Tanta gente sclerata aggiungerei.
Dato che questo fine settimana, causa mal di gola e mille cose da fare, me ne sono rimasta a casa a pulireleggerefaremilionidilistechepoiperderòestarmeneunpo'zitta, e non ho dunque foto o aneddoti di viaggio con cui deliziarvi e farvi desiderare tutti di andarvene in Comenius per un anno,
ho deciso di inaugurare una nuova moda di post su questo blog:
GENTE ASSURDA (FREAKS) PER IL MONDO, PRIMA PUNTATA
Per chi non mi avesse seguito dall'inizio, sappiate che esiste anche un'altra saga su questo blog, quella dei coinquilini da incubo, che presto aggiornerò con nuovi dettagli.
Potete leggerne cliccando su questi due link:
COINQUILINI STRANI - I parte
COINQUILINI STRANI - II parte
Ma torniamo a noi.
Dedicherò questo post a uno di questi strani individui incrociati casualmente per il mondo, strambe macchiette uscite da un film, in questo caso di Bollywood.
Spero che lui non scopra mai l'esistenza di questo post a lui dedicato.
Se succedesse spero che lui, dall'alto della sua sapienza e saggenza, capisca che le mie amiche mi chiamano Radice Quadrata perché ho una tendenza a esagerare e mitificare, e dunque che sappia fare l'opportuna radice quadrata della sua caricatura.
Il tipo in questione ha sui 45 anni, un buon lavoro, parla un sacco di lingue, legge, medita, filosofeggia, è molto colto ed educato, ... insomma, quante di voi non vorrebbero uno così come fidanzato?
Però poi ci vuole poco a capire che qualche rotellina fuori posto deve avercela.
Vive le sue giornate in un affanno continuo di migliorare ed abbellire il suo appartamento.
Ora, ognuno di noi è libero di fare ciò che vuole, e ci sarà decisamente una fetta dell'universo femminile attratta irrefrenabilmente dal suo particolare interior design.
Parlo di quelle donne amanti delle cianfrusaglie etniche a casaccio (categoria internazionale a cui appartenevo anche io, prima di diventare minimalista; dunque, mamma, tranquillizzati, questo tipo non è il mio fidanzato segreto).
L'appartamento in questione si trova in un quartiere chic di una città che non starò qua a nominare.
All'inizio era semivuoto.
Poi è cominciata l'invasione.
Sono arrivati
i puf su cui nessuno mai si siede,
le sedie di ferro battuto per chi vuole distruggersi sedere e schiena,
i divani coperti da teli di seta viscida e ricamata con specchietti che si conficcano nelle cosce,
le librerie cariche di candele, ceri e moccolotti che nessuno mai spolvera,
le lampade, lanterne, lucerne in ogni angolo possibile e immaginabile,
le statue, statuine e statuette di Budda, Maometto, Visnù e Gesù Cristo per non fare torto a nessuno,
tavolini e tavolinetti spigolosissimi che impediscono il passaggio,
cocci, vasi, recipienti contenenti altre candele, sabbia feng-shui da pettinare, sassolini
e, culmine della follia consumista
3 FONTANELLE!
Praticamente per passare per il salone della casa tocca fare la ginkana.
A me questo posto fa venire l'ansia.
C'ho paura di rompere qualcosa a ogni passo.
Lo attraverso trattenendo il fiato.
Mi sento l'elefante nel negozio di cristalli.
E poi con tutti 'sti Budda, GesùCristi, divinità indiane contorsioniste che ti guardanano da ogni angolo, uno si sente peccatore internazionale, perché ha detto una bugia, ha calpestato una formica, si è fatto la doccia col bagnoschiuma alla fragola invece che immergersi nel Gange.
Cosa spinge qualcuno a comprare così compulsivamente?
Ad accozzare simboli così diversi come catalizzatori di tutte le energie del mondo?
Fatto sta che poi in salone non ci si siede più nessuno, perché è già troppo popolato,
e ti fa venire le paranoie e i complessi.
Ti siedi a guardare la tv e hai i 6 occhi dei tre ReMagi puntati addosso, a ricordarti che c'è un mondo là fuori da scoprire in sella a un cammello.
Ti sbraghi sul divano e un BuddaObeso ti fa venire voglia di andare a fare una maratona per non finire con una panza come lui.
Passi distratto per andare in bagno e frantumarti un menisco e/o il mignolino del piede contro uno spigolo di uno dei mille tavolinetti ti ricorda che la vita è un cammino tortuoso e pieno di ostacoli.
Insomma, vivere in quella casa è come andare a lezione di catechismo interreligioso 24 ore su 24.
E non ci crederete, ma questo tipo ha trovato una fidanzata.
Una che studia interior design.
Cioè, esistono davvero donne a cui l'accozzaglia piace.
Ricordo atavico di un cavernicolo che invece di tornare a casa con un bel dinosaurone da preparare per cena, ti portava venti pigne, un centinaio di sassolini, un pietrone scomodissimo su cui sederti, delle foglie di ortica su cui dormire. E tu avevi la caverna più chic di tutta la valle.
Cioè, esistono davvero donne che sotto l'accozzaglia non vedono i chili di polvere.
Cioè, esistono davvero donne che guardano a queste apparenze e non al fatto che il secchio della mondezza in cucina trabocchi, emanando un odore nauseabondo, mix di cadavere in putrefazione, bagno pubblico del Bronx e pasta al tonno, formaggio e uovo sodo mischiati.
Cioè, esistono davvero donne disposte ad ascoltare per ore come un uomo ti istruisce su cosa significa essere educati e maleducati, su come e cosa cucinare, su cosa desiderare per il tuo futuro.
Dio li fa e poi li accoppia.
O come si dice in spagnolo: cada oveja con su pareja
(ogni pecora con la sua coppia - o forse sarebbe meglio dire copia!)
Che dire, ognuno ha le sue priorità.
E mi piacerebbe che qualcuno venisse a casa mia, la osservasse, mi osservasse e scrivesse un post su di me. Con tanto di foto.
O magari qualcuno lo ha già fatto.
Ora mi metto a smanettare su google alla ricerca di blog che parlino di questa strana minimalista vegetariana tutta blu con il frigo semivuoto e ordine meticoloso in tutta la stanza eccetto sul divano che si spalma creme idratanti da mattina a sera e che controlla i commenti al blog in maniera compulsiva ...
Arrivederci alla seconda puntata.