarsene alla fine della loro giornata lavorativa.
Per mezzora i prof sono stati seduti qua e là, si sono bevuti un caffè, hanno parlato.
Poi è arrivata la direttrice e si sono riuniti per più di un'ora.
Alla fine hanno cantato una canzone tradizionale slovena, ma cambiandone le parole in modo ironico.

Poi Sabina è venuta e mi ha detto: vieni in palestra alla partita di pallavolo?
Io, dato che mi avevano detto che comunque a scuola avrebbero dovuto accogliere i ragazzini che volevano entrare, pensavo che avessero organizzato una partitella per intrattenerli.
Avevo parecchio da fare e ho detto di no.

Dopo un'oretta Sabina è tornata in sala prof tutta rossa e allora ho capito che la partita l'avevano giocata i prof. E come ti sbagli?
Anche durante uno sciopero gli sloveni sono ginnici.

Io poi a mezzogiorno sono andata via.
Loro sono rimasti là, con il divieto di uscire di scuola, con le cuoche in sciopero e quindi alle prese con telefonate a pizzerie a domicilio, e sommersi da scartoffie, tutte quelle che non hanno tempo materiale di compilare tutto l'anno. Fino alle 3 di pomeriggio.

Come si sciopera dalle vostre parti?

Domani sera parto per Sarajevo e Mostar, torno domenica.
Credo che farò un ultimo post su questo blog prima di aprirne un altro.

Per ero non ce la faccio a pensare, scrivere, aggiungere.
Sono in piedi dalle 5.
Per il terzo giorno consecutivo.
Domani posso svegliarmi alle 7.
Yuppieeee!

14.4.12

Perché, perché, perché?

Oggi mi sono svegliata alle 6 per studiare.
Niente mirabolanti avventure, niente sconfinamente in stati esteri, scalate, abbuffate, cavolate, niente compagnia internazionale.

Oggi solo io ed i piccioni, che ormai pensano che il mio davanzale sia un ristorante-buffet-24oresu24. E allora le piccione femmine mi guardano torcendo il collo e storcendo il naso becco, perché oggi non ho briciole da dargli, e i piccioni maschi (che mi ricordano tanto i maschi italiani) ne approfittano per provarci con tutte, passando da una picciona all'altra senza tregua, e per litigare fra di loro, sbruffoni!

Oggi solo io e le mie fotocopie di didattica delle lingue straniere.
Ci potrei fare un post, ma dubito che interesserebbe a qualcuno.

E allora per riposare un po' il cervello e distrarmi nei momenti liberi, ho questo post aperto davanti a me e mano mano che mi verranno in mente scriverò le strane abitudini dei coinquilini con cui ho vissuto e della gente che ho incontrato in giro per il mondo.
Ho già dedicato tre post a questo argomento, riguardanti specifiche persone, li trovate

qui - Freaks - Prima Puntata
qui - Coinquilini - I parte
qui - Coinquilini - II parte
Questo post invece sarà più generale, e riguarderà abitudini bizzarre riscontrate magari in più di una persona. Bizzare ovviamente per me, perché per loro essendo appunto abitudini devono essere il massimo della normalità. Parlo in presente in tutto il post anche se la maggior parte delle cose si riferiscono, ovviamente, ad eventi del passato!

Fra le abitudini strane ce ne metterò una mia, vediamo un po' se indovinate qual è! Sono numerate, così se volete tirare a indovinare basta scrivere il numero e, se vi va, anche il perchè!

E allora mi chiedo ...

1) Ma perché lasci la luce accesa nella tua camera tutto il giorno, quando non sei a casa dalle 9 di mattina alle 6 di pomeriggio? E non è che te ne sei dimenticata, lo fai quasi tutti i giorni, cosa c'è da illuminare, a parte la polvere o la roba ammucchiata ovunque? Perché credi che essendo una lampadina a basso consumo consumi meno in 9 ore accesa che spegnendola quando esci la mattina per andare a lavorare? Perché, perché, perché?

2) Ma perché stendi i panni senza mollette? Perché sappiamo benissimo che questa non è una zona a energia eolica 0 e ogni tanto soffia un po' di venticello, e allora ti ritroverai non solo con gli asciugamani tutti per terra, ma scoprirai anche che qualche calzino è volato in giardino, e che una maglietta penzola sul terrazzo dei vicini di sotto? Perché, perché, perché?

3) Ma perché avendo una tua bella cameretta a disposizione decidi di occupare il divano per effusioni romantiche pomeridiane, e così se mi capita di dover entrare in salone, chessò, per usare il telefono, mi tocca vedervi avvinghiati sul sofà, ed avere come colonna sonora i vostri sbaciucchiamenti? Perché, perché, perché?

4) Ma perché avendo una tua bella cameretta invadi il salone intero per studiare? E semini fogli sul tavolo, sul tavolinetto basso, su entrambi i divani, e ti fai venire la gobba a stare curvo sul divano che c'ha 15 anni e le molle tutte rotte? Perché, perché, perché?

5) Ma perché avendo una tua bella cameretta dormi sul divano del salone con la tv accesa, tutto vestito e con il riscaldamento acceso e la finestra aperta? Perché, perché, perché?

6) Ma perché ti prepari tazze di tè da 1 litro e poi ne bevi solo la metà, e poi te ne prepari un'altra e anche una di caffè, e ne bevi solo la metà, e finché non hai 4-5 tazze sul tavolo non ti rendi conto del misfatto e allora le lavi tutte e te ne prepari un'altra ancora? Perché, perché, perché?

7) Ma perché la sera occupi il bagno per 3 ore per struccarti, se non porti trucco, e ti passi 3000 dischetti di cotone sulla faccia imbevuti di chissà quale prodotto e ti lavi le mani compulsivamente dopo ogni dischetto? Perché, perché, perché?

8) Ma perché quando mi parli mi tocchi una coscia, non solo a me, ma a tutti, e lo sai che io non amo il contatto fisico, e mi ritraggo sul divano, e tu zacchete, un'altra volta, e ti avvicini, e io finisco quasi a sedermi sul bracciolo? Perché, perché, perché?

9) Ma perché essendo la cucina fornita di un'infinità di stoviglie, quando fai colazione mangi direttamente sulla tovaglia e poi lasci le molliche là, per far fare colazione alle formiche? Ma perché quando peli le patate o le zucchine invece di appoggiarle sul tagliere o comunque su un piatto le tagli direttamente sul piano della cucina e poi non lo pulisci? Perché, perché, perché?

10) Ma perché se vedi la porta della mia stanza chiusa evidente segno che sto dormendo, facendo qualcosa di importante o semplicemente non voglio essere disturbata, tu bussi, e ribussi se non rispondo, e poi mi chiami pure e ti intrufoli a tradimento come una biscia e non ti schiodi più? Perché, perché, perché?

11) Ma perché se hai finito i cereali o il succo d'arancia o la nutella lasci il contenitore vuoto sulla mensola o in frigo? Ma perché se nell'insalatiera rimane mezzo pomodoro, una foglia di lattuga, 3 chicchini di mais e due olive non le metti in una scodellina e ripiazzi l'insalatiera in frigo, occupandone un ripiano intero? Perché se la cucina è piena di cassetti e mensole e abbiamo addirittura la dispensa tu molli la spesa per terra e la lasci per ore e anche giorni nelle buste, e le tue pentole e contenitori e robe varie per cucinare le accatasti su tutti i piani della cucina, invece di riporle nelle decine di credenze? Perché, perché, perché?

12) Ma perché, in un appartamento dove viviamo in 6, tu ti fai il bagno nella vasca, con la porta aperta e cantando, e non è che sei un adone, e poi la lasci piena d'acqua? Credi forse che qualcuno vorrà farcisi il bagno dopo di te? Perché, perché, perchè?

13) Ma perché te ne vai di casa per essere indipendente e vivere con il tuo fidanzato e poi fai venire i tuoi o i suoi a trovarvi quasi tutti i fine settimana, con rifornimenti di chili e chili di cibo e altri generi di prima necessità, manco fossimo sperduti nel deserto, quando invece viviamo in una città più grande di quella in cui vivono loro? Perché, perché, perchè?

Ecco i miei fantastici 13 perché, perché, perché di oggi.

Ce ne sarebbero 13000 ma devo passare alla fase due della mia giornata, cioè preparare le lezioni di spagnolo della prossima settimana. Non ho mai insegnato a gente di cui non conoscevo la lingua, e mi chiedo: ci capiremo? mi odieranno? rimpiangeranno la loro vecchia prof. che li ha abbandonati? mi faranno domande a cui non saprò rispondere? mi dovrò infine imparare la regola maledetta degli accenti in spagnolo?

Buon fine settimana a tutti e vediamo chi indovina che tipo di coinquilina sono io!

12.4.12

I figli del diavolo

Oggi la prof. di spagnolo - che dalla prossima settimana se ne va in maternità - mi ha insegnato un modo di dire che si applica perfettamente a quello che è successo questa settimana:

ko ima hudič mlade, jih ima vsaj sedem.

Quando il diavolo ha figli, ne ha almeno 7.

In realtà di questo proverbio si dice solo la prima parte, la seconda varia da persona a persona, alcuni dicono che ne ha 1000 di figli, altri non lo so, perché non lo capisco lo sloveno!

Però questo detto indica proprio gli avvenimenti che si accavallano, le cose che quando ne succede una poi succedono tutte  raffica in un periodo di tempo limitato.
(Mica lo so se c'è un equivalente in italiano!)

Tipo quando ti viene un malanno dietro l'altro.

O anche una botta di fortuna dopo l'altra, come a me.

Quest'anno per me pare scritto sulla carta millimetrata, gli eventi si fanno e si disfano perfettamente, senza crearmi troppi problemi, scompensi, intoppi.

L'altro giorno pensavo che prima la mia vita era come quella di Paperino, e ora mi sento un po' come Gastone, nato con la camicia o come si direbbe in spagnolo con una flor en el culo (che finezza, eh?)

Ho fatto tanti viaggi, quanti ne ho cancellati. Ma quelli cancellati coincidevano proprio con fine settimana che dovevo poi fare altro, e i giorni di non viaggio mi sono venuti a pennello.
Ho preparato tante lezioni, quando improvvisate.
Ho incastrato a perfezione le (poche) visite ricevute.
Il tempo è stato dalla mia parte e ha rispettato il mio umore.
 Le montagne colline scalate sono andate in progressione.

E ora che ho deciso di fare le cose sul serio, come ho già detto, arriva tutto di botto, e mi addormento esausta ed è già mattina, e non è neppure una settimana che la pacchia è finita.

L'ultima novità è che la prof. di spagnolo appunto è arrivata alla fase gravidanza-cocomero e dalla prossima settimana non viene più.
E a chi toccano le sue classi se non a me?
Ma la fortuna, o la vita-carta-millimetrata, vuole che al  nuovo lavoro serale insegnerò comunque lo stesso livello di spagnolo. Quindi sarà un'ammazzata sì, perché i lunedì mi potrà succedere di fare 10 ore di lezione, ma non sarà un'ammazzata difficile, solo faticosa.

In tutto questo non ho ancora deciso cosa fare con questo blog.
Per il problema di cui parlavo l'altro giorno qui
Pare che il blog abbia capito che sarà un periodo di magra di foto.

Su consiglio di Azzurropillin (grazie e grazie a tutti quelli che mi hanno dato consigli) - dato che io di tecnologia non ci capisco niente davvero e vado ad intuito - ho eliminato delle foto dal mio album Picassa che non sapevo neppure di avere.

Ma ne ho eliminate giusto un decina, perché comunque tutte le foto che ho pubblicato sul blog dall'inizio di questo anno sabbatico hanno una loro ragione d'essere e se proprio vogliamo esagerare potrei al massimo toglierne un'altra ventina, senza stravolgere ciò che questo diario di viaggio è stato.

Dunque arieccomi con
 l'ALLARME ROSSO ANTIMAMMA -
ma', se il mio nuovo tatuaggio non lo vuoi vede', smetti di leggere ora ... perché qua comincia il conto alla rovescia ...

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-2
-1

Eccovelo qua, il tatuaggio nuovo è quello di sinistra (blu), l'altro a destra è verità, nato a dicembre 2002.  Ciò che sta in mezzo è la mia panza! (Sì, sì, ho trattenuto parecchio il fiato per fotografarmi)

Se guardate bene sarà facile riconoscere le due parole.


Per ora quindi mi trovate ancora qua.
Ho pensato che se proprio devo cambiare blog-casa, lo farò al compimento dei 36 anni, cioè fra 13 giorni.

Nel frattempo, a parte gli impegni lavorativi, vorrei andare domani a un concerto di due prof. della mia scuola. Perché gli sloveni, oltre a scalare montagne e lavorare 200 ore al giorno e procreare in abbondanza, hanno pure tempo di dedicarsi a 3000 hobby.
Sono curiosa di vedere come sono questi indefessi lavoratori fuori dal contesto scolastico.
Si ubriacheranno? Ne dubito, sono così sani.
Rimorchieranno? Ne dubito, sono tutti sposati.

Ma non si può mai dire, questo Paese mi riserva continue sorprese!


Ed ora, all'aver intitolato questo post I figli del diavolo, oltre alle visite di maialoni alla ricerca di foto di maestre in reggicalze o babydoll, sarò pure allietata da allegri satanisti.
Benvenuti anche voi, cari Luciferini, e che Dio vi benedica.

E per rimanere in tema giusto un aneddoto linguistico.
Ieri ho imparato che talpa in sloveno si dice KRT.
Ora, a parte chiedervi perché cavolo imparo parole del genere, e a parte esclamare compro una vocale, molti di voi si chiederanno come si pronuncia 'sta roba.

Krt si pronuncia - chert -, ma con la e corta corta.

Io poi ho un alunno che si chiama Črt, con il cappellino sulla č!
Però attenti, che quella Č si pronuncia come la C di Cecilia, di ciao, di cioccolata.

Menomale che lo sapevo, perché sennò per istinto Črt lo avrei chiamato Chert, cioè talpa.

Che poi vabbè, giusto per concludere in tema satanico, nella mitologia slava Črt significa diavolo. E allora non so che è meglio.

E per farvi partecipi dei miei progressi linguistici vi rendo noto che fra ieri e oggi ho imparato pure a dire

Grillotalpa - bramor
Piccione - golop
Voziček - carrello del supermercato

Sì, una settimana neppure di duro studio e lavoro, ed ecco i risultati sul mio cervello!

11.4.12

DILEMMA

Ieri sera lo shock.

Non posso più pubblicare foto perché ho raggiunto il limite imposto da blogspot.
Proprio sul più bello, proprio quando stavo per presentare al mondo intero il mio nuovo tatuaggio.
Magari è stato il vu-du di mia mamma, che i tatuaggi non è che li ama molto.
Magari lo avevo pure letto di questo limite di foto caricabili, ma è una di quelle cose a cui non si fa attenzione.

E ora non so che fare.

Rimango qua e non pubblico più foto?

Perché anche se ne elimino qualcuna da post vecchi non cambia nulla, il blog continua a dirmi che ha la memoria piena o forse ne ha le scatole piene di me?

Mi dicono dalla regia che potrei ridimensionare tutte le foto vecchie, ma dovrei perderci un sacco di tempo.
Tempo che nel prossimo mese, dato l'esame del Master, il nuovo lavoro, il corso online, la gita a Sarajevo, il viaggio a Roma, NON posso permettermi di perdere.

Potrei lasciarlo com'è.

Ma senza foto non sarebbe più il MIO blog, solo parole e niente immagini.

Le foto per me quest'anno hanno significato rilassare il cervello abituato a stress stress stress e lasciar vagare gli occhi curiosi alla cattura di dettagli.

Poi non è che mi seguite in 1000000.

Potrei aprire un altro blog, comeniusinsloveniaedoltre, perché spero di non smettere di scrivere quando questa avventura finirà.

In un impeto di follia l'ho già mezzo aperto, è là che aspetta.

In fondo io sono quella che conserva ancora una cinquantina di diari segreti.
Quando ne finivo uno, ne cominciavo un'altro.

Che ne dite, fedelissimi, ci vediamo su un nuovo diario?

(e così all'infinito ogni volta che si esaurisce lo spazio foto ...)

Se mi seguite e vi interessa continuare a seguirmi, per favore, datemi un vostro parere nei commenti.
Anche quelli di voi che sono stati zitti zitti durante tutti questi mesi e hanno fatto solo i voyeur.

Nei prossimo giorni - dato che non succederà nulla di eclatante - ci penso e poi durante il fine settimana prendo una decisione finale, ok?

10.4.12

Ma sono Einstein o Homer Simpson?

Vi capita mai di sentirvi totalmente geniali e assolutamente idioti nella stessa giornata?

Oggi sono andata alla scuola di lingue dove insegnerò spagnolo dalla prossima settimana.

La strada per arrivare da quelle parti la faccio quasi tutti i giorni, perché è là che Marjetka mi lascia al ritorno da scuola, e quindi lo so che ci si mettono 20 minuti, massimo 25 fino a casa mia.
Però oggi sono uscita con 45 minuti d'anticipo. Come se andando in quella direzione, invece di tornare da quella direzione, ci si mettessero 20 minuti in più.

Così mi sono immortalata, perché a agosto avevo fatto esattamente la stessa cosa.
Però ad agosto mica lo sapevo che ci si mettevano solo 25 minuti.



Trova le 10 differenze.

Ho inoltre constatato la mia stupidaggine quando ci ho messo 10 minuti a capire che tutti i cd di tutti i libri di lingue che si usano a lezione in quella scuola sono registrati in un sistema online.
La tipa me lo spiegava e io vedevo che non tirava fuori nessun cd e mi chiedevo: ma perché mi dice passo passo come far funzionare tutto st'accrocco, se poi il cd dentro non ce lo abbiamo messo?

Ma loro sono geniali e hanno tutti i cd online in modo da renderli tutti disponibili in qualsiasi momento, senza dover fare copie illegalissime, senza ammazzarsi tra professori perché qualcuno ti ha sottratto il prezioso cd dall'armadietto sostituendolo con uno di Christina Aguilera e Cristina D'Avena, senza poter dunque essere mai cazziati dal capo perché hai perso il cd 3, del livello A2, della classe 24, del gruppo A-L, 18.00-21.15.
Vabbè, la tecnologia non è il mio forte. Spero vivamente che fra i miei futuri alunni ci sia qualcuno che ne capisca più di me.

E infatti poi ero pure riuscita per fare delle foto artistiche-primaverili e dopo due scatti mi sono resa conto che mi ero scordata di ricaricare la macchinetta. Come dice mia sorella, a colazione avevo mangiato pane e volpe.




Poi sono andata con Gesche a prenotare la gita per Sarajevo e mi sono sentita di nuovo idiota, perché l'ufficio internazionale era aperto, c'era dentro una tipa, che ha finto di non lavorare là e ci ha detto che era chiuso e che c'era scritto fuori. Ma fuori non c'era scritto un bel niente. E sulla pagina web dell'ufficio neppure. E ora non posso tornarci per pagare perché di mattina e primo pomeriggio lavoro, ma io a Sarajevo voglio andarci, uffa!

Poi mi sono sentita di nuovo un genio, quando mi è venuta la brillante idea di proporre a Gesche-dice-sempre-di-sì un pranzetto fuori al ristorante italiano di fiducia, che è da quando sono stata a Trieste la settimana scorsa e ho sniffato odore di pizza nell'aria che ne avevo voglia.

E mi sono sentita Eistein quando il cameriere non ha capito che eravamo straniere e ci ha mollato il menù in sloveno e io capivo tutti i nomi di (quasi) tutte le verdure e abbiamo pure ordinato in sloveno, e il cameriere era pure carino e la pizza era buonissima e l'insalata pure.



                                               (Io, la pizza e le fauci di Gesche-dice-sempre-di-sì)

Poi però mi sono sentita di nuovo cretinissima, perché erano le 3 di pomeriggio, e io ero uscita di casa alle 9.30 di mattina, quando ancora faceva frescolino e quindi mi ero messa i calzini pelosi e gli stivali. Però dopo pranzo faceva un caldo bove, e avevo i piedi gonfi come zampogne e sono tornata a casa facendo il ballo del qua qua.

E poi per tutto il pomeriggio mi sono sentita profondamente quoziente intellettivo 0 o 300000.

Perché infine mi sono messa a studiare/ripassare per l'esame del Master.
E in un pomeriggio intero ho letto 13 pagine. 13.
Non tredicimila. 13.
Che, o sono io che è da troppo tempo che frequento solo ragazzini delle elementari,
o sono 'ste dispense che sono proprio scritte coi piedi.

Insomma, sono cose che ho già studiato, e dunque ogni tanto mi sorge il dubbio che alcune righe siano profondamente sbagliate, o nel copia incolla si siano scordati di incollare qualcosa, o lo abbiano piazzato alla pagina sbagliata.

Ho crivellato le fotocopie di punti interrogativi.

E poi ho cominciato a divagare su internet perché ho scoperto che il signor Comenius (Jan Komensky), che da il nome al programma a cui partecipo, era proprio uno tosto.

E così ho wikipediato, ho letto un altro po', mi è venuto l'abbiocco, mi sono mangiata un po' di carote (che da quando ho scoperto il pelacarote ne mangio a quintali) e le pagine sono rimaste a quota 13.

Prometto di fare di più domani.

Oggi in fondo era un po' festivo.
Il comple-settimana del mio nuovo tatuaggio, che infine (anche se ancora non del tutto guarito) potrà fare la sua prima apparizione su questo blog.

MAMMA, NON GUARDARE!

Eccovelo qua, vi presento BLU, ....

oh, nooooo, non posso!!!

Il blog mi ha appena detto che sono OUT OF SPACE!

Ma che vuol dire????

Non sapevo ci fosse un limite! :-(

Ecco, ora mi sento davvero profondissimamente stupida!

E ora che faccio?

Non potrò più pubblicare foto! :-(

Ho provato ad eliminare foto vecchie, da altri post, ma niente, non mi lascia più pubblicare foto!
Qualche esperto che ne sappia di più?

---- aggiornamento < ho momentaneamente risolto il problema eliminando delle foto superflue, ma è solo una soluzione temporanea, quindi probabilmente prima o poi aprirò un altro blog.

9.4.12

Faccia di ...

Sono sveglia da prima delle 8 anche se è festa.

Perché alla fine in questi mesi ho avuto proprio la faccia di bronzo,
sono stata una svergognata, mi sono sentita quasi come gli impiegati degli uffici pubblici spagnoli (non tutti per carità), che ogni volta che li cerchi trovi sulla porta del loro ufficio un cartello ad accoglierti che ti dice che Pepito Perez (il cugino spagnolo di Pinco Pallino) è fuori a fare merenda.

Si tratta dell'almuerzo, che non è colazione, e non è pranzo, ma è una bella fregatura intermedia che può durate un'infinità di tempo e tu lì che aspetti.

In 7 mesi e mezzo qui, se mi cercavate ero quasi sicuramente in viaggio, a mangiare gelato, a girovagabondare per la città, a fare foto, ad acchiappare libri della biblioteca a caso.
O a scrivere sul blog.

Ma è finita la pacchia.

Oggi quindi,
nonostante il sole splendente fuori dalla finestra (dopo il freddo polare di ieri, giornata in cui ho avuto la geniale idea di indossare pantaloni di lino a 4° e sono tornata a casa con le cosce viola),
nonostante ci siano i piccioni sul davanzale che vogliono da mangiare e mi guardano imploranti dopo che ieri li ho rimpinzati di biscotti al burro,


nonostante domani non lavoro perché questa settimana ho deciso di lavorare di venerdì,
nonostante tutto questo insomma
me ne sono stata a casa e nell'ordine ho:

- risposto a email di gente che ormai mi avrà dato per dispersa. Se solo leggessero il blog lo saprebbero che sono viva, delle volte mi chiedo: ma per chi cavolo lo scrivo? (e mi chiedo pure: ma chi è questo fan segreto che mi segue da Mountain View - California, e si legge i post in modo oculato, uno nuovo e uno vecchio. Se ci sei, batti un colpo)
- salvato e preparato da stampare/spedire delle scartoffie del comenius che se non le mando fra pochi giorni non mi pagano più. L'ultimo pagamento risale al 28/2, menomale che avevo dei risparmi, perché sennò altro che bella vita.
- salvato il mio indirizzo di posta elettronica dell'Uni di Murcia che stava per scadere, che so che loro ci sperano che io non torni più, ma non anticipiamo troppo gli eventi.
Spero vivamente non si tratti di phishing per carpire la mia password e sottrarmi preziose informazioni di spam che mi arrivano a quell'indirizzo, quali pillole magiche per aumentare le misure del mio p%#e, miliardari del Ghana che vogliono il mio numero di conto in banca per donarmi migliaia di euro e signorine russe mozzafiato che mi vogliono a tutti i costi come marito.

Nelle prossime settimane inoltre succederà un po' di tutto:

- inizierò il lavoro extra come prof. di spagnolo, 3 corsi serali, due volte a settimana

- frequenterò un corso sulla metodologia CLIL online all'IH di Barcellona

- tornerò a Roma per una settimana, in concomitanza con le vacanze di maggio (che qua a Pasqua c'è solo un giorno di festa, cioè oggi), per sostenere l'esame del Master per cui tocca studià

- andrò a Sarajevo e Mostar fra 2 settimane per un weekend con un viaggio erasmus

- rifletterò sul prossimo tatuaggio, un drago, che andrebbe a sovrapporsi al tatuaggio che ho già sulla spalla destra, Klingsor, un po' troppo sformato e scolorito.

- farò rafting

Tutto questo lo scrivo qua perché la memoria quest'anno mi fa davvero cilecca, e così magari mia mamma, che è più sveglia di me, ogni tanto mi fa da voce della coscienza.

Così oggi, sommersa da scartoffie, agende, quaderni, fogli volanti, blocchi e blocchetti, post-it, schemi, penne, pennarelli, tazze di tè e caffè, la mattinata è passata senza un attimo di respiro.

Quando infine ho dato un'occhiata al facebook alla ricerca di attività da svolgere a cervello spento, ne ho trovata una che vi consiglio:

Si chiama FACCIA IN UN BUCO

e non è niente di porno, zozzoni che non siete altro.

Si tratta di una pagina web che per brevi momenti ti permette di evadere dalle realtà, di essere chi desiderate:  una top-model, un elfo, un puffo, un rapper, uno scoiattolo, Barbie, un uomo-addominale, un coniglietto pasquale.

E così per 10 minuti sono scappata nel mondo dei miei sogni!

E nel frattempo a Roma la mia sacra famiglia mangia il pranzone di pasquetta, sono già al tiramisù.

8.4.12

O che bel Castello ... di Predjama ...

Buona Pasqua a tutti.

Ho fatto una colazione pasqualissima a base di pane e nutella, la colazione tradizionale slovena  la farò domani, la mia coinquilina porterà le cibarie tipiche, ma niente porco per me, e al rafano ci penserò.

Il tempo in questi giorni è più o meno questo.


In Slovenia finora aveva piovuto ben poco, ma da quanto ho capito è aprile il mese delle piogge.

Ma non era marzo pazzerello esce il sole e prendi l'ombrello e aprile dolce dormire?

Così questo weekend sarà casalingo, il viaggio in Austria-Germania era stato cancellato venerdì sera all'ultimo momento, e a dir la verità non mi era dispiaciuto più di tanto, perché ero già stanchissima durante la gita alle grotte, e avrei girovagato come una zombie.

Anche perché dopo le grotte eravamo stati pure al castello di Predjama (come ho detto nel post precedente, nel prezzo del biglietto multiplo era incluso pure quello).

Dato che le altre due attrazioni incluse nel prezzo oltre alle grotte non erano state così entusiasmanti, e dato che non mi ero per niente informata su questo castello, mi aspettavo un rudere accroccato sulla cima di una montagna collina, piccolo, cadente, insomma, una mezza sola.

E invece eccolo qua:







Ora, dato che ho girato parecchio, alla fine alle costruzioni occidentali sono abbastanza abituata.
 In Scozia avrò visto un centinaio di castelli, grandi, piccoli, su un lago, su un fiume, in un parco, vicino al mare, diroccati, nuovi, abitati, con fantasmi, pieni di turisti, sconosciuti.

Però non mi aspettavo un castello costruito DENTRO la montagna.

All'inizio ho pensato che ok, da fuori era davvero stupefacente, incrostato e incagliato in questa parete rocciosa di 123 metri, come se castello e collina fossero antagonisti scontratisi in un naufragio, come un nido d'aquila, ...  ma poi dentro non sarebbe stato niente di speciale.

All'entrata ci hanno dato un depliant informativo, ma noi non lo abbiamo neppure aperto.

Pensavamo di girarlo in pochi minuti.
Credevamo fossero una serie di stanzette, una dopo l'altra, con qualche ricostruzione di mobili o personaggi d'epoca come questi :


Pensavamo di vedere dei bei panorami e basta.

 


Quello che non immaginavo era che il castello fosse costruito davvero DENTRO la roccia, intorno agli spigoli della montagna, e che dunque fosse tutto un saliscendi labirintico di stanze e stanzette e terrazze, verso destra, sinistra, in alto, in basso, di sbieco, capolavoro di architettura che fuse rocce millenarie alle necessità dell'uomo.


E che alcune delle finestre del castello, di alcune delle sale più alte, fossero proprio le fenditure nel fianco della montagna, con il cielo dentro casa insomma.


Perché questo castello fu rifugio di un tipo tosto, un certo Erasmo, cavaliere testardo e ribelle, che ne fece la sua tana inespugnabile.


Erasmo, condannato a morte per aver ucciso un parente dell'imperatore d'Austria (che a sua volta aveva fatto fuori un suo amico) si rifugiò a Predjama, e di lì si dedicò a sfidare ed irritare l'imperatore, attaccando di continuo carovane di commercianti di quello.
Neppure l'assedio al castello avrebbe avuto successo, perché Erasmo conosceva vie di fuga che gli altri ignoravano: le grotte.

Se salite, e continuate a salire e salire e vi intrufolate in tutte le stanzette del castello, alla fine arriverete a questo punto, che è proprio dove il castello bacia la montagna e diventano tutt'uno.


Come vedete dalla mappa, dietro al castello ci sono un'infinità di chilometri di cunicoli e caverne,
ed Erasmo si sarebbe potuto nascondere per sempre, se non fosse stato per il tradimento di uno dei suoi servitori.


 La fine della storia purtroppo è tragicomica: Erasmo era in bagno quando il servitore-traditore diede un segnale d'allarme ai nemici, che catapultarono pallottole di pietra contro la finestrella del WC , uccidendo Erasmo con le braghe calate.

E così si è conclusa la nostra visita al castello di Predjama, 5 minuti di riposo, una passeggiatina lungo la riva del fiume, un'ultima occhiata in giro ...

 

   



E a chiederci: cosa saranno mai questi strani interruttori disseminati ovunque?



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Se volete saperne di più sul castello trovate info in questa pagina fatta molto bene

Per i più avventurosi ci sono anche tour speleologici sotto il castello, ma richiedono una certa abilità ed attrezzature speciali
Fra le altre manifestazioni anche un torneo medievale

7.4.12

Le grotte di Postumia e le opinioni sbagliate

La gita di ieri mi ha fatto pensare a quanto possono variare le opioni della gente su una stessa cosaanimalepersonaeventocircostanza.

Vabbè, hai scoperto l'acqua calda, direte voi.
Ebbene sì, ma delle volte uno non si rende conto che ci fidiamo di ciò che ci dicono gli altri e rinunciamo a vivere delle esperienze solo perché tizio caio o sempronio ci ha detto che quella cosa là gli ha fatto proprio schifo. Oppure il contrario, facciamo qualcosa solo perché qualcuno ce ne ha parlato bene, e poi ci ritroviamo a chiederci: ma chi me lo ha fatto fare? Tipo che a me tutti dicevano che Praga era fantastica e invece mica mi è piaciuta tanto.

Comunque, tornando a ieri, all'ultimo minuto, come sempre, avevo rimediato un passaggio e giretto alle grotte di Postumia con 3 portoghesi e avevo deciso di andarci nonostante prevedessi poi un lungo fine settimana fuori. (http://www.postojnska-jama.eu/it/una-bellezza-di-fama-mondiale/)

Ed ecco le opinioni ed anche preconcetti sfatati:

- 3 portoghesi - pensavo fra me e me - cavoli, fumeranno sigarettine puzzolentissime in macchina, non parleranno inglese, sentiranno musica cacao meravigliao a tutto volume, guideranno in modo suicidottero, si porteranno panini con il baccalà per merenda.
Un'altra volta ancora la mia opinione-preconcetto-stereotipo su una nazionalità si è rivelata sbagliatissima davanti a 3 portoghesini educatissimi-normo-decibel-no-baccalà.


- ho 35 anni. Ma non la pensava così il bigliettaio delle grotte di Postumia, per cui ho pagato il biglietto per studenti. E fin qui ci potrebbe pure stare, perché in fondo sto facedo un master.
Ma il prezzo ridotto è solo per studenti fino ai 25 anni. Così dopo lo spazzacamino che mi chiamava Miss (lo trovate qui), ora sono pure innamorata del bigliettaio che mi ha dato 10 anni di meno.
Facendomi risparmiare una decina d'euro.


- Sulle grotte di Postumia era stato tutto un tripudio di opinioni da parte di amici e conoscenti: fantastiche, una sola, piene di turisti, una meraviglia, non valgono il prezzo del biglietto, mozzafiato.
Io ero già stata alle altre grotte poche settimane fa, e quindi le stalattiti e stalagmiti magari non sono state così sorprendenti come se fosse stata la mia prima volta grotta.

Però le grotte di Postumia sono immense.
Tanto che due parti del percorso, all'inizio e alla fine, te le fanno fare in trenino.
Sembra di stare a Gardaland e tocca stare attenti alla capoccia, perché se uno è alto più di un metro e ottanta c'è il rischio che dia una bella tranvata asporta calotta cranica contro le rocce.



Poi sono talmente immense che si può tranquillamente sgattaiolare in fondo alla fila e fare foto proibitissime (perché a quanto pare il flash fa proliferare i batteri, che fanno crescere il muschio), e volendo se si ha la sindrome di Rosso Malpelo, si può pure prendere il cunicolo sbagliato e perdersi per sempre.

Secondo me vale la pena visitarle, ma non con genitori con gli acciacchi.
Io avevo pensato di portarci i miei, ma poi mi sono resa conto che, scesi dal trenino giallo canarino, fare su e giù per scale, salite, discese e cunicoli umidi non sarebbe l'ideale per il ginocchio scardinato di mio padre e i capelli di mia mamma, che con l'umidità assumerebbero la tipica piega di leonechehamessolazampanellapresadellacorrente.

E ricordatevi che, anche se ci andate d'estate, dentro le grotte fa freddo - temperatura media
8-10°c. Tocca portarsi un maglione e magari pure una giacca impermeabile appresso. Il giro per le grotte dura parecchio (quasi 2 ore) e una volta entrati non è che si può tornare indietro!

Pubblico un po' di foto-cresci-muschio, che non rendono l'immensità di questo posto e la forza dell'acqua che si diletta a scolpire

un tetto di spaghetti di qua



Enormi stalagmiti che sembrano candele sciolte di là


Bitorzolute cellulitiche stalattiti lassù


E simboli fallici un po' ovunque


In queste grotte si dice che vivessero dei mostri, eccovene una foto:


La leggenda dice che le grotte fossero abitate da un drago, che minacciava di papparsi tutti gli abitanti dei paesini circostanti. E allora Jacob, un pastore di Postumia, escogitò un trucco per farlo fuori.
Sapendo che il drago andava matto per la carne di vitello, Jacob ne ammazzò uno, lo riempì di calce viva, e lo lanciò negli abissi delle grotte.
Il drago se lo mangiò in un sol boccone, e preso da una gran sete, tracannò qualche decina di litri di acqua fresca del fiume sotterraneo.
Calce ed acqua si pietrificarono nello stomaco del povero draghetto e pericolo scampato per Jacob e tutti i suoi compaesani
.
I draghi mi hanno sempre fatto una gran pena, così grossi e così giuggioloni.


Però si vede che sto drago doveva averci una fidanzata, perché i suoi figli vivono ancora nelle grotte.

Se comprate il biglietto speciale, che include anche una visita al Vivarij Proteus,
http://www.postojnska-jama.eu/it/altre-visite/grotta-del-proteo-il-vivaio/ li potrete conoscere.
(in realtà ve ne fanno vedere uno pure all'uscita dalla grotta, prima di riprendere il trenino per tornare in superficie)

Io avevo associato la parola vivarij a vivaio e mi aspettavo una specie di giardino con piante e fiori tipici della zona.
Invece all'entrata dell'edificio del vivarij ci danno una torcia a pile. Boh.
Entriamo e scopriamo che non si tratta di un vivaio, ma di una galleria abbastanza buia, ricavata in una parte delle grotte, con degli acquari poco illuminati in cui giocare - grazie alla suddetta torcia - al caccia al tesoro per scovare gli animaletti (scorpioni, pidocchi acquatici, pescetti) tipici delle grotte.

Fra cui appunto i figli del drago morto di indigestione, ovvero i pesciolini umani, o protei, una specie di mix fra anguilla, porcello e neonato. Questo esserino vive 100 anni, è una specie animale protetta, è ciecato e non mi pare faccia altro che dormire.



E poi, sempre della serie: ti aspetti una cosa e te ne ritrovi un'altra, nel prezzo del biglietto speciale, è inclusa pure un' esposizione di farfalle.

Ora, io me le immagino tutte vive e svolazzanti, che ti si attaccano ai capelli perché profumano di shampoo alla pesca o alla faccia perché ti sei messa la crema idratante alla papaya.
E invece no, grande tristezza, trattasi di farfalle di tutti i colori (e molte blu) morte e imbalsamate.


Nel pacchetto che abbiamo scelto noi era incluso anche il Castello di Predjama, a cui dedicherò un altro post.

Qua trovate tutti i prezzi dei vari pacchetti offerti.

Io vi consiglierei di visitare le grotte e il castello (attenzione però, se viaggiate in autobus e non in macchina non avrete modo di arrivarci, si trova a più di 10km dalle grotte e non ci sono collegamenti) e tralasciare il vivarij (animaletti) e il razstava metuljev (farfalle).

Ma non si sa mai, magari qualcuno fra di voi è amante dei pidocchi delle grotte e delle farfalle morte e inchiodate.

Come dicevo all'inizio mi sorprendo di come le opinioni della gente su una stessa cosa possano variare tanto, e quindi fate un po' come vi pare, ma poi non mi venite a dire che non vi avevo avvertito.